Rotta verso il Tempio

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    MESE 10, GIORNO 8, POST 4 (ott), notte

    [(#FF007F) EXP 155.190 (15r50)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    "Mi siete sembrata piuttosto… provata, in cabina"
    disse Elanor e Iris prese un respiro profondo, distogliendo nuovamente lo sguardo. Non era "provata" era stanca morta e stufa di tutta quella situazione. Perché tutti si divertivano a darle contro? Stava solo facendo il suo lavoro, stava cercando di fare del suo meglio... che altro volevano da lei? Perché non potevano lasciarla in pace una buona volta!? Sempre tutti a pretendere! Non poteva mica accontentare sempre il mondo intero! "In realtà... non ci ho mai pensato. Quando il nonno andava in vacanza era papà a fare le sue veci. Nonno diceva che era bene imparasse da subito a governare e se ne andava alla villa di Qin Shuo per settimane. A me non è che piacesse tanto... papà diventava terribilmente nervoso in quei periodi, non gli si poteva più dire niente" rispose, perdendosi qualche istante nei propri pensieri "sai, credo che il potere l'abbia cambiato. Quando ero piccola era il papà migliore del mondo: non gli importava niente delle regole e dei protocolli, anche se aveva da lavorare veniva sempre a raccontarmi una storia prima di andare a dormire, mi faceva un sacco di regali, cercava sempre di tirarmi su di morale quando ero triste, giocava con me... poi quando il nonno ha cominciato a stare male è diventato isterico. Ha iniziato a gridarmi contro, non gli andava più bene niente. Il mio dominio non era abbastanza preciso, il mio comportamento non era adeguato a una persona del mio rango, ogni volta che uscivamo insieme facevo sempre qualcosa di sbagliato. E se con me era un incubo non hai idea di come si comportava con il mio fidanzato... per mesi ho temuto che si sfidassero a duello. Poi Riku ha deciso di esiliarmi" disse, tirando un calcio al parapetto metallico. Non era più suo padre quella persona.

    "Se sperava di tenermi lontano da Antk è stato tutto tempo sprecato, avrebbe fatto prima a non fare niente. Sarà soddisfatto adesso che ha ottenuto quello che voleva" aggiunse con voce carica di disprezzo. "In fondo non mi dispiace che sia riuscito a sfuggire alle mie guardie. Adesso forse capirà come ci si sente ad essere soli in un paese lontano, con la gente che ti ride dietro, senza nessuno disposto a darti una mano. Ha detto che l'ha fatto di proposito... che è un'esperienza formativa! Beh, per il momento non ho ricevuto lettere di ringraziamento per l'opportunità di crescita che gli ho offerto" disse risentita.
     
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  2. Silian
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    [EXP: 24.700 exp (15r50) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme Guardie Reali] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    MESE 10, GIORNO 8, POST 3 (ott), sera

    Quindi niente vacanze, eh? Male…per esperienza personale sapeva bene che tutti ne avevano bisogno, Signori del Fuoco compresi. Erano sempre e comunque esseri umani, e come tali si stancavano, al pari dei popolani. Le avrebbe ricordato quella questione appena avessero finito con i templi (anche se la modalità di quel “finire” restava per lei tanto oscura quanto inquietante). Sempre che non avesse perso le staffe prima…
    Mano a mano che passavano i minuti Iris sembrava più a suo agio: quando erano uscite dalla cabina faceva fatica anche a parlare, adesso rispondeva tranquillamente. Sembrava anche più tranquilla di prima. Altra prova che, alla fine, nonostante tutto, era umana anche lei: le chiacchierate aiutavano un po’ chiunque a fare mente locale e a calmarsi. E di nuovo: suo padre, suo padre, ancora suo padre…della madre, nessuna traccia. Ma quello era veramente un argomento delicato. Se avesse voluto parlarne, avrebbe deciso lei se e come farlo.

    Di nuovo quell’Antk, era la seconda volta che lo nominava. Prima aveva blaterato qualcosa al riguardo, mentre parlava di chi la voleva uccidere; ma forse aveva capito male…come faceva ad essere ancora in circolazione, se aveva tentato di farla fuori? Non è che l’aveva ucciso lei stessa? Strano che non ne avesse mai sentito parlare: qualsiasi nobile, fidanzato con la pretendente al trono, sarebbe stato senz’altro una personalità in vista…e più grande è l’altezza, più grande è il tonfo quando cadi. Che fosse stato messo tutto a tacere?

