Rotta verso il Tempio

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    MESE 10, GIORNO 8, POST 8 (sett), primo mattino

    [(#FF007F) EXP 153.090 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Huizhong arrivò pochi minuti dopo e stava ancora cercando di sistemarsi accanto al tavolo quando la porta si aprì di nuovo e Zhao Jing entrò. Il soldato mosse un rapido inchino ai presenti, poi alzò i tacchi e tornò sui propri passi per prendere posizione accanto alla porta. Elanor entrò subito dopo: "siediti" ordinò Iris, facendole cenno di prendere posto accanto a Len Shu, poi si rivolse ai due ragazzi di guardia "assicuratevi che nessuno ci disturbi" disse con untono di voce abbastanza alto da fari sentire anche da loro; tornò subito ad ignorarli osservando attentamente la nuova arrivata... aveva qualcosa di strano, nell'aspetto, ma decise di non darci peso. Aveva tutto il tempo di imparare e adeguarsi alla vita di corte. Il Signore del Fuoco attese di sentire il rumore metallico della porta che si chiudeva prima di tornare a parlare. "La situazione è grave" annunciò, prendendosi una pausa per radunare i suoi pensieri: piantò i gomiti sul tavolo e si prese la testa tra le mani, stropicciando gli occhi nella speranza di guadagnare un po' di lucidità. Quell'ora del mattino non era certo la più adatta per discutere di argomenti del genere. A dire la verità... forse non era mai l'ora adatta.

    "Il generale Huizhong aveva suggerito che mettessi a morte Riku, ma non l'ho ascoltato"
    disse, evitando di proposito di attribuire a suo padre il titolo che gli sarebbe spettato. La ragazza si raddrizzò di nuovo "ho dato ordine che venisse trasferito a Boiling Rock ma, non sappiamo ancora come, è riuscito a fuggire prima di arrivare a destinazione. Non abbiamo più alcuna notizia delle guardie che dovevano essere con lui e questo ci fa temere il peggio. Sospettavo, e Len Shu e Shibao, qui, me l'hanno appena confermato, che non tutti hanno preso bene la notizia della mia incoronazione. Finché non avremo informazioni più precise in merito all'intera faccenda dovremo agire in base all'ipotesi peggiore... qualcuno, scontento della mia nomina, potrebbe aver aiutato Riku a fuggire. Questo significa due cose: la prima, che la minaccia è all'interno del palazzo, nella cerchia di persone che ha accesso a informazioni riservate, come quella del suo trasferimento. La seconda... che intendono rimetterlo sul trono. Il mio trono... il loro prossimo obiettivo sarà liberarsi di me" annunciò, disgustata al solo pensiero.

    "Al momento non corro alcun pericolo, non credo che tenteranno un attacco diretto, la potenza del mio dominio è ben conosciuta nell'intera nazione... credo sia più probabile una manovra politica per spodestarmi... e non intendo permetterlo. Ho dato al popolo la possibilità di decidere chi voleva sul trono e hanno visto tutti cos'è successo. Questa nazione ha bisogno di un sovrano forte, in grado di imporre le sue idee... e quel sovrano sono io, non certo quel vigliacco di Riku!" disse, battendo con forza una mano sul tavolo, per sottolineare le sue parole "voglio che teniate gli occhi aperti. Len Shu, Shibao, mettetevi in contatto con le vostre famiglie nel modo più discreto possibile. Che tengano d'occhio tutto ciò che accade tra la nobiltà della Capitale e mi informino di qualsiasi cosa sospetta, saprò ricompensarli per la loro lealtà. Elanor, fai in modo che la mia scorta sia pronta... non so cosa succederà una volta che saremo tornati nella Capitale. Huizhong... cerca di scoprire che fine ha fatto Riku: fallo cercare, ma con discrezione. Se è fuggito da solo è possibile che nella Capitale non sappiano niente, che continuino a credere che si tratta di un impostore" decise la ragazza. "Dubbi?" chiese rivolta a tutti i presenti.

    Sil, cambio di programma: cerchiamo di avanzare il più rapidamente possibile, in modo da portarci in pari con la ruolata di Alì e Ein al giorno 14. Il viaggio dura 4 giorni, adesso dovremmo aver quasi raggiunto i cancelli di Azulon... arriviamo per il giorno 10
     
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  2. Silian
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 11 (sett), mezzogiorno

    [EXP: 21.840 exp (30r100x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    Il solito chiacchiericcio pervadeva il refettorio della nave, pieno zeppo di soldati in pausa. Si scambiavano lazzi, battute e cercavano di divertirsi il più possibile in una delle poche ore d’aria che avevano a disposizione, nel rigido sistema di turni del viaggio. Solo una delle tavolate sembrava particolarmente silenziosa: l’ultima della fila a destra, vicino all’oblò che dava sul mare calmo. Gli occupanti erano tutti intenti ad ascoltare una dei commensali che bisbigliava animatamente qualcosa di importante, a giudicare da come allungavano il collo per ascoltarla meglio.

    Elanor prese un bel respiro, soddisfatta del discorsetto che aveva appena pronunciato ai suoi, ed ignorando il disagio generale prese una bella cucchiaiata di rancio. Si stava raffreddando piuttosto rapidamente. Andiamo, ragazzi! Mangiate, questa sbobba diventa uno schifo se non vi sbrigate a prenderla… li esortò il capitano, prendendone un’altra generosa cucchiaiata dalla scodella. Beh, era già diventata uno schifo…e probabilmente era uno schifo anche calda, solo che si sentiva di meno il sapore. Kazuya giocherellava con la scodella, sovrappensiero, mentre sua sorella mangiucchiava la galletta senza tuttavia toccare nulla. Non poteva certo biasimarli per quella reazione. Neanche per lei era esaltante sapere che, al rientro, li avrebbe aspettati un benvenuto piuttosto…caloroso…per non dire caustico. Avete intenzione di mangiare o devo ordinarvi anche questo? brontolò Elanor, decisa a non indugiare oltre sull’argomento. E se non avessi fame? Protestò Mako, spingendo lontano da sé la ciotola. Beh, allora ti ordino di avere fame! tuonò il suo capitano, in una passabile imitazione del generale Ozun. Risate generali. La ragazza si voltò per controllare che qualche attendente troppo solerte non avesse ascoltato qualche parola di troppo, poi tornò a concentrarsi sui suoi ragazzi. Adesso sembravano leggermente più distesi, anche se tenevano gli occhi bassi. Almeno stavano mangiando. Le risate sono la cura migliore per ogni malumore.

