nomadi in fuga

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  1. Hachiky"myfairytales
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 6, pomeriggio

    (#0000FB) EXP 8190 (47r100)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 800, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    Liang si guardò attorno sempre più nervosa: chiunque poteva sorprenderle in quel momento e i due soldati al piano di sotto potevano liberarsi da un momento all’altro. La chiave di successo del loro piano era la rapidità, in quel momento ostacolata da quella maledetta serratura. Prendere le scale non se ne parlava, troppo pericoloso. Far saltare la porta con uno degli esplosivi nella stanza era poco meno stupido che mettersi a urlare ‘Siamo qui, venite a prenderci!’ Si sforzò di mantenersi lucida e di pensare. Lei non sapeva scassinare le serrature, non era abbastanza forte per abbattere la porta, l’unica cosa che aveva era il suo dominio. Ma il dominio dell’aria, pensò con una punta d’amarezza, era tra tutti i domini quello più inutile in una situazione del genere: se fosse stata una dominatrice della terra avrebbe potuto cercare di dominare il metallo o di aprire un varco nelle pareti, se avesse saputo dominare l’acqua avrebbe cercato di spezzare i cardini con delle lame d’acqua. Poteva sempre creare delle lame d’aria, ma l’effetto non sarebbe stato lo stesso. Forse sarebbe bastato a indebolirli almeno quanto bastava per permettere a Désefa di ritentare con l’aliante come leva. “Dés, spostati un po’.” Sollevò le mani e immaginò di creare una lama d’aria sottile e tagliente, come aveva visto fare al Polo con l’acqua, poi calò il colpo sui cardini; una folata di vento si disperse sulla porta. Liang evitò accuratamente di guardare le altre due e si concentrò invece sull’aria. Riprovò altre due volte ma senza migliori risultati. Ormai era madida di sudore e temeva sempre più di essere sorpresa dai soldati. “Forse se creassi un canale d’aria la corrente lo seguirebbe…” Riprovò e stavolta le lame di vento si abbatterono dritte sui cardini, sollevando una grossa quantità di polvere metallica: aveva scalfito il metallo, anche se in maniera minima. Esaltata dal successo riprovò sempre con maggiore energia, ma il risultato non era sempre lo stesso: le lame di vento sfuggivano spesso al suo controllo e l’ultima volta anziché calare sulla porta tornarono indietro, tagliandole il braccio destro. La ragazzina si tenne l’arto ferito mugolando di dolore, mentre Vimala le si avvicinava premurosa. “Lily, sanguini…” “Non è nulla. si affrettò a precisare lei, poi prese l’aliante e provò personalmente a far leva sui cardini, che dopo un paio di tentativi e qualche spinta da parte di Vimala finalmente cedettero. Liang tirò un sospiro di sollievo “Dentro, svelte. lei entrò per ultima e chiuse la porta alle sue spalle, cercando di addrizzarla in modo che dall’esterno nessuno notasse che era stata forzata. “Hanno fatto fondere la serratura come precauzione, sono stati molto scrupolosi… spero solo che le sorprese siano finite qui.” pensò tra sé e sé mentre, sempre tenendosi il braccio, riprendeva la guida della piccola compagnia. Camminò per qualche minuto sempre dritto nella semioscurità (le uniche fonti di luce erano delle piccole finestrelle nella parete che dava sull’esterno), poi arrivò a una nuova rampa di scale. Continuò a procedere senza dire una parola, sforzandosi di sentire e interpretare ogni minimo rumore: nello stato di agitazione in cui si trovava aveva la sensazione che ogni minimo scricchiolio, ogni singolo fruscio, potesse nascondere una minaccia, un pericolo che attendeva lei e le sue compagne al primo varco. Invece l’attraversamento del corridoio sospeso fu privo di eventi particolari a parte un momento, verso la fine del percorso, in cui i muri tremarono e l’aria si riempì di un rumore sordo e imponente: un’aereonave stava perlustrando l’esterno. Rimase ferma per un minuto dopo il suo passaggio, più per tranquillizzarsi che per una vera precauzione, poi riprese a camminare. Quando finalmente arrivarono scoprirono che anche l’uscita era stata bloccata, ma forzarla dall’interno fu più facile. Uscì per prima dal corridoio con cautela, e solo quando fu certa di non sentire alcun rumore fece cenno alle altre due di seguirla. “Dove siamo? chiese Vimala guardandosi attorno “Siamo poco distanti dalle prime stanze, il corridoio era leggermente in salita; basterà prendere quelle scale lì.” Vimala si tuffò immediatamente su per i gradini e Liang dovette correre per starle dietro. Come preventivato arrivarono presto alle prime stanze: la ragazzina acciuffò la compagna più grande e la trascinò in una di esse e aspettò che Dèsefa entrasse prima di chiudere la porta. “E ora che si fa?” chiese Vimala, per nulla preoccupata. “Rimarremo qui finché non sarà calata la sera. Poi, quando la visibilità sarà minima, ci lanceremo dalla finestra con l’aliante e andremo a cercare le provviste, la birra e tutto quello che ci può servire. Per il momento basterà rimanere in silenzio, lontane dalla finestra.” sussurrò Liang, sedendosi a terra a gambe incrociate. “Rieccomi ferma ad aspettare” si disse e per combattere gli effetti dell’immobilità forzata afferrò la coperta dal letto e cominciò a strapparlo in strisce per farsi delle bende da applicare alla ferita al braccio, che cominciava a dolerle.
     
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  2. Silian
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 6, pomeriggio

    [exp 2680 DÉSEFA #0082C3 (30r100x2) + exp mod] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: tunica lunga gialla, cintura arancione] [EV: 800, ABILITA': // ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Guardò di sbieco Liang che stava sollevando le mani con aria bellicosa. Si strinse nelle spalle e si scansò si lato. Se aveva idee migliori che facesse pure.
    Eccola. Iniziò a lanciare dei colpi a ripetizione contro i cardini. Aria che taglia? Dés non aveva mai visto nessuno usare l’aria così. Scrutò i movimenti della ragazza cercando di memorizzarli per il futuro. Le sarebbero sicuramente tornati utili.
    Un colpo. Un altro. Niente. O forse si, qualcosa. Qualcosina, per l’esattezza. La mira non era il massimo comunque.
    Iniziò a sbuffare battendo ritmicamente il piede per terra. Si stava facendo notte. E ancora niente birra. Sollevò un sopracciglio. Si era fatta male da sola. Ma col cavolo che lasciava perdere! Punto per la zucca dura, collega…pensò beffarda. Potrebbe usarla per sfondare la porta, invece che colpirei cardini…eccola che prendeva l’aliante e ricominciava a dare spintoni ai cardini, ora anche l’altra le dava una mano. Spinta. Niente. Altra spinta…niente…poi finalmente la porta cedette.