    “È stato un bravo falco” le disse all’improvviso, quando vide un paio di ali palpitare nella notte. Poteva benissimo essere un uccello qualsiasi, ma le era venuto subito in mente Riku. “Pensavo che mi sarei trovata con le dita piene di beccate…invece si è comportato davvero bene”. Una folata di vento più fredda delle altre la costrinse a serrarsi il mantello ancora più stretto intorno al corpo e a fare un paio di passi indietro per sfuggire alle correnti d’aria marine. Se ne sarebbe tornata volentieri dentro, ma non voleva che l’altra la prendesse come una scortesia. Si appiattì contro una delle pareti di metallo, ma era peggio, perché di notte diventava gelida. Magari tra qualche minuto il falco si sarebbe stancato, e sarebbe tornato indietro…

    Edited by Silian - 14/10/2011, 14:25
     
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 5 (ott), notte

    [(#FF007F) EXP 155.240 (15r50)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Iris ridacchiò, divertita: "oooh, ti assicuro che di solito lo fa. E' un falco molto protettivo, ma tu gli sei simpatica" rispose, e forse era proprio questa la ragione per cui si fidava di Elanor. Riku non si era mai sbagliato sulle persone, capiva al volo quando qualcuno voleva farle del male... aveva capito il piano di Zheng prima ancora che lei potesse sospettare qualcosa, le era sempre stato vicino, perfino al Polo... e con il tempo gli si era affezionata, tanto che ora non se ne sarebbe separata per nessuna ragione, nonostante fosse un regalo di suo padre. Avrebbe preferito tenerlo con sé come animale da compagnia, ma i suoi buoni propositi servivano a poco. Ogni volta che si metteva a scrivere qualcosa lui si affacciava alla finestra della sua stanza per poter recapitare il messaggio... certo, non era in grado di parlare, ma ogni volta che affidava a un altro falco la sua corrispondenza si metteva a volare attorno a lei con aria tanto risentita che non riusciva a non accontentarlo, anche se così facendo sapeva di metterlo in pericolo.

    Una folata di vento gelido si alzò dal mare e Iris alzò lo sguardo al cielo. Aveva passato al Polo tanto di quel tempo che ormai sapeva cosa poteva significare. Vento di tempesta... non prometteva niente di buono. Incrociò le braccia, riscaldandole con il dominio lì dove le mani sfioravano la sua tunica. Faceva freddo, ma Riku continuava a volare chissà dove sopra di loro. Poi qualcosa colpì il pontile: un tonfo sordo, a pochi passi da Iris. Istintivamente la ragazza si ritrasse, accendendo una palla di fuoco e puntandola in direzione del rumore, prima ancora di rendersi conto di quello che stava facendo... e fu solo quando lo illuminò con la sua palla di fuoco che si rese conto che ciò che l'aveva tanto allarmata non era altro che una lunga seppianguilla che si dimenava sul ponte, nel tentativo di ritornare in mare "Riku!" strillò disgustata, cercando con un piede di allontanare da sé quella cosa viscida. Evidentemente il falco aveva deciso che la sua cena non era stata sufficiente e si era premurato di procurarle qualcos'altro. Un qualcos'altro che non aveva la minima intenzione di assaggiare...
     
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  4. Silian
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    [EXP: 24.860 exp (25r80x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    MESE 10, GIORNO 8, POST 4 (ott), notte

    Fece un sorriso un po’ tirato per il freddo: le faceva piacere che quell’uccello la trovasse una persona gradevole. Almeno con le bestie non doveva sentirsi dare dell’asociale. Quando era in caserma, le volevano più bene i rinoceronti che le sue compagne di camerata. Ed anche il bisonte di Liang le aveva fatto le feste. Si era chiesta moltissime volte di chi fosse la colpa, se la gente la considerava una svitata. Ovvio, non amava stare in branco come il resto del mondo. Ma se anche una bestia riusciva a stare bene in sua compagnia, il fatto che le persone non ci riuscissero era piuttosto eloquente. Gli animali accettano chiunque per come è, basta essere gentili. Le persone no, con loro era più complicato. Ma a che pro, in fin dei conti? Tutta quell’attenzione morbosa per le apparenze era nauseante. A quel punto era meglio restare nella stalla a grattare le squame ai lucertoloni che dare spago a quelle vipere delle altre reclute.