    Dubbi? aveva chiesto Iris, dopo il suo illuminante discorsetto. Nessun dubbio…già, ci aveva pensato da quando Huizong aveva parlato per la prima volta di Riku. Se lo sentiva, che sarebbe accaduto, era solo questione di settimane. Se lei fosse stata una governante, e la propria figlia le avesse soffiato il trono per poi rinchiuderla in cella, non sarebbe certo rimasta a guardare. Riku aveva contatti e legami molto più antichi e saldi di quelli che aveva potuto intrecciare sua figlia nei pochi mesi di regno: potevano stare certi che i suoi alleati, là fuori da qualche parte, si erano già messi all’opera per spianare quell’increscioso problema che sedeva sul trono della Nazione del Fuoco. E, come tutti loro sapevano, uno degli ostacoli che si frapponeva tra Iris ed i congiurati erano proprio loro, le sue fedeli guardie. Elanor raschiò il fondo della sua ciotola con aria assorta, ripensando ai fatti della mattinata. Era trascorsa in fretta, come immersa nella nebbia: il pensiero del pericolo le aveva monopolizzato la mente: aveva fatto una fatica enorme ad ascoltare le ennesime lezioncine di Huizong sulla sicurezza, ed ancora più fatica a restare concentrata durante il turno di guardia. Si erano trattenuti per almeno un’ora nella sala tattica, ma lei non aveva aperto bocca, limitandosi ad osservare ed ascoltare chi ne sapeva più di lei. In un certo senso era rassicurante avere due membri della nobiltà nella squadra: se il pericolo si fosse manifestato sarebbero stati i primi ad averne notizia e si sarebbe potuto correre ai ripari in maniera più efficiente. Sospirò. La giornata era ancora lunga, per le Guardie Reali, bisognava tornare al lavoro…
     
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 9 (sett), sera

    [(#FF007F) EXP 153.290 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Nessuno ebbe niente da ribattere e per un istante Iris si chiese se avessero davvero colto la gravità della situazione: come potevano starsene lì tanto tranquilli? Tutti loro erano ormai indissolubilmente legati a lei... se lei fosse caduta... loro l'avrebbero seguita e Huizhong sapeva bene cosa questo significasse. Iris scambiò un'occhiata con il vecchio soldato e vide che il suo sguardo era concentrato su qualcosa che non riusciva ad afferrare e allora capì che si rendeva perfettamente conto, come anche Elanor, Len Shu e Shibao... ma avevano fiducia in lei. Come sempre sarebbe spettato a lei il ruolo più difficile in tutta quella storia, ma era pronta. Non per niente era il Signore del Fuoco. Questa volta, poi, aveva fatto le cose per bene e sapeva che, anche nella sfortuna, gli Spiriti l'avrebbero protetta, non aveva niente di cui preoccuparsi.

    Passò il resto del pomeriggio chiacchierando con Len Shu e Shibao, discutendo della vita nella Capitale, di quanto era successo nel periodo in cui aveva lasciato il governo in mano ai Saggi. La politica di Rozul non era piaciuta a diverse persone e molti la accusavano di aver permesso la sua ascesa. La cosa più difficile da sopportare era che si trattava della verità. Iris per prima sapeva che una persona del genere non sarebbe mai salita al trono se lei non se ne fosse andata in retta e furia, senza nominare un successore. D'altra parte era anche colpa di suo padre! Anzi! Era colpa di suo padre prima che sua! Nelle condizioni in cui si trovava in quel momento che poteva fare oltre che scappare a nascondersi, prima che qualcuno potesse sospettare? Suo padre, no. Lui poteva tornare, prendersi il trono, proteggere la loro nazione... ma non lo aveva fatto. Si era divertito a spiarla di nascosto, per "proteggerla". Iris non aveva mai sentito una scusa tanto ridicola. Ah, come doveva essersi divertito nel vederla piangere la sua morte, nel vederle rischiare la vita pur di vendicarlo! Non avrebbe più commesso un'ingenuità del genere! Era stata felice di scoprire come sia Len Shu che Shibao la pensassero come lei a proposito della politica da seguire. Era stato un pomeriggio incredibilmente tranquillo tutto sommato e se non fosse stato per quella corona che le tirava i capelli sarebbe stata certa di essere tornata indietro di qualche anno, al tempo in cui poteva ancora permettersi un po' di chiacchiere da salotto.

    Era ormai pomeriggio inoltrato quando si congedò dai due soldati: il medico era venuto per controllare le condizioni delle sue ferite e non aveva la minima intenzione di permettere loro di vedere cosa le era successo, ancora una volta per colpa di suo padre. Prima che il medico chiudesse la porta alle proprie spalle, tuttavia, Iris richiamò ancora una volta i due: "Shibao, avvisa Elanor. La aspetto nella mia cabina per cena" ordinò. Non ne era sicura, ma le era parso di notare un certo disappunto nell'espressione del giovane, non appena aveva fatto il nome del capo della sua guardia... ma non fece in tempo a concentrarsi su quel pensiero, perché il medico sfiorò una delle ferite, ottenendo la sua più completa attenzione.

    Iris tornò nella sua cabina un pugno di minuti prima del suo appuntamento. I servitori avevano appena finito di apparecchiare il piccolo tavolo per due persone. Le pietanze salivano direttamente nella cabina grazie a un montacarichi, nascosto all'interno di una delle paratie, in modo che arrivassero direttamente dalla cucina, senza alcuna possibilità di essere contaminate strada facendo. L'assaggiatore, in ogni caso, avrebbe fatto come sempre il suo dovere "avvisatemi quando arriva" ordinò la ragazza, infilandosi nella camera da letto, dove su un trespolo riposava il suo falco. "Ciao Riri" lo salutò affettuosa.
     