    ”Ma che brava, zuccherino!” ghignò Désefa strizzando l’occhio a Liang mentre le passava accanto per superare la soglia. La porta fu riaccostata dopo il suo passaggio. La luce calò all’improvviso. Gli occhi cerulei di Dés impiegarono diversi istanti ad adattarsi alla penombra. Il passaggio era crivellato di finestrelle, a cosa servissero non era dato saperlo, dato che non facevano alcuna luce. Questi nomadi…Liang aveva ricominciato ad avanzare. Seguì le due a ruota. Qui almeno non sembrava tutto marcio. Meglio per loro. Ancora scale. Si sorprese di non avere niente da commentare. C’erano troppe cose nuove da vedere lì, era troppo occupata. Almeno per il momento. Silenzio di tomba. Orecchie tese. Opprimente, non c’era dubbio. Pensa alla birra…si disse per ricordarsi il motivo per cui stava sprecando tante preziose energie. Altro corridoio. Silenzio. Ancora silenzio. Rombo di tuono. MALEDIZIONE!! Cuore in gola, muscoli tesi e pronti a scattare, respiro corto. Poi ancora silenzio. Stupidi acciarini ambulanti. Iris…c’eri tu là dentro? Il terzetto si rimise in moto e la distolse dai suoi pensieri: Liang indicò la posizione delle stanze e Vimala partì a razzo su per le scale. Ma che aveva da correre tanto? Si infilò dietro alle due mentre un’altra porta veniva chiusa alle sue spalle. Non le piaceva correre in quel posto. Non riusciva a memorizzare il percorso. Non sapere dove scappare la innervosiva. E molto.

    A Ba Sing Se era diverso. Lì se trovava un muro bastava saltare.
    Qui no. Qui era in trappola.
    Lily sembrava essere quella con più sale in zucca delle due. Ascoltò il piano senza fiatare.
    Non aveva fiatato…doveva stare proprio male. Colpa dello zolfo delle bombe? Lei aveva sempre qualcosa da dire, alla locanda. E tutti ridevano.
    Qui no. Si sentiva come vuota. Le mancava Terfo. Tantissimo. Non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui. Ma era vero.
    Adesso però la taverna era distrutta e Terfo chissà dove...Iris...anche questo è stato opera tua...
    ”Siamo tutti con te, zuccherino…” biascicò annoiata, lasciandosi scivolare contro un muro fino a terra.
    Perchè sto facendo tutto questo...? - La birra, Des... - ah giusto, la birra!
    Ne valeva la pena, alla fine...si rilassò aspettando placida il tramonto...
     
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  3. Hachiky"myfairytales
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    Salto temporale di qualche ora


    MESE 2, GIORNO 10, POST 7, sera

    (#0000FB) EXP 8190 (37r100)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 800, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    Le stanze dei nomadi venivano solitamente costruite in modo da rappresentare un rifugio di pace per i proprietari: la logistica rendeva quelle camere stranamenteparticolarmente isolate e silenziose; da piccola Liang aveva spesso cercato di capire come fosse possibile ma si era dovuta presto rassegnare al fatto che i misteri dell'architettura erano al di fuori dalla sua portata. Anche in quel momento la stanza era estremamente quieta e silenziosa. Vimala sembrava a disagio davanti alla prospettiva di dover rimanere in assoluto silenzio per tanto tempo ma forse, influenzata dallo stato d'animo delle compagne d'avventura, aveva finalmente cominciato a prendere la situazione con la giusta serietà e aveva compreso la necessità di stare in silenzio. Liang seduta accanto a lei, terminò di medicarsi la ferita e si appoggiò alla parete. "Devo rimanere tranquilla per un po'." pensò, ma l'impresa non si rivelò poi così complicata: la notte passata di guardia all'ingresso del rifugio, la corsa fin lì e l'agitazione provata l'avevano spossata più di quanto immaginasse. La giovane monaca si addormentò senza neppure rendersene conto. Poche ore dopo fu Vimala a svegliarla con la sua parlantina: a quanto pareva non riusciva a rimanere seria o tantomeno nervosa per troppo tempo. Liang non ascoltò nemmeno le sue parole e, senza dir nulla, si alzò stropicciandosi gli occhi e si affacciò alla finestra: fuori regnavano il buio più denso e un silenzio altrettanto assoluto. La dominatrice dell'aria si controllò la ferita: nulla di ingestibile, e aveva anche perso poco sangue. Era il momento giusto per agire. Recuperò l'aliante e si accostò alla porta: anche da lì non proveniva alcun rumore. "Ragazze, credo proprio che sia il momento giusto." disse alle compagne ed uscì dalla stanza. Forse data l'ora potevano anche permettersi di stare un po' più tranquille di prima, ma il loro unico vantaggio sui soldati era la velocità, quindi andava sfruttata: Liang prese subito a correre lungo il corridoio, cercando di toccare il suolo solo con la punta delle scarpe per fare il minor rumore possibile. Attraversò di corsa una buona metà dell'edificio, sempre in salita e senza alcuna esitazione davanti ai bivi: anche se in quel momento le appariva estranea e quasi minacciosa era pur sempre casa sua. Finalmente raggiunse il ballatoio esterno da cui partiva il ponte di collegamento con l'edificio successivo. La ragazza fece una smorfia vedendo che era stato fatto saltare del tutto, come temeva. Probabilmente i soldati usavano un ponte mobile e il fatto che non ci fosse in quel momento era un chiaro indizio del fatto che erano sole nell'edificio e che, a meno che non si fossero fatte scoprire, nessuno le avrebbe raggiunte in tempi brevi. Liang cercò di aguzzare la vista per scorgere eventuali sentinelle o luci, ma non riuscì a scorgere nulla: probabilmente aveva indovinato anche sui punti di raccolta e la scorveglianza era persino minore di quanto si aspettasse. "Non si aspettano davvero di trovare qualcuno qui, pattugliano solo per routine, magari per assecondare qualche superiore paranoico. Tanto meglio per noi." Aprì l'aliante e si tuffò nel vuoto, scendendo di parecchi metri prima di volare verso l'altro edificio. Impiegò il doppio del tempo a raggiungerlo, ma così si sentiva sicura di non essere stata vista. L'unico rumore che accompagnò il suo atterraggio fu il lieve sibilo dell'aliante che si chiudeva. Si assicurò che le compagne fossero sempre con lei, poi entrò silenziosa nell'edificio. Il cuore le salì improvvisamente in gola e le membra le si paralizzarono: nella stanza in cui era entrata, in piedi nel buio e a bocca aperta, c'era un giovane vestito con l'uniforme della Nazione del Fuoco che la fissava. La monaca rimase lì, incapace di reagire.
     