    Un tonfo, una palla di fuoco accesa ed uno strillo disgustato. Fece un salto all’indietro fissando un po’ incuriosita, un po’ schifata, quella cosa che si dimenava sul ponte di metallo. Le era venuta la pelle d’oca…e non era per il freddo, le veniva sempre quando vedeva qualcosa di poco gradevole. Sembrava un serpente…pallida, la pelle luccicava con aria viscida alla luce azzurrina delle fiamme. Ed aveva dei tentacoli in cima alla testa, in mezzo a due enormi occhi color inchiostro. Ma che roba è?! Esclamò con voce piuttosto alterata. Iris cercava di scansarla con la scarpa, ma con scarsi risultati. Doveva averla tirata giù il falco, a sentire da come lo rimproverava…era schifosa, certo, ma là sul ponte che ce la facevano rimanere a fare? Doveva essere un pesce, faceva pena vederlo agonizzare all’asciutto. Non avete intenzione di mangiarlo, vero? Le chiese, puntando quell’affare col dito indice. Se Riku non si offende, preferirei levarlo di mezzo… le disse, poi vincendo il ribrezzo estrasse una delle sue lame e spinse con cautela la bestia verso una delle aperture del parapetto, quelle attraverso cui defluiva l’acqua che finiva sul ponte. Appena infilò la testa nel foro, quella cosa sembrò accelerare e sparì come risucchiata all’esterno. Il rumore dei motori coprì il tonfo leggero che fece quando toccò la superficie del mare. Spero per te che ti levi di mezzo, o ci penseranno le eliche a farti a spezzatino…gli disse mentalmente. Di prenderlo con le mani e lanciarlo lontano neanche a pensarlo. Poteva avere spine, aculei velenosi o la pelle tossica. Che ne poteva sapere?
     
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 6 (ott), notte

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    "Ma che roba è?!". Iris si chinò per osservare meglio "credo sia un... uhm... qualche tipo di pesce che nuota da queste parti" rispose il Signore del Fuoco, riluttante ad avvicinarsi oltre alla strana bestia che continuava a dimenarsi sul ponte. "Non avete intenzione di mangiarlo, vero?" chiese Elanor. Iris alzò uno sguardo disgustato sul soldato "nemmeno per idea!" rispose scandalizzata. Ma che le davano da mangiare se era disposta ad assaggiare un... ew! Che schifo! Fece una smorfia, senza riuscire a staccare lo sguardo da quell'affare che si contorceva in modo innaturale.

    "Se Riku non si offende, preferirei levarlo di mezzo…"
    propose Elanor. Iris annuì: "sì, è meglio..." rispose, lasciando che fosse l'altra ad occuparsene. Per la verità Riku se ne accorse e non fu particolarmente felice di vedere come il risultato della sua caccia veniva disprezzato in modo tanto evidente: il rapace lanciò un grido di protesta e planò verso Elanor sbattendo le ali con aria contrariata. Iris rabbrividì. Cominciava davvero a fare freddo e quelle temperature le stavano riportando alla mente brutti ricordi. "Riku, qui!" ordinò la ragazza con voce ferma, mentre allungava il braccio sinistro verso il rapace perché potesse posarvisi... e quello ubbidì, come un tempo, quando erano solo loro due abbandonati dal mondo. Iris avvicinò a sé il braccio, quasi la confortasse sentire il contatto del suo amico pennuto. Rivolse un sorriso affettuoso al rapace, poi tornò a rivolgersi a Elanor.

    "Si è fatto tardi, meglio rientrare. Manda un paio delle tue guardie a sorvegliare la mia cabina. Ti aspetto domani, cenerai con me" ordinò e senza attendere risposta si infilò sottocoperta. Era stata una serata... strana. Chissà se era stato il mare, quella schifosa bestia che aveva catturato Riku o che altro, ma per un istante era riuscita a dimenticarsi di tutte quelle preoccupazioni che da mesi gravavano su di lei e ora si sentiva più serena riguardo al proprio futuro. Avrebbero liberato il mare da quei pirati, se lo sentiva!
     