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  4. Silian
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 13 (sett), sera

    [EXP: 22.120 exp (30r100) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme completa Guardie Reali] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    Il capitano delle Guardie Reali giaceva sdraiato, come si suol dire, a “quattro di spade” sulla branda. Seduta accanto al suo giaciglio stava una dei suoi sottoposti. Ciarlava da almeno mezz’ora, a giudicare dall’entusiasmo con cui le rispondeva la sua interlocutrice…ossia, a grugniti. Ty lo fece, finalmente, una pausa nel suo ininterrotto monologo. Ma capo…mi stai ascoltando? Chiese, con aria inquisitoria. Mmmmmhhhh… Un grugnito più lungo degli altri, ed Elanor di Fire Fountain City si puntellò sui gomiti ed issò in aria la parte superiore del torace. Aveva le pieghe del guanciale stampate sul viso un po’ più pallido del solito. Mmmm…si, ti sto ascoltando…è che sono un po’ stanca, sai? Giornata lunga…ti dispiacerebbe lasciarmi un po’ sola? chiese con voce roca, poi si affrettò ad aggiungere Poi finisci a raccontarmi più tardi, va bene? chiese, tentando di avere un’aria più vispa. Dopo un attimo di esitazione la guardia annuì e scattò in piedi. Mi sa che vado a cercare Mako…abbiamo lasciato un discorso a metà, l’altro ieri…ma non so come mai, quando ha tempo libero non riesco mai a trovarlo…si disse, pensierosa. Si, si, vai a cercare Mako… bofonchiò Elanor, ormai con la faccia già spiaccicata contro il cuscino. La porta si richiuse con un tonfo. Silenzio. Che pace…

    Finalmente poteva sprofondare in quel limbo beato dove nessun sottoposto cercava di rintronarti, nessun nobilotto poteva guardarti dall’alto in basso e nessun fantomatico sovrano spodestato cercava di farti fuori insieme a sua figlia. Peccato che non durava mai abbastanza. Nel dormiveglia si affastellavano confusamente le immagini della giornata, generando visioni offuscate: il pranzo, di nuovo un’altra lezione di Huizong, gli occhi di Huizong, che esprimevano molto di più di quanto non volesse far trapelare…perché anche lui, il grande stratega, si stava preoccupando a morte…e poi ancora i due di Ozun che passeggiano sul ponte e Ty Lo che non la finisce di fare commenti. Possibile che non ci arrivi da sola…ovvio che chiunque si romperebbe le scatole, dopo dieci minuti che non chiudi il becco….ed era bello avere dei sottoposti che non ti odiano, ma di quel passo sarebbe uscita matta se tutti si fossero messi a blaterare come lei…ed il rollio della nave che la cullava silenziosamente…

    Stava giusto sorvolando il Polo Sud a bordo di un carro trainato da foche-tartaruga, quando dei colpi sonori la costrinsero a rimettere i piedi a terra. Avanti! gracchiò, sistemandosi precipitosamente a gambe incrociate sulla branda. La testa di Shibao fece capolino dal portello. Probabilmente avevano la stessa espressione stampata sulla faccia: lei era sorpresa di vederlo alla propria porta, e ne avrebbe fatto volentieri a meno, conciata come era; lui evidentemente imbarazzato di averla colta in un pessimo frangente. Entrambi si ricomposero in meno di un secondo. Sua Altezza il Signore del Fuoco Iris ha richiesto la sua presenza a cena. Annunciò con tono distaccato. Come se trovasse ridicolo il semplice fatto che lei mettesse piede nella cabina di Iris. Lo ignorò e rispose nel modo più formale che poté trovare. Sarò onorata di onorare il suo invito. Puoi andare, la raggiungerò tra pochi minuti. Shibao non si fece pregare. Ritirò la testa dal portellone, che si chiuse di nuovo con un tonfo.

    La testa…quando la svegliavano all’improvviso le faceva sempre male…dopo qualche minuto bussò alla porta della cabina. Un servitore andò ad aprire e la condusse nel luogo dove era stato apparecchiato un tavolo per due. Attese in un angolo, restando in piedi. Non erano previsti altri ospiti? Strano, si sarebbe aspettata di trovare almeno Huizong ed un paio di attendenti con loro. Controllò per la decima volta l’acconciatura nel riflesso di una delle fiamme stilizzate che ornavano la parete della stanza. L’aveva disfatta almeno otto volte prima di raggiungere il risultato voluto. Aveva legato solo i capelli alla sommità del capo, mentre aveva lasciato che gli altri ricadessero sulla schiena: erano cresciuti a sufficienza, ed ora non doveva tirare con l’arco, qualche capello in giro non avrebbe dato fastidio.
     
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 10 (sett), sera

    [(#FF007F) EXP 153.390 (15r50x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Una delle ancelle si infilò nlla sua stanza e percependo una presenza alle sue spalle Iris si voltò di scatto, il tempo necessario a rendersi conto che non si trattava di una minaccia, poi si rilassò, tornando ad osservare il proprio falco: "sì?" chiese, senza perdere tempo in inutili discorsi. La ragazza si inchinò rispettosamente "la vostra ospite è arrivata, Altezza", la informò. Iris annuì "bene" borbottò, allungando un braccio verso Riku, perché potesse posarsi sul suo bracciale. Attese il tempo necesario al falco per obbedire, poi sollevò il bracci davanti al volto, incamminandosi verso la stanza adiacente, arredata a salotto. Lo sfarzo era evidente, sebbene le dimensioni non permettessero di realizzare niente di simile ai preziosi arredi presenti nel palazzo reale, tuttavia il tavolo era in legno pregiato, e sopra di esso una tovaglia finemente lavorata arricchiva la tavola apparecchiata con antiche porcellane. Pochi a parte i sovrani, avrebbero rischiato a portare simili oggetti su una nave da guerra.

    Elanor aveva qualcosa di diverso dal solito e Iris notò che aveva lasciato sciolta parte dei capelli. Sorrise in direzione del soldato, posando il falco su un trespolo "poi andiamo a fare un giro" sussurrò all'animale con fare affettuoso. Il falco parve capire, o forse era solo l'effetto della voce della sua padrona, e subito iniziò ad allargare le grandi ali, pavoneggiandosi di fronte alla servitù. Iris non poté fare a meno di ridacchiare di quell'atteggiamento. Non per niente era il suo falco...