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  4. Silian
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 7, pomeriggio

    [exp 3080 DÉSEFA #0082C3 (30r100x2)] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: tunica lunga gialla, cintura arancione] [EV: 800, ABILITA': // ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Dés si lasciò andare sdraiandosi a pancia in giù sul letto.
    Adesso si che si ragionava.
    Il pavimento non era per niente comodo, no. Che stanchezza! Sbadigliò talmente forte da arrivare quasi a slogarsi la mandibola. ”Waaaaaaaaaagh”.
    Anche le altre avevano un’aria non troppo sveglia. Li si stava fasciando la ferita: la fissò con aria annoiata, seguendo i movimenti circolari che compiva con la mano per passarsi la benda intorno al braccio. Vima sembrava aver consumato la sua scorta di lingua per il momento.
    Tanto meglio.
    Affondò il viso nel materasso e sentì che sapeva di polvere. Ma chi se ne importava. Stava comoda, era quello che contava. Si sistemò a pelle d’orso sul giaciglio ed attese di assopirsi.

    Dopo un imprecisato intervallo di tempo si sentì picchiettare su una spalla in modo insistente. Alzò lo sguardo con aria torva e si trovò faccia a faccia con Vima, che sfoggiava una delle sue espressioni più eccitate. Zucchero…che c’è adesso….? mugolò controvoglia, mentre l’altra iniziava uno dei suoi discorsi con aria particolarmente vivace. Ma che bello. Stava blaterando qualcosa a proposito delle farfalibellule che svolazzavano fuori dalla finestra. Dés iniziò a grugnire ogni tanto, giusto per dare l’impressione di stare ascoltando. Si sentiva la gola secca.
    Ma che cavolo.
    Niente da bere belle vicinanze. Almeno avesse potuto dormire.
    Invece no.
    Si rigirò sul materasso cercando la posizione giusta per riprendere il sonno. Trovata. Ghigno soddisfatto. Ragazze, credo proprio che sia il momento giusto . Baaaah…! Con uno svolazzo della mano convogliò una corrente d’aria sotto di sé: la tunica si gonfiò mentre lei veniva sollevata dal materasso ed atterrava lentamente in piedi. Si stiracchiò abbondantemente con vari mugolii. Poi sbuffò rendendosi conto che le altre erano già volate fuori dalla porta.

    Ma quanta fretta….si lanciò all’inseguimento e dopo un po’, nonostante il sonno, ci prese gusto: Liang cambiava direzione in modo improvviso, lanciandosi in deviazioni e curve strettissime…sembrava di correre per i vicoli di Ba Sing Se, solo che questi avevano il soffitto. Di soldati neanche l’ombra. Erano straordinariamente silenziose. Un ghigno si allargò sul viso della ragazza. Era eccitante. Sapersi inafferrabile, velocissima, come uno spirito della notte. Uno spasso. Dovevano farlo più spesso. Rompere le uova nel paniere agli acciarini, dico. Destra, destra, dritto…un corridoio lungo, pieno di mosaici…poi destra, sinistra…Poi di nuovo fuori! Neanche si fermò a vedere cosa ci fosse sotto, si buttò seguendo Liang nel suo salto nel vuoto e risalirono insieme, atterrando in sincrono sull’edificio antistante. L’aria della sera nei capelli era meravigliosa. Peccato non poter volare ancora un pochettino. La birra, Dés…- ah si certo…avrebbe volato in un altro momento…Liang non aveva esitato neanche un istante.

    Da non credere, non c’era anima viva. Potevano essere così idioti da pensare che non fosse rimasto nessun nomade nei para….
    per poco non andò a sbattere contro Liang, che si era bloccata, come paralizzata, sulla soglia dell’edificio.
    …ggi. Porca miseria.
    Dietro di loro Vima si coprì il viso con uno squittio terrorizzato. Il motivo era davanti a loro.
    In uniforme.

    Dés strinse le mani sull’aliante. Assottigliò gli occhi. Il battito del suo cuore saliva rapidamente. Poi scattò in avanti come una serpe visone.

    [A.Atk *attaco rapido A* AtkD= 900 + 40 = 940 Vel = 300 + 20 = 320]

    Il soldato si guardava intorno con occhi sgranati. Evidentemente tre avversari, anche se nomadi, erano troppi per quello smidollato. A Ba Sing Se non sarebbe durato due ore. Formò una palla di fuoco nel tentativo di fermare quella bestia arancione che gli stava piombando addosso. Illuso. Ha!

    [A. Def *palla di fuoco C* Def D = 400 + 0 = 400 Vel = 300 + 20 = 320] EV soldato = - 540

    Dés si fermò mezzo metro dietro il soldato con una piroetta. Posò un piede sull’orlo della tunica per spegnere la fiammella che si era accesa. Il soldato crollò di schianto a terra. Un sogghigno. Allungò un piede per tastare con l’alluce il fianco dell’uomo. Non si mosse. Allora Dés si chinò per prelevare l’elmo dalla testa del poveraccio e se lo mise sulla propria. Come sto? sghignazzò facendo una giravolta sul posto.
    Questo lo dedico a te, Iris...pensò guardando dall'alto in basso il dominatore privo di sensi.
     
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  5. Hachiky"myfairytales
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 8, sera

    (#0000FB) EXP 10.030 (31r100x2)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 1.000, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    Liang biasimò sé stessa per la sua scarsa reattività: era una stupida, durante l'invasione del tempio era quasi morta perché non riusciva a reagire e ancora si faceva prendere da quegli stupidi dubbi! Se fosse stato un soldato appena più esperto avrebbe potuto dare l'allarme o attaccarla e ucciderla. Meno male che almeno una di loro tre era un tipo sveglio... La giovane monaca guardò Désefa mentre ridendo sfilava l'elmo al ragazzo inerte, lo indossava e girava su sé stessa. "Come sto?" chiese beffarda la compagna. E stavolta Liang provò solo un poco di pena per il giovane a terra. "Davvero benissimo, Désefa." rispose sorridendo. Avvertì chiaramente che Vimala la stava fissando ma non ci badò: erano in guerra, maledizione! e non per colpa loro, quindi non poteva continuare a fare la bambina. "Anzi, sai che ti dico? Dovresti provarti tutta l'armatura. Se non è troppo pesante e non fa troppo rumore potresti indossarla, daresti meno nell'occhio e se ti vedessero potresti tirare dritto senza che nessuno ci faccia caso." Già, non potevano certo saltare addosso a tutti quelli che incontravano, rischiavano di imbattersi in qualche combattente esperto o di farsi notare. "Ma scusa, e questo ragazzo qui? Se ne accorgerà che gli abbiamo preso l'armatura!" obbiettò candidamente Vimala. Il soldato... nei libri di avventura di solito le vittime degli agguati venivano uccise perché non compromettessero l'esito della missione. La ragazzina rabbrividì: uccidere? No no, lei non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. No e poi no. "Questo qui lo chiudiamo da qualche parte, legato e imbavagliato a dovere. Una volta sveglio andrà ad avvertire i suoi compagni e ci saranno addosso a decine." Si guardò intorno incerta, poi si diresse verso una stanza laterale. Era una stanza abbastanza spaziosa, veniva usata come aula per le lezioni delle piccole quando faceva troppo freddo per stare fuori. Anche quella era stata usata come deposito, ma a differenza dei posti che avevano già visto, lì non c'era nulla che potesse essere di immediata utilità, sembrava più uno sgabuzzino per oggetti inutili: armi malridotte, casse e barili vuoti, pezzi di armature spaiati... in mancanza di meglio poteva andar bene. Si affacciò sulla porta"Portatelo qui, ragazze." tornò dentro e si mise a rovistare nel ciarpame alla ricerca di qualcosa per legare il soldato. "Lily, sei sicura?" chiese titubante Vimala. Liang non si girò neppure a guardarla, fingendo di essere impegnata a tirare fuori qualcosa da una cassa. "Ma sì, certo, tutto sommato è un buon posto e comunque non abbiamo il tempo di cercarne di migliori. E poi se è venuto da solo è probabile che fosse qui per i fatti suoi e non per un ordine. Nessuno verrà a cercarlo, al massimo penseranno che si è perso e daranno un'occhiata nei corridoi." Finalmente trovò quello che cercava: qualche pezzo di corda, abbastanza per legargli mani e piedi, e una grande bandiera mezza stracciata con lo stemma della Nazione del Fuoco per completare il lavoro. "Chi mi da una mano a legarlo? Dobbiamo anche decidere dove nasconderlo... magari dietro quelle casse lì, che ne dite? E sopra mettiamo altra roba per nasconderlo del tutto. Dobbiamo fare in modo che non si muova troppo però. Toh. Ho trovato dell'altra corda... è un po' malridotta, ma è piuttosto lunga!"
     