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  6. Silian
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    [EXP: 25.060 exp (30r100x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    MESE 10, GIORNO 9, POST 5 (ott), mattina/sera

    I soliti tonfi la svegliarono. Aprì gli occhi, si stiracchiò e si tirò a sedere sulla cuccetta: sentiva un brutto bruciore a livello della gola…provò a schiarirsi la voce con qualche colpetto di tosse, ma sembrava che al momento la laringe non avesse intenzione di collaborare…si massaggiò il collo contrariata ed iniziò a prepararsi ad uscire. Doveva essere stato il freddo della sera prima, a farle quello scherzetto. “Niente urlacci, per oggi” si disse a malincuore. Ripensava alla stranissima serata del giorno prima…doveva tornare da Iris quella sera stessa. Chissà se Riku l’avrebbe perdonata per la storia del pesce…doveva portargli qualcosa di buono da sgranocchiare, o le avrebbe tenuto il broncio a vita.

    Al tavolo della mensa mancavano Kazuya e Shizuka. Le aveva spedite nottetempo a fare la guardia alla cabina di Iris ed ora si stavano riposando: al posto loro c’erano Li e Ty Lo. Il tè caldo scendeva nella gola e la rendeva momentaneamente insensibile al bruciore dell’infiammazione. Così andava meglio…tossì ancora e riuscì finalmente a liberare una voce che, più che umana, sembrava quella di un orso-ornitorinco appena uscito dal letargo. Fulminò con lo sguardo Mako che sghignazzava. Dopo pranzo avrebbero fatto una bella sessione di allenamento, allora avrebbero visto, chi aveva da ridere… poi riposo, bagno e cena.

    Non era stata un granché come idea, quella dell’allenamento. Per niente…ma almeno le era servito per rendersi conto che rischiava seriamente di rammollirsi. Un paio di palle di fuoco le erano passate ad una distanza ridottissima, per non parlare di quella fiammata che le aveva sfiorato una guancia, provocando una scottatura allungata che partiva dallo zigomo fino alla mandibola. Le navi erano un posto pessimo per l’allenamento: metallo ovunque, rimpiangeva la terra e l’erba fresca, o la sabbia dell’arena della caserma. Insomma, ti passava la voglia di allenarti su quella bagnarola…e gli effetti si sentivano, eccome. Cercò di riposare poi, quando arrivò l’ ora, di darsi una sistemata. La sua ospite l’aspettava.

    Il sole era calato quando raggiunse la cabina di Iris: era arrivata con leggerissimo anticipo rispetto alla sera prima, ed aveva un piccolo involto in mano. Le aprì una delle sue ancelle, straordinario quanto si assomigliassero tra loro…invece di stare buona in un angolo si avvicinò cautamente al trespolo dove era appollaiato il falco. Era una sua impressione, o la stava guardando con aria terribilmente torva? Cercò di non lasciarsi impressionare ed aprì i lembi di stoffa che racchiudevano un paio di interessanti bocconi che aveva trafugato dalla cucina. Riiiku? Fece in modo che il rapace vedesse bene quello che stava facendo, poi prelevò un pezzetto si carne con due dita e lo fece penzolare a debita distanza dal becco adunco: se avesse voluto aggredirla, almeno avrebbe fatto in tempo a ritirare la mano. Guarda cosa ti ho portato? Gli disse con tono soave, come avrebbe potuto fare con un bambino imbronciato. Mi perdoni, vero? Osservò il falco, pronta a reagire in caso scattasse stridendo in avanti. Ci teneva, sia alle dita che agli occhi...
     
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    MESE 10, GIORNO 9, POST 7 (ott), sera

    [(#FF007F) EXP 155.390 (30r100)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Il medico se n'era accorto... e ovviamente aveva protestato. Eppure... non si sentiva affatto diversa, come aveva fatto quell'uomo a capire che aveva usato il dominio, nonostante il suo invito a non farlo? Iris non ce la faceva più! Chiedere a un dominatore del fuoco di non dominare il suo elemento era come chiedergli di non respirare!!! E poi non si sentiva poi così male! Certo... appena si appoggiava da qualche parte la sua schiena di faceva sentire, ma aveva sopportato di peggio! Cominciava a fare un freddo caneorso e il Signore del Fuoco rabbrividì. Ecco una scusa perfetta! "Ma fa troppo freddo per non usare il dominio!" si lamentò, squadrando l'ometto con sguardo assassino. Lui sgranò gli occhi, barcollando leggermente all'indietro... ma non cadde. "Mi... mi rendo conto, A-Altezza, ma... ma è per la vostra salute" balbettò tra un profondo inchino e qualche cenno in direzione delle ancelle della ragazza. "S-sarebbe meglio se non usciste... e che per il freddo usaste un mantello pesante" borbottò mentre si infilava fuori dalla cabina.