    "Siediti pure" ordinò a Elanor, affrettandosi a prendere posto a sua volta sul cuscino posato a terra, secondo la tradizione della Nazione del Fuoco. Subito dopo mosse un cenno in direzione dei servitori, perché si affrettassero a portare loro la cena. Aspettò che l'assaggiatore facesse il suo lavoro, poi congedò perfino lui. Nella stanza non era rimasto nessuno a parte le due ragazze, quando finalmente Iris rivolse la parola a Elanor: "Forse è tutta questa situazione che mi sta spingendo a pensare un po' più del solito" disse, misurando con insolita cautela le proprie parole "tra due giorni arriveremo al tempio e non ho la minima idea di cosa potrà succedere allora... e mentre ci pensavo mi sono resa conto che sei a capo della mia scorta da quanto? Due? Tre giorni? Eppure non ti conosco affatto. Posso fidarmi di te, Elanor?" chiese, pur sapendo che era una domanda inutile, perché avrebbe dubitato di qualunque risposta.
     
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  6. Silian
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 14 (sett), sera

    [EXP: 22.200 exp (25r80) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    Neanche un minuto dopo la padrona di casa fece il suo ingresso nella stanza, col suo falco poggiato su un braccio…e le rivolse un sorriso. Il capo delle guardie rimase decisamente interdetto, anche se fece in modo di non far trapelare nulla. Aveva a che fare con quella ragazzina da qualche tempo, ma era la prima volta che le sorrideva. C’era qualcosa di strano? Non poteva dirlo, la conosceva ancora troppo poco. Elanor sedette sul cuscino, mentre il falco sembrava deciso a fare sfoggio di tutta la sua bellezza. Chissà se la riconosceva ancora, dopotutto erano stati insieme un mese intero, ma non sapeva quanto poteva durare la memoria di un rapace.

    I vassoi fecero il loro ingresso nella cabina. Ed al solo vederli le passò quasi l’appetito. Sulle navi c’erano delle norme di sicurezza speciali da seguire. Huizong li aveva letteralmente torturati nell’ultima mezza giornata, guidandoli nella stiva, poi nella cambusa, dovevano imparare ad ispezionare il cibo immagazzinato e sorvegliare ogni anello della catena che lo portava fino alle cucine, per poi arrivare sulle tavole dei pezzi grossi. Come era accaduto a quella roba, di sicuro. Anzi, era fortemente probabile che fossero proprio quelle le pietanze a cui avevano fatto da balia per tutto quel tempo…fissò con sguardo appannato l’assaggiatore, più che altro per un riflesso condizionato. Se Huizong fosse stato lì avrebbe fatto lo stesso.

    Qualche minuto dopo erano rimaste sole. Era accaduto solo un paio di volte prima: poco dopo aver appiccato il fuoco al Palazzo di Kuro e quella notte nella foresta, quando l’aveva mandata a cercare la medicina: entrambe circostanze di cui ricordava i dettagli alla perfezione, se non altro per gli sviluppi che avevano avuto. Allora Iris prese la parola. Il tono era meno rigido del solito. …mi sono resa conto che sei a capo della mia scorta da quanto? Due? Tre giorni? Eppure non ti conosco affatto. Posso fidarmi di te, Elanor?". Ma che serata strana. Di nuovo…era la terza volta, forse, che le chiedeva se si poteva fidare di lei. Si trattenne all’ultimo secondo dal lanciarle un’occhiata interrogativa. Certamente, Altezza. Risposta di rito. Se avesse continuato a chiederglielo ogni qual volta si trovavano da sole, avrebbe potuto anche pensare che non credesse poi così tanto alla sua lealtà..anzi, questo era davvero un eufemismo. Se non si fidava di Kuro, che era stato il suo maestro…va beh, sorvoliamo sull’episodio delle candele, in quel caso era chiaro che stava tentando il suicidio. Aveva comunque fatto bene a dare l’allarme o non sarebbe stata lì davanti a lei a cenare, in quel momento.

    Certo che non mi conosci…ma cosa vorresti sapere da me, esattamente? Possibile che ti interessi veramente sapere qualcosa dei tuoi sottoposti? Non le aveva mai chiesto nulla fino a quel momento (a parte di eseguire i suoi ordini). Si può sapere che cappero le stava prendendo?

     
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    [(#FF007F) EXP 153.550 (28r80x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    "Certamente, Altezza." fu la pronta risposta di Elanor. Già. Iris scosse la testa e iniziò a torturare uno dei calamari che aveva nel piatto con la sua bacchetta, senza decidersi ad assaggiarlo. "Mi avresti risposto la stessa cosa anche se fossi venuta qui per uccidermi" decise, continuando a giocherellare con la roba che aveva nel piatto, scrutando con aria assente il sugo speziato. "Non mi basta" decise "è che non capisco: perché fai tutto questo per me? Non mi conosci, non hai la minima idea di quello che ho passato, di quello che ho fatto nei diciassette anni della mia vita... ma io non sono stupida. So che anche se vi teniamo fuori dalla vita politica della nazione anche voi del popolo avete delle idee... ce ne siamo accorti tutti, quando avete scatenato quella guerra al fronte sud. E proprio questo non mi torna: ho dovuto mettere a morte centinaia di contadini per far finire quella stupida rivolta. Possibile che non te ne importi niente? Che non importi niente ai tuoi soldati? Possibile che tu voglia aiutarmi anche se sono il simbolo di tutto quello che vi impedisce di arrivare al potere?". Semplicemente non aveva senso. certo, avrebbe potuto mettere Len Shu e Shibao a tenere d'occhio la situazione, ma erano pur sempre le sue guardie del corpo! Non poteva rischiare di scoprirlo un paio di giorni dopo, magari mentre erano sotto attacco da parte dei monaci!