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  6. Silian
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 8, pomeriggio

    [exp 3280 DÉSEFA #0082C3 (30r100x2)] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: uniforme soldato NdF] [EV: 800, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Désefa ridacchiò soddisfatta.
    Era piacevolmente sorpresa dalla reazione di Liang.
    Si era aspettata una tirata interminabile sulla non violenza e lo spirito dei monaci.
    Invece no. Beh, se le cose stavano così c’era un’effettiva possibilità di divertirsi con quelle due.
    Vima non sembrava molto d’accordo. Potevi leggerglielo in faccia, che non lo era. Ma a questo poteva pensare anche più tardi. Quello stoccafisso non dava ancora segni di vita...iniziò allora ad alleggerirlo di tutti gli articoli di vestiario superflui (seguendo i suggerimenti di Liang, tanto non sarebbe andato lontano).

    Sfilò la tunica per prima. La prese per una manica lasciandola penzolare inerte. Poi prese con le punte delle dita il lembo di stoffa che corrispondeva all’ascella del soldato, esaminandola con ostentata cura.
    Dopo una breve osservazione arricciò il naso (il gonzo aveva fatto in tempo a fare una bella sudata prima di farsi atterrare da lei). Poi si infilò il tutto. Cercando di non andare troppo per il sottile.
    Seguirono i pantaloni poi quei ridicoli stivali con la punta all’insù. Anche Iris portava delle scarpe del genere? Non ricordava bene. L’idea le mise una ridarella incontenibile.
    Terminò l’operazione (rallentata notevolmente dagli attacchi di risate) infilandosi di nuovo l’elmo, sempre sghignazzando: il metallo riflesse l’eco cupo della sua voce creando un suono cupo e gorgogliante. Iris...Ricordava benissimo le sue palle di fuoco invece.

    Ora erano rimasti a terra il gonzo (con addosso lo stretto indispensabile) ed un piccolo mucchio di vestiti da nomade. Quella invece che stava in piedi era un’imitazione abbastanza convincente di un soldato, se non fosse stato per il fatto che reggeva un aliante da nomade con aria piuttosto disinvolta. Non le stava affatto male, quella roba.
    Proprio un figurino.
    Giusto il corpetto dell’uniforme le dava qualche problema.
    Strettino. Fastidioso.
    Infilò le dita tra la stoffa ed il torace cercando di allentare la stoffa ma con scarsi risultati. Sbuffò indispettita.

    Agguantò poi il soldato per una caviglia e lo trascinò nello sgabuzzino, badando di farlo passare sui punti più polverosi del pavimento. Poi le venne un’idea. Continuò a trascinarlo in cerchi sempre più stretti, fino a formare una spirale. Era il simbolo che si vedeva all’ingresso del tempio. Ghignò soddisfatta.
    Dés è stata qui!
    Tremate, acciarini ambulanti. Hahahahaha!!

    Balzò in avanti raccogliendo l’invito di Liang: agguantò Vimala per un braccio trascinandola con sé Dai Vima dammi una mano...non vorrai lasciarle tutto il divertimento, veeeero? berciò alludendo a Liang, poi agguantò anche la corda più lunga e le fece fare diversi giri intorno alla vita del soldato, bloccandone nel contempo i polsi ai fianchi, con Vima che bloccava i nodi per non farli allentare. Poi fu il turno dei piedi. Ammirò la sua seconda opera. Poi mollò due vigorose pacche sulle spalle di Vima. Che non sembrava altrettanto entusiasta.
    Ma le sarebbe passato. Doveva solo capire il sottile gusto di legare il prossimo come un salame. Ottimo lavoro, zuccherino. Davvero ben fatto. Adesso la prendiamo o no questa birra?!?! esclamò rivolta ad entrambe. L’elmo la faceva sudare. Serviva urgentemente qualcosa per rinfrescare la gola...

    Edited by Silian - 19/6/2011, 10:00
     
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  7. Hachiky"myfairytales
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    Domando scusa per il ritardo *umile inchino*


    MESE 2, GIORNO 10, POST 8, sera

    (#0000FB) EXP 10.260 (25r80)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 1.000, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    Liang valutò rapidamente quali potessero essere i posti più adatti da usare come dispensa, ma ce n'erano parecchi, decisamente troppi: ci voleva parecchio tempo per controllarli tutti e non erano nelle condizioni più adatte per sfidare la sorte. Tra l'altro non erano ancora riuscite a stabilire quanti fossero i soldati di stanza al tempio... C'era una soluzione sola ad entrambi i problemi, ma non le piaceva nenanche un po' “Ragazze, lo so che ho detto che avremmo evitato i posti dove probabilmente ci sono più soldati ma l'unico modo per scoprire dove tengono le provviste è seguire i vivandieri dell'esercito; a quest'ora staranno distribuendo il rancio, se ci avviciniamo potremmo riuscire ad avere ciò che vogliamo.” Si chiese se le compagne fossero disposte a seguirla anche in quella fase così rischiosa; Désefa in effetti non era un problema, era tanto ossessionata dalla birra che probabilmente avrebbe sfidato a duello la Signora del Fuoco Iris pur di ottenerla. Si girò verso Vimala per farle capire che attendeva una sua risposta. La ragazza però non si scompose e sorrise: “Per me va bene Lily, ci stiamo fidando di te.” Liang sorrise istintivamente in risposta; già, per il momento i pensieri di quella donna le restavano incomprensibili. “Allora da questa parte.” Anche questa volta scelse il tragitto quasi meccanicamente, preferendo i corridoi più lunghi e bui a quelli più comodi e più brevi: finché si trovavano all'interno dell'edificio era preferibile non rischiare troppo, vista la scarsità di vie di fuga. Ciononostante arrivarono nei pressi dell'ampio cortile principale, dove di solito le Nomadi si trovavano per chiacchierare o discutere, piuttosto rapidamente e la monaca non seppe se rallegrarsene o rammaricarsene. Già parecchi metri più avanti si sentiva distintamente il vociare confuso e allegro della truppa in riposo, unito allo scoppiettio del grande falò e al clangore delle pentole del rancio. Nascosta dietro le colonne, attenta a rimanere nell'ombra, Liang osservò i soldati della Nazione del Fuoco che cenavano, chiacchierando a gran voce a due a due o a gruppetti. Difficile pensare che quella gente fosse lì per ucciderla... Si riscosse e cercò con gli occhi i vivandieri: li trovò in piedi dalla parte opposta del cortile, intenti a distribuire mestolate di zuppa fumante da grandi pentole. Non sarebbe stato facile avvicinarli, a meno che... "Dés, tu hai l'armatura, non pensi che potresti fare qualcosa? Vedi, i vivandieri sono là, se riuscissi a farti affidare qualche incarico..." Restava da vedere se Désefa sarebbe stata capace di fingere in quel modo, ma forse l'avrebbe presa come un gioco.
     