    Iris sbuffò. Non ne poteva più di tutta quella situazione! E era di nuovo colpa di suo padre! Se non avesse voluto a tutti i costi contraddirla non avrebbe perso la pazienza... e allora non avrebbe scatenato quell'incendio... e nessuno si sarebbe fatto male!!! Oh... il giorno in cui lo avesse preso gliel'avrebbe fatta pagare anche per questo! Iris si strinse nel mantello: se il medico sperava che se ne restasse tutto il giorno chiusa in una decina di metri quadri si sbagliava di grosso! E poi... era ora dell'allenamento quotidiano dei suoi soldati! Già non poteva combattere, almeno così avrebbe potuto assistere a qualcosa di interessante!

    Len Shu e Shibao la scortarono sul ponte. Il cialo era coperto, ma il mare era calmo e la navigazione tranquilla. Sul ponte i soldati si affrontavano senza esclusione di colpi, mentre Len Shu si divertiva a commentare gli errori dei soldati di Elanor. Era indubbio che la loro tecnica potesse essere ulteriormente affinata, ma Shibao non sembrava altrettanto convinto della bontà dei suggerimenti di Len Shu... e Iris aveva la netta sensazione che, non appena avessero finito il loro turno di guardia, avrebbero risolto quella questione come qualunque nobile avrebbe fatto. Purtroppo non poté verificare la propria teoria, perché il momento del loro arrivo si stava avvicinando e c'erano diverse cose da preparare. Aveva passato tutto il pomeriggio a discuterne con Huizhong ed era a malapena riuscita a fare un bel bagno rilassante prima che Elanor la raggiungesse.

    "Riiiku?" chiese Elanor, avvicinandosi al falco. Il rapace iniziò a sbattere nervosamente le ali, pronto ad allontanarsi... ma sentiva odore di cibo. Si avvicinò sospettoso al pezzo di carne che gli porgeva Elanor... sì... aveva tutta l'aria di essere cibo... ma non si comportava come cibo: se ne stava lì, inerte, ad aspettare. Il falco si mosse sul trespolo, incerto per un istante sul da farsi, poi perse completamente interesse per quella cosa che gli penzolava davanti.

    In quel momento Iris fece il suo ingresso nella stanza: i capelli erano elegantemente raccolti nell'acconciatura tradizionale e indossava una lunga tunica rosso scuro. "Buonasera" salutò il Signore del Fuoco, con un sorriso stampato sulle labbra. Con un cenno congedò le ancelle che l'avevano accompagnata, con un secondo invitò Elanor a raggiungerla al tavolo. Non poté fare a meno di notare quel segno rosso sul volto del soldato. "Pensavo che non essendo dominatori vi insegnassero a schivare le fiamme" scherzò, ben sapendo che non sempre era cosa facile.
     
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  8. Silian
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    MESE 10, GIORNO 9, POST 6 (ott), sera

    Il falco arruffò le penne e le scoccò un’occhiata decisamente poco amichevole, mentre sbatacchiava le grandi ali. Non sembrava particolarmente felice di vederla, ma non la stava beccando alla fine. Decise di allontanarsi un poco e lasciare che si rendesse conto della carne. Per qualche istante sembrò lievemente interessato, ma durò poco: si rimise a lisciarsi le piume col becco, senza degnarla di uno sguardo. Stava per avvicinare di nuovo il boccone all’animale quando la voce di Iris le fece fare un salto. Per poco non fece cadere l’involto e la carne…rimise il brandello rossiccio a posto e salutò la padrona di casa con un inchino. “Buonasera a voi” rispose, notando stupita l’insolita espressione della ragazza. Le ancelle si erano dileguate…e lei avrebbe dovuto sedersi, se solo non avesse avuto un pacchetto di carne sanguinolenta per le mani…optò per una soluzione rapida e si infilò l’involto nella manica, in compagnia egli stiletti.

    Si passò involontariamente una mano sulla bruciatura, lasciandosi sfuggire un’occhiata imbronciata che dirottò prontamente verso un punto imprecisato sulla parete che aveva di fronte. “Di positivo c’è che se riescono a colpire di striscio me, un qualsiasi criminale non avrebbe scampo…” replicò, studiando sovrappensiero l’andamento della scottatura con le punte delle dita. “Che succede a Riku, non ha fame oggi? Gli avevo portato qualcosa per farmi perdonare per quella storia del pesce, ma non sembra aver gradito” chiese indicando il rapace, per evitare di approfondire l’argomento ‘sicari ed assassini’ in sua presenza. Lui sembrava ignorare tranquillamente la sua presenza, o almeno quella era l’impressione che dava. Peccato, le dispiaceva averlo fato arrabbiare.
     