    Da un lato si fidava di Elanor per il modo in cui l'aveva servita a Jang Hui, per tutto quello che aveva fatto per lei. Era stato grazie alla sicurezza di poter usare il suo dominio grazie alla pozione che le aveva procurato se aveva trovato il coraggio di uscire allo scoperto, di rivelare al mondo che era ancora viva. Se non l'avesse fatto Rozul non ne sarebbe venuto a conoscenza, non avrebbe tentato di eliminarla, non avrebbe recuperato la memoria e il suo dominio... e invece che su una nave in viaggio verso il sud in quel momento si sarebbe trovata in una stanzetta nel palazzo del governatore Kuro, costretta ad allenarsi senza successo con la fiamma di una candela. In fondo, se aveva ripreso il suo trono, lo doveva a Elanor... e le era grata per questo. Dall'altro non riusciva a dimenticarsi del fatto che era una comune popolana, come il resto della sua scorta.

    I nobili erano prevedibili, agivano sempre per gli stessi motivi, erano vincolati a rispettare le leggi dal buon nome della loro famiglia e chiunque fosse venuto meno a quelle antiche tradizioni sarebbe stato allontanato dai salotti, isolato dai suoi pari. Con il popolo era diverso: i loro ideali li lasciavano facile preda delle ambizioni e allora non avevano più alcun controllo... miravano sempre più in alto, senza guardare in faccia nessuno. Spietati, determinati, ma facile preda dell'emozione del momento. Era certa che per Elanor non fosse diverso. Anche lei doveva avere qualche motivo per avere accettato di servirla e Iris non sarebbe stata contenta finché non l'avesse scoperto, finché non fosse riuscita a darle quello a cui ambiva, a saldare il suo debito con Elanor e a legarla a sé, prima di rischiare la propria vita.
     
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  8. Silian
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    [EXP: 22.300 exp (30r100) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme Guardie Reali] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    "Mi avresti risposto la stessa cosa anche se fossi venuta qui per uccidermi" A quelle parole fu costretta a spostare tutta la sua attenzione sulla ragazza che le sedeva di fronte. Questo era fuori programma. Da quando in qua una nobile non si accontentava di una risposta di circostanza? " Non mi basta". Se magari prima avesse anche avuto un solo briciolo di fame, ora le era passata del tutto. Fissò dritto in faccia Iris durante tutto il suo discorsetto, infischiandosene dell’etichetta che le imponeva l’esatto contrario. Cercava di restare rilassata ma le mani che teneva in grembo si trovarono strette a pugno dopo pochi istanti, e la fronte diventava sempre più aggrottata. Perché non poteva contentarsi di un lavoro fatto bene e basta? I nobili erano così…io ordino, tu esegui, finiva lì. Perché non poteva semplicemente fare come tutti i suoi simili, odiosi o no che fossero? Dopotutto sapeva perfettamente di essere più forte di qualsiasi uomo presente sulla nave, anzi, nell’intera Nazione. Mala cosa che più odiava in quel frangente era di essere messa alle strette: stavolta doveva rispondere il vero, lei non si sarebbe accontentata di due paroline come aveva fatto Huizong. E le cose che le chiedeva erano le più difficili da trattare, per la stessa Elanor.

    Lottò con una discreta energia contro il senso di irritazione che minacciava il suo autocontrollo. Respirò un paio di volte per cercare le parole più adeguate a spiegare il suo punto di vista ad una persona che, probabilmente, non avrebbe creduto ad una singola parola di quello che avrebbe detto. E questo non migliorava il suo umore. Arrivare al potere, Altezza? le chiese, con voce cupa Non vedo, con rispetto parlando, quale vantaggio potrebbe esserci nel ricoprire un ruolo del genere, per nessuno… guardati, devi difenderti dal tuo stesso padre, come puoi chiedermi una cosa del genere?! Gridava una voce muta nella sua testa, una voce a cui non intendeva dare sfogo, o sapeva perfettamente che fine avrebbe fatto. Iris era di gran lunga troppo sensibile all’argomento. Meglio cambiare angolazione al discorso. Ho seguito la vicenda di Wen…e, se posso esprimere la mia personale opinione al riguardo, l’unico motivo per cui è riuscito a creare problemi di ordine pubblico è stato perché lanciava palle di fuoco più forti della norma, e la gente ha creduto che fosse la persona giusta per portare avanti il proprio malcontento. Non si è mai trattato di un buon governante, né di uno stratega sufficientemente preparato. Ha avuto dalla sua parte gente animata da forti sentimenti…che spesso bruciano di più di un buon colpo inferto col dominio. Ma per mandare avanti un Paese, almeno secondo quello che ho potuto imparare sui libri di scuola, non sono le palle di fuoco la cosa che conta. Una volta al potere, cosa avrebbe potuto fare oltre che insediare una casta di bruti pari a lui? E che fine avremmo fatto, se fossimo finiti sotto un governo simile? prese una pausa per riprendere fiato, non capiva esattamente che effetto stessero facendo le sue parole, quindi decise di dare una conclusione alla faccenda senza dilungarsi eccessivamente. "Non è che non ce ne importa. Quello che intendo dire, Altezza, è che le sue idee potevano anche essere giuste, ma il modo in cui sono state portate avanti non lo era. Le cose che iniziano col sangue finiscono nel sangue, e non è questo che desidero per il posto in cui vivo. Ho scelto i miei uomini per la loro lealtà ma non ho mai chiesto loro di darmi un’opinione al riguardo: l’unica cosa che desideravo da loro è che eseguissero gli ordini senza fiatare e che fossero leali. Non so se ho soddisfatto alla vostra richiesta…in caso contrario vi prego di dirmelo, sarò lieta di rispondervi" concluse, fissando il piatto di porcellana con un’aria più grave del solito.

    Sperava di non aver detto nulla di fuori posto: ripassò mentalmente i passaggi del suo discorso, forse era riuscita a non urtarle i nervi, in caso contrario lo avrebbe saputo presto. Talmente presto da non potersene neanche accorgere…


     
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    "Non vedo, con rispetto parlando, quale vantaggio potrebbe esserci" rispose Elanor. Iris la fissò come se avesse appena detto un'eresia: possibile che parlasse sul serio? Che non si rendesse conto dei vantaggi di avere il mondo nelle proprie mani? Ma, in fondo, non era che una popolana... come avrebbe potuto? Avevano quella visione un po' trasognata delle vicende politiche, della vita in generale. Un po' li invidiava per la loro ingenuità... e alle parole del soldato non poté fare altro che sorridere bonariamente. Fu allora che Elanor riuscì a sorprenderla: sembrava avere un'idea piuttosto vaga di quanto era accaduto realmente al fronte sud, ma a differenza dei contadini che aveva affrontato in quella sanguinosa battaglia sembrava anche avere capito una cosa fondamentale: non c'era niente che Wen potesse fare, non avrebbe mai potuto governare la Nazione del Fuoco.