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 5, sera

    [(violet) EXP 10.100 (15r50)][DENARO: 500 mo + ABBIGLIAMENTO: tunica corta giallo chiaro, fermata in vita da una fascia arancione][EV: 600, ABILITA': / ARMATURA: /, ARMI: aliante (on)]



    C'era qualcosa di triste nell'aria. Lily e Seffa sembravano ossessionate dal loro piano, Lily terrorizzata dall'idea di non riuscire a ingannarli, di venire scoperta... Seffa, invece, era strana. Sembrava quasi che tutto quello la divertisse... attaccare delle persone innocenti solo perché avevano un'uniforme. Vimala sospirò mentre arrivavano nei pressi della piazza: sentì il suono delle risate dei soldati, seguì con lo sguardo la luce di un fuoco che danzava con le colonne, disegnando strane figure in movimento sulla parete alle sue spalle. Perché la gente doveva rendere tutto così difficile? Perché strisciare nell'ombra, come dei ladri? Avrebbe di gran lunga preferito unirsi ai soldati che starsene lì, immobile, a nascondersi dietro a una colonna. Magari erano anche simpatici, ma come potevano scoprirlo se se ne stavano lì a complottare contro di loro?

    Un suono, lontano, attirò la sua attenzione. "Dés, tu hai l'armatura, non pensi che potresti fare qualcosa?" sussurrò la voce di Liang, ma Vimala non la ascoltava. Tese l'orecchio... e lo sentì di nuovo. Non poteva essersi sbagliata, ed era davvero triste. A quel pensiero le si strinse il cuore: doveva raggiungerlo in qualche modo! Chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi su quel verso... aveva sentito dire che alcuni maestri erano in grado di dominare il suono, certo sarebbe stato comodo in quella situazione! E poi eccolo, di nuovo! Non disse una parola, ma strinse il suo aliante e a occhi chiusi tornò silenziosamente sui suoi passi, verso la strada che portava all'edificio vicino: non era facile orientarsi in quel modo; l'aria sibilava tra le pareti del tempio, incuneandosi tra i porticati e diffondendosi negli ampi saloni, confondendo le sue percezioni... ma era certa di non essersi sbagliata. C'era un bisonte lì da qualche parte e stava chiedendo aiuto.
     
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  9. Silian
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    [exp 3380 DÉSEFA #0082C3 (15r50x2)] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: uniforme soldato NdF] [EV: 800, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    MESE 2, GIORNO 10, POST 8, pomeriggio

    Désefa si strinse nelle spalle alla spiegazione di Liang: poco importava del luogo in cui sarebbero dovute andare, anche un nido di apiscorpione andava bene…purché ci fosse qualcosa per sciacquarsi il gargarozzo! Appena ebbero il consenso di Vimala, Liang partì come un razzo per l’ennesima volta.

    Si tuffò in un dedalo di corridoi bui e tortuosi. Stavolta starle dietro era un problema.
    Quella stupida armatura. Stringeva sul torace, da matti! E non era facile muoversi con quei vestiti aderenti. Già desiderava potersi liberare di quella stupida roba.
    Uff!
    Dopo diversi minuti di cammino giunsero ad un’apertura che dava su un immenso bivacco. C’erano decine di acciarini. Decine e decine. Porca miseria. Con quei pazzoidi là non sarebbe stato semplice farla franca. Erano troppi. In una sola stanza…Doveva essere un salone prima, aveva tante colonne. Colonne adatte a nascondersi. Infatti si infilarono tutte e tre al sicuro, nell’ombra.

    Con quello stupido elmo non era neanche riuscita a sentire le voci dei soldati prima di vederli. Male. Malissimo. Voleva la birra, non andare a sbattere con uno di quei cosi e finire arrosto. Si stava innervosendo. La visuale era limitata, l’armatura le prudeva e la stringeva da matti. Si guardò intorno, come per cercare pericoli in agguato.
    L’unica cosa che si notava era che Vima aveva qualcosa che non andava.
    Glie lo potevi leggere in faccia, che era così.

    "Dés, tu hai l'armatura, non pensi che potresti fare qualcosa? La apostrofò Liang. Désefa si voltò di scatto. Hum…fammici pensare. Infilarmi nel mezzo di quel branco di pazzoidi? iniziò con aria falsamente pensierosa …e rubare una cassa intera di cibo da sotto il loro naso? Ma ceeerto, non si accorgeranno di nulla! concluse con tono chiaramente sarcastico. Lily non credi che sia un po’ meno SUICIDA aspettare che finiscano di ingozzarsi e se ne vadano a nanna? sbuffò, notando per di più che Mala se ne stava andando per la tangente.

    Non era più dove stava prima. Dove cavolo è andata quella svitata?! sibilò concitata a Liang. Dove si poteva essere cacciata? Girava la testa per cercarla con lo sguardo. Stupido elmo! Ballonzolava da un lato all’altro, si metteva di traverso. Trattenne l’impulso di tirarlo via contro un muro.
    Maledizione.
    Ci mancava anche Vimala…Dobbiamo trovarla. Se resta da sola si fa prendere di sicuro. Mi gioco l’aliante che è così. Poi ci tocca andarla a liberare. Da matti. Hai visto dove è andata? chiese, sperando che almeno Liang avesse tenuto d’occhio i movimenti della loro compagna.
     