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    Alle parole del soldato sul volto di Iris spuntò un sorriso triste: "spero davvero che tu abbia ragione. Non ne posso più di dovermi guardare le spalle tutti i giorni, tutto il giorno. Lo so che dovrei esserci abituata, ma..." iniziò, tornando con il pensiero a quei mesi passati al Polo, sotto la protezione del Capo Tribù. Le stavano tornando in mente un po' troppo spesso in quegli ultimi giorni... sì, faceva freddo, tutti la trattavano male... ma per mesi nessuno l'aveva odiata tanto da volerla morta. Forse, a modo loro, quei trogloditi le volevano bene. Se solo non l'avessero tradita...!

    "Che succede a Riku, non ha fame oggi?" chiese Elanor. Iris si sedette di fronte alla tavola imbandita e alzò un'occhiata distratta sul proprio falco. "Mmmh" borbottò "se ti consola non prende cibo nemmeno da me. Credo che sia troppo orgoglioso per farsi servire" commentò mentre iniziava a scoperchiare i vassoi. Adocchiò con sguardo felice quello che aveva tutta l'aria di essere un pollotacchino in agrodolce: "o forse si è solo fatto più prudente. Hanno tentato di avvelenare anche lui, cinque o sei mesi fa. Non ho mai scoperto come hanno fatto... voglio dire... di solito non si lascia avvicinare dagli sconosciuti, tantomeno da quelli con cattive intenzioni" disse con un sospiro. "E la cosa più disgustosa è che l'hanno fatto solo per arrivare a me! Come si fa a cadere tanto in basso? Tentare di uccidere una povera bestiola che non farebbe del male a una zanzamosca!?" chiese, sinceramente convinta delle proprie parole... perché Riku per lei non era altro che un affettuoso animale da compagnia. Nonostante le prede sanguinolente che di tanto in tanto le portava non riusciva ad immaginarselo come una potenziale minaccia per nessuno. Rivolse un sorriso al proprio falco "poi ti portiamo a fare un giro" lo rassicurò, iniziando a servirsi. Non lo faceva mai, ma in fondo era divertente comportarsi da popolani di tanto in tanto.
     
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  10. Silian
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    MESE 10, GIORNO 9, POST 7 (ott), sera

    Continuò a guardare assorta il falco, mentre Iris iniziava a servirsi. Lei non lo avrebbe certo chiamato “bestiola innocente”, con quelle unghiacce…e quel becco adunco…però, se era abbastanza sveglio da accorgersi di essere stato avvelenato, non voleva certo insistere e passare per una malintenzionata. Prima o poi gli sarebbe passata l’arrabbiatura. Aspettò che l’altra finisse di prendere il cibo che preferiva, per poi imitarla con calma, per evitare di schizzare di sugo la tovaglia o i vestiti di Iris. Non poteva sapere come avrebbe reagito, nel caso. Tagliò in piccoli pezzi la carne ed iniziò a masticare con tranquillità i primi bocconi.

    Rispetto alla sera prima si sentiva molto più a suo agio: in qualche modo, adesso sapeva di essere una presenza gradita e di non avere nulla in particolare da temere da parte sua. Niente a che vedere con il loro primo incontro, quando si era messa a tranciare fiori col pugnale ed a minacciarla di morte sicura nel caso avesse aperto bocca. Non che fosse del tutto fuori pericolo, ovvio, però le cose erano migliorate. Probabilmente la privazione del Dominio l’aveva resa particolarmente aggressiva ed indisponente.

    Cosa avete fatto oggi? Chiese tra un boccone e l’altro. Non vi ho vista in giro…tutto il giorno in sala tattica? …a parlare con quei vecchi barbagianni, probabilmente. Non la invidiava affatto. Come faceva a passare tutto il suo tempo a discutere di tattiche di guerra? Almeno lei poteva permettersi due scazzottate con i suoi ragazzi per tenersi in forma e svignarsela ogni tanto dalle grinfie di Huizong, che sembrava deciso ad insegnarle anche come chiudere le finestre in maniera corretta…
     