    "Non è che non ce ne importa. Quello che intendo dire, Altezza, è che le sue idee potevano anche essere giuste, ma il modo in cui sono state portate avanti non lo era." spiegò il soldato, disprezzando senza mezzi termini le azioni di Wen. Azioni che, per la verità, non erano molto diverse da quelle che lei stessa aveva compiuto. Scatenare la guerra contro il Regno e i nomadi era stato un errore... ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. Iris assaggiò uno dei suoi molluschi, tastandolo prima delicatamente con la lingua, poi cacciandolo in bocca e tenendolo lì per alcuni istanti prima di decidersi a morderlo a inghiottirlo. Per quanto potesse apparire strano per lei quel modo di mangiare era un'abitudine talmente radicata che non ci faceva più caso.

    Rimase in silenzio per alcuni istanti, concentrandosi sul sapore della sua cena: il cuoco aveva fatto un lavoro eccellente, come sempre. I vari ingredienti erano ben dosati, le spezie arricchivano il gusto del piatto senza coprirne i sapori e il risultato era saporito senza scadere nell'eccesso. Portò il tovagliolo alla bocca, tamponando con dei colpetti delicati la bocca per asciugare il sugo, prima di rispondere: "I ragazzi che hai scelto sono stati un azzardo, ma in ogni caso la responsabilità è mia, tu hai fatto del tuo meglio" la rassicurò con sguardo severo "sai... hai detto una cosa molto saggia per essere solo una popolana: lascia che ti racconti come sono andate veramente le cose. Wen è nato a Bai Tong, non lontano da Shu Jing. Tutta la sua famiglia lavorava nelle fabbriche della città, ma lui voleva di più: non aveva i soldi per venire nella Capitale, così uccise i genitori, impossessandosi di tutti i loro averi. Arrivato nella Capitale avrebbe potuto entrare nell'esercito, venire istruito da maestri competenti... ma si è unito a una banda di teppisti. Avevo quasi dieci anni all'epoca, ma mi ricordo ancora il clima di terrore che c'era in città. Papà non mi lasciava nemmeno uscire in giardino senza scorta e per quasi un mese non ho potuto mettere piede fuori da palazzo. Poi papà è riuscito a prendere quella banda di malviventi, ma io lo vedevo che era ancora preoccupato, perché non aveva fatto allentare le misure di sicurezza. Sono passati tre anni prima che sentissimo parlare nuovamente di Wen... o meglio "Burning Flame", come ormai si faceva chiamare... e allora scoprimmo che nel frattempo aveva seminato il malcontento per tutta la nazione. Orde di contadini si alzavano contro di noi da ogni città, chiedendo una Repubblica. Per me non sanno nemmeno cos'è" disse, scuotendo la testa con sufficienza "mio padre ha cercato di dialogare con lui, ma Wen voleva solo la nostra testa, del resto non gli importava... ed è per questo che è riuscito a trascinare avanti la guerra per ben quattro anni, prima che ordinassi all'esercito di fermarlo. Ci sono situazioni in cui non si può dialogare, non si possono accettare compromessi se non si vuole ottenere un danno maggiore dei benefici. Ma i Saggi del Fuoco non lo capiscono. Loro non volevano questa spedizione, volevano che ci piegassimo al Regno della Terra, ma non sanno vedere al di là dei loro rituali... non vedono la nobiltà in subbuglio, non vedono i bisogni del popolo. Credo che, pur potendo fare tutto ciò che vuole, il Signore del Fuoco sia la persona meno libera al mondo" commentò Iris, riprendendo a mangiare, con la testa immersa nei propri pensieri.
     
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  10. Silian
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    [EXP: 22.460 exp (25r80x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    MESE 10, GIORNO 8, POST 16 (sett), sera

    Studiò l’espressione del viso di Iris, per esserne almeno consapevole, nel caso in cui avesse deciso di lanciarle una delle sue fiammate. Ma, a quanto pare, si stava preoccupando troppo. Infatti l’unica cosa che si disegnò sul viso dell’altra fu un sorriso, senza la minima traccia di tensione: prese tranquillamente uno dei calamari e lo assaporò con uguale calma, senza nessuna fretta. Insomma, non le aveva neanche rovinato l’appetito…buon segno, forse poteva sperare di sopravvivere in un ambiente come il Palazzo.

    Forse era ora di mandare giù qualcosa, anche se il nodo allo stomaco non era sceso del tutto. Agguantò una piccola porzione di cibo e cercò di mangiarla mantenendo il miglior contegno possibile. Accidenti, non si era mai trovata in una situazione simile: a cena col Signore del Fuoco…a mensa non glie ne importava niente a nessuno se ti sbrodolavi con il rancio. Non che lei avesse di questi problemi…ma in una situazione come quella poteva anche finire per dubitare della sua stessa capacità di centrare la bocca con gli hashi. Osservò sottecchi i gesti di Iris, per cogliere eventuali rituali da nobili o simili complicatezze e non fare figuracce. Mah, niente di strano, almeno all’apparenza. Forse anche la prova della cena poteva essere superata.

    Per essere buono, si, era veramente eccellente. Come faceva a mantenersi così in forma, quella lì, se le servivano roba del genere tutti i giorni? Bastava vedere i suoi esimi colleghi….di nobili magri se ne vedevano pochi, soprattutto dopo una certa età. Forse faceva ore di allenamento tutti i giorni, eppure non è che l’avesse vista fare tutta quella pratica, da quando erano sulla nave. O semplicemente aveva il metabolismo rapido tipico dei ragazzi della sua età. Addentò un altro boccone, adesso si sentiva un po’ meglio. Non conosceva la storia di Wen dal principio…o almeno, aveva iniziato ad informarsi solo durante la repressione della rivolta, quando era sceso in campo l’Avatar. Dei suoi genitori non sapeva nulla…ed ora che sapeva che fine avevano fatto, la sua opinione riguardo a quell’individuo non era migliorata. Era solo lei, a pensarla in quel modo, o la famiglia sarebbe dovuta davvero essere considerata la cosa più importante? Ma anche questo era meglio tenerlo per sé. Si era visto, che famiglia si ritrovava Iris, meglio non infilare il dito nella piaga.