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  10. Hachiky"myfairytales
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 8, sera

    (#0000FB) EXP 10.430 (33r100)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 1.000, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    Liang corrugò la fronte mentre Désefa la prendeva in giro. Il suo piano non era certo spedire la compagna a rubare birra sotto il naso dei soldati, semplicemente localizzare grazie a lei le dispense, giusto per sapere dove andare a cercare: la prospettiva di aggirarsi in piena notte nell'accampamento addormentato, doveva ammetterlo, non le appariva molto rassicurante. Però anche fare affidamento su Désefa perché fingesse di essere un soldato, a pensarci bene, non era certo l'ideale. Fece per parlare ma Désefa riprese: "Dove cavolo è andata quella svitata?!" "Oh...no." Liang si girò intorno con gli occhi sbarrati. Dove diavolo poteva essersi cacciata? Si era lasciata trascinare dalla 'missione' e non aveva tenuto d'occhio Vimala! "Andiamo Liang, è più vecchia di te e finora se l'è cavata da sola, non dovrebbe essere una bambina come te a preoccuparsi per lei!" si diceva mentre, senza neppure rendersene conto, si alzava in piedi e cominciava a guardarsi intorno cercando la ragazza con aria disperata: anche con tutti gli sforzi non riusciva a non essere in ansia per quella nomade così svampita. Volendo guardare la situazione con un po' di ottimismo si era stancata di quel modo di fare losco e se n'era tornata nella caverna da Poppie. Alla versione pessimista Liang non voleva neppure pensare... "Hai visto dove è andata?" stava chiedendo in quel momento Désefa. La ragazzina scosse la testa, non l'aveva vista e non aveva la più pallida idea di che direzione avesse preso. Chiuse gli occhi, sforzando di concentrarsi, di tagliar fuori il frastuono dell'accampamento per concentrarsi su un possibile fruscìo, uno scricchiolìo leggero, un qualsiasi rumore ovattato portato dal vento che le suggerisse dove trovare Vimala. "Per favore, vento... dimmi dov'è la mia amica." Fu solo concentrandosi che riuscì a sentirlo, lieve, appena percettibile... ma se ci faceva caso si rendeva conto di sapere cosa fosse e forse era proprio quello che cercava. "Dés... è un bisonte volante!" sussurrò piano alla ragazza, guardandosi alle spalle. "Non è Kombo e mi pare che non sia neppure Poppie. Devono averlo catturato i soldati. Magari hanno preso anche la sua monaca!" solo il pensiero le fece salire un groppo in gola. C'era qualcuna delle sue compagne del tempo lì? Una delle maestre o delle sue amiche? Magari Amani... Trattenne i cattivi pensieri prima che la mandassero di nuovo nel panico. "Sicuramente anche Vimala ha sentito. Dobbiamo andare a vedere, forse la troveremo già lì." Se invece si era persa... bé, in quel caso rischiavano di non trovarla affatto. "Concentrata sull'obiettivo." si ricordò rabbiosamente Liang e cominciò subito a correre nella direzione da cui il suono sembrava provenire. Le stalle, ovviamente. Quale posto migliore per rinchiudere un bisonte? La ragazza sperò vivamente che eventuali Nomadi fossero tenuti prigionieri: non sarebbe stato facile cercarli. Attraversò l'edificio con il cuore in gola, correndo così velocemente che le sembrava di volare. Arrivata al ponte di collegamento scoprì che era stato fatto saltare, ma non si fermò: Vimala era dall'altra parte e forse aveva bisogno di aiuto. Saltò nel vuoto senza pensarci, mentre l'aliante si apriva di scatto. Colmò il vuoto in meno di un minuto, e appena posato un piede a terra riprese a correre. Sembrò ricordarsi della prudenza solo quando, con un incredibile batticuore, il fiatone e le ginocchia a poco dal cedimento, arrivò all'entrata delle stalle. si fermò un attimo, deglutì e si affacciò circospetta all'interno.
     
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 6, sera

    [(violet) EXP 10.300 (30r100x2)][DENARO: 500 mo + ABBIGLIAMENTO: tunica corta giallo chiaro, fermata in vita da una fascia arancione][EV: 600, ABILITA': / ARMATURA: /, ARMI: aliante (on)]



    La luce della luna le illuminava la via e Vimala camminò a passo sicuro, seguendo il richiamo del bisonte. Ritornò al punto in cui l'edificio un tempo si collegava a quello vicino, tramite un ponte sospeso. Si fermò un attimo per guardarsi in giro... ma non si vedeva una sola luce, un solo segno dei dominatori del fuoco e allora fece toccare terra al suo aliante e con un leggero rumore metallico l'apertura scattò, aprendo le ali. La nomade si aggrappò ai raggi, con un gesto tanto naturale che pareva quasi l'aliante facesse parte di lei... infine si gettò di sotto, ma non precipitò. Si lasciò guidare dalla corrente, fino a raggiungere sicura l'edificio vicino. Toccò terra delicatamente e spinse l'aliante verso l'alto, facendo scattare il meccanismo di chiusura.

    Un refolo d'aria le scompigliò i capelli: portava cenere, era un'aria pesante, la sentiva. Di nuovo il lamento del bisonte. Questa volta più forte, esgno che doveva essere lì, da qualche parte. Non ricordava molto di quel tempio, ma la struttura dell'edificio in cui si trovava aveva tutta l'aria di essere una stalla; si fermò sulla soglia... l'interno era completamente avvolto nell'oscurità. "Così non va affatto bene... servirebbe tipo una luce, potrei chiederla al ragazzo di prima, ma Seffa gli ha rubato i vestiti e magari si è un po' arrabbiato. Voglio dire... io non avrei problemi se rubassero i miei, però dovrebbero lasciarmi qualcosa da mettere, che non posso mica andarmene in giro senza" spiegò al bisonte. L'animale, sentendo che c'era qualcuno nei paraggi iniziò a dimenarsi. "No, no, no! Fermo! Vado a prendere una luce e tor..." iniziò Vimala. In quel preciso istante una luce si accese alle sue spalle e la ragazza si voltò, trovandosi faccia a faccia con uno dei soldati che reggeva tra le mani una palla di fuoco.

    Non fece in tempo ad aprire bocca, che l'altro gliela scagliò contro. Vimala fu altrettanto rapida: richiamò a sé il suo dominio e lo usò per spingersi verso l'alto, fin sopra la testa del soldato e poi atterrò alle sue spalle.
    soldati NdF
    (A.Atk *palla di fuoco A* atk=930 vel=325)
    (A.Def *Doppio salto* def=1110 vel=320)


    "Senti, non è che mi puoi aiutare? Devo entrare in quella stalla per vedere cos'ha che non va il bisonte, ma non ci vedo niente... e tu hai quella palla di fuoco che è proprio quello che mi serve!" propose. Il soldato si voltò di scatto, cercando nuovamente di colpirla, ma Vimala fu rapida ad assecondare il suo movimento, tenendosi sempre alle spalle del ragazzo. "No, beh... non serve che la passi a me la palla di fuoco, basta che mi illumini lì dentro. Guarda!"; in quell'esatto istante il dominatore del fuoco si piegò in avanti e da quella posizione calciò una fiammata all'indietro con l'intenzione di colpire la monaca, ma Vimala si gettò a terra e sgusciò sotto alle gambe del soldato per rialzarsi rapidamente davanti all'ingresso della stalla. La fiammata si infranse contro l'elmo del ragazzo, che si accasciò a terra.