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    La domanda di Elanor la colse totalmente alla sprovvista... non perché fosse strana, ma perché di solito era lei a fare le domande, non le succedeva spesso il contrario e di norma risolveva tirando palle di fuoco... ma forse in questa situazione non era il caso. Che doveva fare? Lanciò un'occhiata perplessa alla sua interlocutrice: "uhm... più o meno" borbottò in risposta. Poi si rese conto che forse quella domanda richiedeva una risposta più approfondita, ma il vero problema era che non aveva la minima idea di cosa prevedesse il protocollo quando si parlava con un'amica. E se l'amica era una popolana? Era abbastanza sicura di non aver mai studiato niente del genere... ma dopotutto era il Signore del Fuoco e al momento non c'era nessuno a parte Elanor ad osservarla, poteva anche lasciar stare tutte quelle regole, per una volta. Pro futuro si sarebbe informata meglio su quello che la situazione richiedeva. Stiracchiò un sorriso. "Domani arriveremo al Tempio. Secondo il capitano dovremmo essere lì poco prima di mezzogiorno. Abbiamo deciso che l'ammiraglia getterà l'ancora alle pendici del monte dove sorge il tempio e noi saliremo con i palloni. Huizhong rimarrà sulle navi e se rifiuteranno l'accordo si terrà pronto a fare fuoco dal lato ovest con la flotta, quindi noi dovremo stare attenti a trovarci da quel lato, in modo da non rischiare di venir colpiti dal fuoco alleato. In quel caso saremo noi a dover impedire ai nomadi di fuggire: il resto dell'esercito ci raggiungerà in una decina di minuti dalla ricezione del mio messaggio, nello stesso momento in cui le navi cominceranno a fare fuoco. Inutile dire che la precisione è fondamentale... ma sarà una vittoria facile, non c'è niente di cui preoccuparsi. In ogni caso conto che tutto questo non sarà necessario, non hanno motivo per rifiutare la mia offerta" annunciò con voce atona, quasi fosse un rapporto più che una conversazione... nel mentre giocherellava a stuzzicare con le bacchette quello che aveva nel piatto. Osservò il sugo andare da una parte all'altra del piatto, poi si cacciò qualche pezzo di carne in bocca: cotto al punto giusto e insolitamente delicato, ma era meglio così. Si avvicinava ormai il momento dell'arrivo e quel nervosismo che per qualche ora le aveva dato tregua stava tornando a tormentarla più fastidioso che mai, con effetti spiacevoli sul suo stomaco.
     
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  12. Silian
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    MESE 10, GIORNO 9, POST 8 (ott), sera

    Il cibo rimasto nel piatto perse improvvisamente ogni attrattiva. Neanche provò a stuzzicarlo con le bacchette, l’idea di mangiare altro le dava il voltastomaco. Accidenti…Fissò lo sguardo nel piatto, sicura che la sua espressione, per quanto controllata, non potesse annunciare nulla di buono ad Iris. Fantastico…avrebbero fatto la loro bella scampagnata al Tempio, mentre il vecchio barbagianni se ne stava pronto con i cannoni puntati verso i monaci indifesi. Chissà quanti sarebbero finiti schiacciati dalle macerie, se per caso si fossero opposti. Come poteva calcare le pietre dell’agorà e guardarli tranquillamente in faccia, sapendo a cosa stavano andando incontro? Trattenne un sospiro. Hade…sperava di tutto cuore che non si trovasse assolutamente a casa sua. Aveva un bisonte, no? Che lo usasse allora…e che se ne andasse subito da li!

    “…saremo noi a dover impedire ai nomadi di fuggire” Rabbrividì mentre ripensava alle parole di Iris. Che voleva dire…si immaginò la scena: esplosioni, polvere e schegge di pietra ovunque, le grida dei novizi ed i muggiti dei bisonti mentre cercano di fuggire…e loro che chiudono il portone e lo puntellano prima che riescano a farlo…poteva già sentire i colpi disperati contro il legno massiccio…poi tornò in se: aveva la pelle d’oca, e la stretta allo stomaco stava rapidamente evolvendo in una bella nausea. Lanciò un’occhiata opaca al piatto praticamente ancora pieno. Non voleva assolutamente sapere in che modo intendeva bloccarli...almeno, non prima che accadesse l'irreparabile.