    Credo che, pur potendo fare tutto ciò che vuole, il Signore del Fuoco sia la persona meno libera al mondo Un lampo di interesse attraversò gli occhi della guardia, a quelle parole. Guardò incuriosita la ragazza. Eh si, lo aveva detto. Beh, alla fine ci sei arrivata anche tu…con motivazioni diverse, certo…ma te ne sei accorta, di quanto sia scomodo il tuo cuscino! Decisamente più rilassata, agguantò un altro calamaro e fece onore alla cena del cuoco di corte.


     
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    La sua non era affatto una vita facile... ma non avrebbe rinunciato al suo posto per niente al mondo. Azzannò un altro mollusco, gustandolo con piacere: il popolo non poteva permettersi tutto quello, non poteva permettersi le sue morbide tuniche, i suoi mobili decorati, la sua collezione di sculture antiche, la servitù che si occupava di lei e delle sue necessità, l'intero esercito in attesa di un suo ordine e il popolo che si prostrava al suo passaggio. Dopo essere nata e vissuta per tanti anni in mezzo a simili ricchezze l'idea di rinunciare al suo titolo sembrava folle, tanto da non essere nemmeno concepibile. Vi era stata costretta... ma per tutto il tempo non era riuscita a pensare ad altro che a un modo per ritornare a casa, al posto che le spettava.

    Passarono diversi minuti prima che Iris drizzasse nuovamente la testa: "Elanor, credi davvero che io sia la persona giusta per governare questa nazione?" chiese, aspettandosi una risposta affermativa. Certamente suo padre avrebbe risposto di no... e Kuro, come sempre, si era schierato dalla sua parte. Magari era stato proprio lui ad aiutarlo a evadere. Non aveva più notizie di entrambi da diversi giorni, ormai. Non che le interessasse particolarmente averne. Preferiva non sapere niente, che facessero quello che gli pareva, purché lontano da lei e non pensare a loro la aiutava a credere che una cosa del genere fosse possibile. Ma un giorno avrebbe nuovamente sentito parlare di loro. Conosceva il modo in cui Huizhong era solito preparare i suoi piani e suo padre non era all'altezza: non sarebbe riuscito ad architettare un piano di fuga da solo. Era successo qualcosa, era stato aiutato... e poteva significare solo guai.

    D'altra parte... cosa poteva fare suo padre, a parte che tentare di ucciderla a suon di chiacchiere? Non aveva più uomini, i suoi sostenitori si contavano sulle dita di una mano e poteva sempre minacciare di farli uccidere. Anzi, magari se si fosse liberata di uno o due dei suoi sostenitori dichiarati avrebbe risolto il problema sul nascere.
     
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    [EXP: 22.760 exp (15r50x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    MESE 10, GIORNO 8, POST 18 (sett), sera

    Il silenzio era sceso nella cabina, interrotto solo dal ticchettio delle bacchette contro la porcellana fine disposta sulla tavola. Entrambe le commensali sembravano assorte nei propri pensieri, era da un po’ che nessuna delle due apriva bocca. I molluschi nei piatti venivano divorati l’uno dopo l’altro, con gesti misurati e metodici. Adesso che la situazione si era distesa riusciva a mangiare molto meglio, sarebbe stato un vero peccato lasciare quella roba nel piatto. Cercò di allontanare il ricordo del sapore del rancio del pranzo…quella roba era buona per incollare ai muri i manifesti dei ricercati, non a nutrire delle persone…mah, meglio non pensarci finché poteva.

    Sperava solo che Iris non avesse in serbo per lei altre domande scomode…"Elanor, credi davvero che io sia la persona giusta per governare questa nazione?"…come quella, ad esempio. Il soldato lasciò andare nel piatto il calamaro che aveva agguantato e scoccò alla ragazza un’occhiata interrogativa. Possibile che, tra tutte le domande, dovesse fare proprio quella? Cercò di valutare di nuovo le parole che intendeva utilizzare, sperando di nuovo nella sua buona stella. Altezza, siete molto giovane, state facendo un grande lavoro…inoltre, sinceramente non vedo chi altri potrebbe sostenere un peso del genere: basti vedere cosa è successo quando è salito al trono Rozul rispose pacatamente, trovandosi di nuovo a sondare il viso della sua interlocutrice alla ricerca di eventuali avvisaglie di una tempesta in arrivo. Nel frattempo cercava con energia di soffocare le voci di protesta che le stavano montando nel cervello…non le piaceva affatto la storia dei templi, né tanto meno l’attacco al Regno della Terra: ma quello non era né il tempo, né il luogo per esprimere le proprie opinioni. Quel che era fatto era fatto: se avesse avuto l’occasione di esprimersi per qualche azione futura sarebbe stata ben felice di farlo…a patto che fosse rimasta viva, ovviamente.
     
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    Iris annuì alle parole di Elanor, felice di avere finalmente trovato qualcuno d'accordo con lei, che non iniziava con sciocche paternali sulla giustizia e sull'onore, che come lei guardava i fatti... e i fatti dicevano che era il migliore Signore del Fuoco in circolazione. "Lo credo anch'io" disse, mentre la sua espressione si faceva più serena: "è per questo che ho deciso di fare qualcosa. So bene che sono giovane, che potrei commettere errori, come in passato. Mi sono fidata delle persone sbagliate, ho lasciato che i miei sentimenti influissero sulle mie decisioni. Perfino ora non sono del tutto sicura che attaccare i pirati sia una buona idea, ma ho valutto tutte le alternative con attenzione e non mi lascerò influenzare da quello che provo all'idea di tornare di nuovo in un tempio dell'aria, dopo..." scosse la testa, cambiando rapidamente argomento "il punto è che non c'è nessuno in grado di governare la nostra nazione. Mio padre si è preso gioco del suo stesso popolo... aveva perfino nominato mio zio Shalidar principe ereditario al posto mio. Ci credi!? Un volgare assassino al governo di una nazione, tutto per il suo sadico divertimento. Sai cos'ha detto?" chiese, fissando Elanor con sguardo inquisitorio, mentre i suoi occhi fiammeggiavano di rabbia. La fiamma della cancela al centro del tavolo parve farsi sempre più alta, il colore sempre più vivido, di un bianco intenso, fin quasi a virare verso l'azzurro.