    Vimala si accucciò accanto a lui, preoccupata. "Ehi, tutto bene? Dovresti stare un po' più attento con quel dominio o rischierai di arrostire qualcuno" lo rimproverò mentre scuoteva la testa con disapprovazione. Ma l'altro non rispose. Non si mosse nemmeno. Era ancora lì a osservarlo quando sentì un rumore di passi: qualcuno stava correndo. Nell'oscurità scorse la sagoma di Liang e scattò in piedi: "Lily, Seffa! C'è un ragazzo che s'è fatto male! Mi stava aiutando a fare luce, ma poi si è colpito per sbaglio con una fiammata: dobbiamo fare qualcosa!" spiegò, con un senso di urgenza nella voce... e indicò il soldato a terra.
     
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  12. Silian
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    [exp 3380 DÉSEFA #0082C3 (30r100)] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: uniforme soldato NdF] [EV: 800, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Mese 2, giorno 10, post 1

    Andiamo bene…si, perché neanche Lily sembrava avere idea di dove fosse la svitata.
    Perfetto.
    Dés incrociò le braccia e si mise a picchiettare il pavimento col piede destro.

    Ma che stava facendo? Lì, immobile. Cosa c’era da ascoltare? Beh si, se drizzi le orecchie per bene riesci a sentire fuoco che crepita, le ossa di pollo coniglio che scricchiolano quando i soldati le mordono, voci roche e sovrapposte...E…la…BIRRA…che scende dorata nelle loro gole.
    Maledizione. Stava iniziando a terminare la sua scorta di pazienza.
    Pazienza che neanche sapeva di avere. E adesso bisognava anche fare la caccia alla nomade.
    Sempre che qualcun altro non l’avesse trovata prima di loro. Il che era probabile. Se era proprio come sembrava, di sicuro era andata a chiedere ad un soldato se poteva prendere una cesta di frutta. Asp….diamine! Liang era di nuovo partita come un fulmine. Doveva ancora abituarcisi, a queste monache.

    Lei. Abituarsi.
    Pfff…quando Dés si stufa risolve subito. Prende e se ne va. Mica male come idea. Ma prima avrebbe preso la birra. Doveva aspettare per farlo. Dovevano andare tutti a nanna, prima. Poi, quatta quatta, come solo lei sapeva fare, si sarebbe imbucata nella dispensa ed avrebbe provveduto. Non era sfuggito al suo occhio vigile il percorso di scodelle e vassoi. In fila indiana, come le formicavallette. Da lì uscivano e da lì dovevano rientrare. "Dés... è un bisonte volante! Non è Kombo e mi pare che non sia neppure Poppie. Devono averlo catturato i soldati. Magari hanno preso anche la sua monaca!" sussurrò Liang all’improvviso. Dés aggrottò le sopracciglia. Quando aveva in mente di fare qualcosa, la faceva, punto.

    Era la prima volta che doveva sottostare alle esigenze di qualcun altro. Non perché qualcuno lo avesse richiesto in modo esplicito, no. Però era IMPLICITAMENTE richiesto che lei rinunciasse alla birra, almeno per il momento, per dare retta ad un bisonte. Ed a una svitata. Perché dove voleva essere andata, quella là…ovvio. Si sarebbe andata ad infilare in mezzo ad un gruppo di guardie addormentate.
    E magari avrebbe chiesto una torcia, visto che c’era. Nomadi!! Esclamò tra se e se, mentre riprendeva l’inseguimento di Liang.
    Maledizione.
    Correva come una lucertola drago. L’elmo pesava e ballava da tutte le parti. Il corpetto stringeva ancora di più. Imprecò tra i denti. Non poteva fermarsi ora. Uscirono dall’edificio e sotto i loro piedi si aprì il baratro notturno. Caduta.

    MALEDIZIONE. Non riusciva a governare l’aliante in quelle condizioni. Stava per schiantarsi contro la parete di roccia di fronte!!! Strinse i denti fino a sentirli scricchiolare mentre richiamava in modo istintivo il dominio, che la sorreggesse nel volo. Recuperava quota…ma girava su sé stessa come una trottola. Non vedeva più nulla. La cosa che sentì subito dopo fu l’urto. SBAM. Scosse la testa per liberarsi dal capogiro. Niente di rotto. Ma non era caduta a terra. C’era qualcosa di morbido. Tanto meglio…scese dalla schiena di un soldato svenuto, si spazzolò la divisa e si tolse l’elmo.

    Ora lo sentiva anche lei. Grosso com’era, faceva un baccano insopportabile, quel bisonte. E c’era anche Mala. Come fosse riuscita a mettere al tappeto il gonzo non era affatto chiaro, fatto sta che lei era in piedi e lui no. E lei c’era caduta sopra. Al vedere l’aria preoccupata dell’altra, Désefa prima iniziò a sghignazzare senza ritegno, poi il ghigno si trasformò in una risata vera e propria, sovrastata dai lamenti del bisonte. Si, bisogna fare qualcosa…legarlo come un salame e portarlo dal suo collega nello stanzino di prima. Si sentirà solo, poveretto…così si terranno compagnia a vicenda!! cinguettò con un’aria premurosa decisamente sarcastica.

    Edited by Silian - 1/7/2011, 21:49
     
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  13. Hachiky"myfairytales
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    (#0000FB) EXP 10.750 (31r100)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 1.000, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    Liang dovette arrendersi all'evidenza: a quanto pareva Vimala non conosceva il significato della parola guerra, né di tutti i termini direttamente riconducibili allo stesso campo semantico: in qualsiasi mondo vivesse quella ragazza, probabilmente lì non c'erano nemici, occupazioni, battaglie, prigionieri... Mentre accarezzava il bisonte volante per acquietarlo (l'aveva guardato bene, ma non le sembrava di conoscerlo) lanciò un'occhiata preoccupata a Désefa, temendo che Vimala la fraintendesse. "Facciamo così, Vim: come prima cosa diamo un'occhiata alle sue cose, se era qui di guardia la chiave per liberare il bisonte ce l'avrà lui." Detto fatto: si chinò sul dominatore del fuoco riverso a terra e cominciò a perquisirlo, sapendo che se non avesse trovato nulla avrebbero dovuto abbandonare il bisonte; per quanto poco le piacesse la prospettiva di lasciarlo solo dopo averlo fatto sperare non vedeva alternative, non sarebbe stata capace di rompere le catene come aveva fatto con la serratura poco prima. Fu fortunata: a quanto pareva il ragazzo era proprio il guardiano del bisonte e aveva addosso un mazzo di chiavi. Le lanciò a Désefa indicando il bisonte. "Ti spiace pensarci tu?" Andò ad affacciarsi alla porta della stalla per verificare che la situazione fosse tranquilla, ma come sperava non vide nulla né sentì alcun rumore. "Il problema sarà farlo uscire di qui senza che nessuno se ne accorga. Un conto sono tre ragazze, un conto è un bisonte volante." Era così concentrata a cercare un modo per raggiungere il loro rifugio senza farsi notare che ci mise un bel po' a rendersi conto che difficilmente avrebbero potuto tornare lì: prima o poi il ragazzo a terra e quello che avevano rinchiuso nel magazzino si sarebbero svegliati e avrebbero avvertito tutti che nel Tempio c'erano ancora delle Nomadi. A quel punto sarebbe cominciata la caccia e, se loro fossero tornate a nascondersi, avrebbero fatto la fine del topo. Deglutì, chiedendosi se le toccava dare la cattiva notizia alle altre o se loro avevano già capito l'antifona. Però alla grotta dovevano tornarci assolutamente! C'erano i bisonti lì, e le loro cose (Désefa non le avrebbe mai perdonate se per colpa di quell'improvvisata fossero rimaste senza cibo)! "Mi sa che non abbiamo alternative... dobbiamo inventarci qualcosa per far sì che non ci vedano mentre torniamo alla grotta. Basterà qualche minuto, il tempo di recuperare i bisonti e le nostre cose... e poi darcela a gambe." cercò di non mostrare l'agitazione che quella prospettiva le causava. Se si fossero fatte prendere dal panico... Scacciò il pensiero, sforzando di concentrarsi su come fuggire. In una storia d'avventura gli eroi si sarebbero affidati a un diversivo, ma quelle erano appunto storie... aveva sempre trovato improbabile che far crollare un edificio o scatenare incendi fosse il modo migliore per passare inosservati... distrarre il nemico andava bene, ma possibile che dei soldati fossero così stupidi? Se solo fossero stati uno o due drappelli anziché un intero reggimento... Un rivolo di sudore lungo la nuca le ricordò che il tempo passava e che non era il caso di perdere tutto quel tempo, anche perché era meglio agire mentre i soldati erano quasi tutti nello stesso posto... stava divagando ancora. Si girò angosciata verso il soldato inerte, chiedendosi angosciata quanto ci avrebbe messo a svegliarsi.
     
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    "Si, bisogna fare qualcosa…legarlo come un salame e portarlo dal suo collega nello stanzino di prima" rispose Désefa, che sembrava quasi divertita da quella situazione. Vimala abbassò nuovamente lo sguardo sul soldato: non era mai stata particolarmente abile... né attenta, per la verità, alle lezioni di erboristeria. Non aveva la minima idea di come si potesse curare il ragazzo a terra, ma credeva che non fosse un motivo sufficiente per lasciarlo lì incosciente. Chissà quanto avrebbero impiegato i suoi amici per ritrovarlo! Forse era proprio quello il punto, il motivo per cui tra loro e la Nazione del Fuoco c'era tanta ostilità. La Nazione del Fuoco credeva che tra loro si nascondessero dei pericolosi criminali e loro credevano che la Nazione del Fuoco volesse sterminarli... con tutti quei combattimenti non facevano altro che confermare vicendevolmente le loro paranoiche teorie. Se solo qualcuno si fosse fermato un attimo e avesse provato a mostrare un po' di compassione...

    "Facciamo così, Vim: come prima cosa diamo un'occhiata alle sue cose, se era qui di guardia la chiave per liberare il bisonte ce l'avrà lui." la interruppe Lily: sempre di fretta quella ragazza! Frugò tra le cose del giovane a terra, trovò un mazzo di chiavi e lo lanciò a Seffa, per poi tornare rapidamente ad arrovellarsi. Vimala poteva quasi sentire il ticchettio incessante delle sue rotelline sempre al lavoro. "Io non sono d'accordo!" si intromise, tirandosi in piedi. "Da quando siamo qui non abbiamo fatto altro che strisciare e nasconderci! Siamo in un tempio dell'aria!" disse, avvicinandosi a una parete di pietra. Lì, nella roccia, era stata scolpita una statua raffigurante l'Avatar Yang-Chen. Vimala posò la mano sul medaglione che la statua aveva al collo ed esercitò il suo dominio su di esso. Subito le porte della stalla si chiusero. "Questo posto è stato costruito dagli antichi maestri come tributo al nostro elemento. Non lo sentite? L'aria si infiltra tra i bassorilievi, negli intarsi delle volte, tra i corridoi! E' dappertutto e ci protegge. Non abbiamo niente da temere... insomma... sono d'accordo che non è stato molto carino da parte loro venire qui e cominciare a tirare palle di fuoco... ma questi sono solo soldati e i soldati eseguono ordini. Che ne sapete che vogliono farci del male? Solo perché il Signore del Fuoco ce l'ha con noi... tutta la Nazione deve volerci morte? Io non credo. Credo invece che se andiamo a parlare con loro invece che scappare e inventarci complotti forse possiamo chiarire tutta questa storia e evitare che qualcun altro, dei nostri o dei loro, si faccia male. Forse possiamo convincerli a lasciarci stare e non lo sapremo mai se stiamo qui a rimuginare su come fuggire dalla nostra casa! Se le maestre ci hanno detto di rimanere qui... beh, io credo che dovremmo ascoltarle."
     
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  15. Silian
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    Désefa assottigliò gli occhi. Era la prima volta che sentiva uscire una sequenza di parole sensata dalla bocca di quella ragazza. Sensata, si. Quello che diceva però le piaceva di meno. Liang accarezzava il bestione. Quello almeno aveva smesso di lagnarsi. Tanto meglio. Rivolse la sua attenzione di nuovo a Vimala. Aggrottò le sopracciglia. Non era la prima volta che sentiva un discorso simile. Da lei, s’intende. Sbuffò brevemente dalle narici. Vima, questo funziona solo se loro ragionano come te. Però non lo fanno. Te lo dico io. Prima ti lanciano addosso una palla di fuoco, poi chiedono. Forse. Anzi, mai. E non cambiano mai idea. MAI. Se il loro capo dice di uccidere i nomadi, loro lo fanno, chiuso. Se non lo fanno li buttano in prigione. Per cui puoi star certa che lo faranno. La tua vita contro la loro libertà. Pensaci. Il capo comanda, loro ubbidiscono. E se anche ce n’è uno che non la pensa come gli altri, sta zitto per non farsi scoprire. Quindi no: se vuoi andare a parlarci fai pure, IO non ci penso nemmeno a farmi bruciare viva. E per quanto riguarda le vostre maestre…anche se sono abbastanza strambe da farvi tagliare i capelli a quel modo, non penso che vogliano che vi bruciate quelli che vi rimangono sulla zucca. Non credi?. Pronunciò il discorsetto con le mani sui fianchi, le sopracciglia sempre più aggrottate. I capelli le erano scesi a coprire tutto il viso. Li scostò afferrandoli ai lati, in due grosse ciocche. Speriamo che non sia cocciuta come uno dei loro bisonti. O qui finisce male. L'aria che tirava adesso non le piaceva più tanto. Anzi. Per niente. Liang che voleva portare fuori quel coso a tutti i costi. Vima che voleva farsi ammazzare a tutti i costi. Lei che voleva della birra a tutti i costi. Erano esigenze conciliabili, quelle? Mah...
     
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