    "L'ha fatto apposta perchè lo uccidessi! Trovava formativo che io uccidessi suo fratello, con il quale sono cresciuta!" sbottò, irritata al solo pensiero, ma ancora di più dal fatto di aver fatto il suo gioco per tanti anni. Era in momenti come quello che si ricordava perché aveva dato ordine di farlo rinchiudere a Boiling Rock ed allora giurava a se stessa che avrebbe fatto tutto il possibile per assicurarsi che ci finisse davvero. Poi si ricordava che, in fondo, era suo padre. L'unico che aveva. Riku sbatté le ali, innervosito dalla fiamma che si stava alzando in modo innaturale. Iris sospirò, rilassando i muscoli e lasciando andare il controllo involontario sulla fiamma: non faceva apposta, ma quelle cose le davano davvero sui nervi. Perché suo padre doveva odiarla tanto? Perché non potevano andare d'accordo, come quando lei era piccola? Gli avrebbe anche lasciato il trono... non le importava, non lo voleva se in cambio avrebbe potuto avere suo padre... ma suo padre non c'era più e pertanto non poteva fare altro che governare al meglio delle sue possibilità: gli Spiriti l'avevano fatta nascere per questo.
     
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  14. Silian
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 20 (sett), sera

    E, di nuovo, la palla di fuoco non venne. Elanor decise di rilassarsi, finalmente. Iris annuiva ed aveva un’aria piuttosto soddisfatta per quanto aveva sentito: il senso di soddisfazione per averla scampata di nuovo, però, non resse molto alla vocina fastidiosa che le ricordava quale fosse la sua opinione effettiva in merito alle guerre appena terminate. Si, si, lo so..brontolò mentalmente alla sua coscienza fastidiosa. A volte vorrei che tenessi il becco chiuso…mi rendo conto da sola di come stanno le cose, grazie! Non era da buttar via neanche il fatto che lei ammettesse di poter fare errori: data la premessa, si sarebbe aspettata di sentire l’esatto opposto da lei.

    …e non mi lascerò influenzare da quello che provo all'idea di tornare di nuovo in un tempio dell'aria, dopo..." ah, allora la coscienza ce l’hai anche tu, vero? Si disse maliziosa. Accidenti, non poteva pensarci. Anche se lei, personalmente, non c’entrava nulla con l’assalto ai templi, cosa impediva che nel suo viso tutti quei monaci vedessero il volto di un’assassina? Come poteva ignorare la violenza che i suoi connazionali, i suoi commilitoni, avevano usato contro tanto ragazzi indifesi, come potevano essere Liang o Hade? Dire “non sono stata io” equivaleva a nascondersi dietro un dito…un dito sporco di sangue, per giunta. Se l’onore della Nazione era stato macchiato in quei giorni, lo sarebbe stato anche quello di ogni singolo cittadino.

    Ci credi!? Un volgare assassino al governo di una nazione, tutto per il suo sadico divertimento. Sai cos'ha detto?" Si riscosse: di cosa stava parlando? Si, di suo zio Shalidar…suo zio, che aveva ucciso neanche un anno prima. La fiamma della candela al centro del tavolo si animò e risplendette di rabbia mentre si ritrovava di nuovo con gli occhi scrutatori di Iris addosso. In che razza di famiglia era cresciuta, quella ragazzina? Annuì silenziosa, guardando con la coda nell’occhio il rapace che si agitava sul trespolo. Cose come quelle la lasciavano senza parole. E dire che, quando litigava con le sue sorelle, sembrava ogni volta la fine del mondo…ma poi arrivava sempre la mamma a sistemare tutto, ed amici come prima. A proposito…ma non ce l’aveva mai avuta una madre, lei?
     
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    "Tanto poi è sempre colpa mia" sbuffò Iris "la cosa peggiore è che riesce sempre a convincere tutti e fare la parte dell'innocente. Il popolo lo ama anche se sotto il suo governo non aveva denaro... arrivo io e tutti a lamentarsi. Beh... non è giusto! Non mi danno nemmeno una possibilità per dimostrare quello che so fare. Per loro sono solo un ripiego perché il loro adorato Riku è morto. Ha detto che adesso non vuole governare" disse sfoggiando un sorriso sarcastico "ma proverà a togliermi il trono, vedrai... e allora si troverà di fronte a una bella sorpresa, perché anche lui ha un punto debole. Sarà bravo a parole, ma non sa combattere." disse allungandosi per prendere un pezzo di pane: ne assaggiò un morso, poi riprese "io non sono come lui. Ci ho pensato su tutto il giorno: gli darò la possibilità di fare finta che non sia successo niente. Se quello che mi ha detto è vero e vuole solo una vita tranquilla faccia pure, non lo cercherò per riportarlo in carcere, dove meriterebbe di stare... ma se tornerà nella Capitale e minaccerà il mio trono allora lo costringerò a combattere e tutto il popolo saprà che razza di persona è" decise, raccontando la sua idea con un certo orgoglio nella voce... e infatti era soddisfatta di quella decisione. Sembrava davvero saggia, in fondo sapeva che l'unico motivo per cui suo padre le aveva rifiutato l'Agni Kai era la sua incapacità con il dominio e i combattimenti.

    Chissà dove si trovava, Riku, in quel momento. Ferito e braccato. Si concesse un sorriso. Chissà se anche adesso gli sembrava un'esperienza tanto formativa. Se l'era cercata e aveva avuto quello che meritava. Rimaneva solo da convincere il popolo... e Kuro. A quel pensiero si rabbuiò. "Perfino Kuro si fida di lui... se solo sapesse cosa dice di lui alle sue spalle...!" brontolò ancora, scuotendo la testa nauseata al solo pensiero "ma immagino che, arrivati a una certa età, sia difficile ammettere la possibilità di essere stati raggirati per una vita intera" aggiunse, stringendosi nelle spalle.
     
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