    “In ogni caso conto che tutto questo non sarà necessario, non hanno motivo per rifiutare la mia offerta". Sollevò lo sguardo dal piatto, mentre il sangue tornava a fluire timidamente nelle dita fredde. Studiò brevemente l’espressione di Iris, interdetta: come faceva ad avere un tono così tranquillo e formale, mentre parlava di fare l’ennesima strage? Si sfregò le mani l’una contro l’altra, giusto per fare qualcosa e non starsene lì impalata a fissare il tavolino. Un po’ di calore riuscì a penetrare nelle articolazioni. Ed il bello è che non faceva affatto freddo…Quindi, secondo lei non ce ne sarebbe stato bisogno. Voleva tanto essere sicura come lei, di quelle parole. Forse i monaci si sarebbero ricordati degli attacchi passati e non avrebbero compiuto scelte avventate. Si, c’era da sperarlo: non potevano permettersi altre perdite, dopo quelle già subite.

    "Avete mai incontrato uno di loro? Un nomade, intendo…ci avete mai parlato?" Chiese senza guardarla in faccia, giocherellando con uno dei pezzetti di carne ormai fredda.
     
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    Iris era talmente concentrata sulla sua cena che non fece caso all'espressione di Elanor. Era stato un pomeriggio pesante ed ora era felice di potersi prendere qualche istante di meritato riposo "Avete mai incontrato uno di loro? Un nomade, intendo…ci avete mai parlato?" chiese il soldato. Iris inarcò leggermente un sopracciglio: che diamine...? Abbozzò un sorriso divertito, scuotendo la testa "ragioni in modo strano" borbottò, perplessa da quella domanda. "Sì, ne ho conosciuti diversi. Dopo la caduta di Ba Sing Se ho scoperto che il Principe Zheng mi aveva tradita: invece che prestare soccorso al Capo Tribù, come avevamo deciso, era andato ad aiutare i suoi avversari, con il nostro esercito!" rispose, tornando ad arrabbiarsi al solo pensiero. "Dovevo molto al Capo Tribù e non potevo permettere una cosa del genere... così mi sono recata al Polo Nord di persona. Una volta arrivata ho scoperto che quel vigliacco aveva chiesto aiuto sia a noi che ai nomadi... e poi aveva abbandonato i nomadi a combattere, rintanandosi nei cunicoli sotto la sua città con i suoi dominatori dell'acqua. Ovviamente i nomadi non erano riusciti a reggere il confronto con il mio esercito e erano stati massacrati. Sai... tutti credono che i nomadi siano solo una congrega di pacifisti innocui... ma ci sono diverse cose che il mondo non sa." disse, poi si arrestò, colta da un dubbio. "Non dovrei raccontarti queste cose" disse squadrandola con aria incerta, mentre lei per prima cercava di capire come fossero arrivate a parlare di una cosa del genere. Azzannò un altro pezzettino di pollo, poi con la bacchetta indicò il piatto di Elanor "se non mangi ti si fredda" le ricordò.

    Si strinse nelle spalle. Dopotutto erano cose ormai passate... e Elanor conosceva segreti ben più grandi: "Ascolta... questo non dirlo a nessuno" si raccomandò, prima di proseguire "circa trecento anni fa uno dei miei bisnonni, il Signore del Fuoco Sozin, divenne famoso per essere riuscito a sterminare quasi tutti i nomadi grazie all'aiuto della cometa che oggi porta il suo nome. Idiozie. Lo sanno tutti che i nomadi schizzano da tutte le parti, cometa o non cometa. La verità è che il bisnonno non sarebbe riuscito a librarsi di loro se non avesse avuto un aiuto dall'interno... ma questo è meglio che non si sappia, il bisnonno non ci farebbe una grande figura. E' stato un monaco ad aprirgli la via... e i monaci di oggi non sono affatto diversi: furbi e traditori. Appena sono arrivata al loro accampamento sono stata contattata da uno di loro che mi ha fornito tutte le informazioni sulle difese dei loro templi, sperando che lo aiutassi a prenderne il controllo... e poi probabilmente pensava di diventare governatore... o Monaco Anziano... o come li chiamano loro" raccontò, disgustata al solo pensiero di quella bassezza.

    "L'ho denunciato ai Monaci Anziani... speravo di ottenere in cambio almeno un po' di rispetto, invece non sono nemmeno rimasti a sentirmi! Mi hanno trattata come una bambina viziata. Sai, credo che lo facciano di proposito a vivere isolatidal mondo civile, sperano di poter tramare impunemente alle nostre spalle, ma per loro sfortuna non sono un'ingenua. Guarda caso l'area in cui circolano i nostri pirati è sotto il loro controllo... non ti sembra strano che non abbiano fatto niente per fermali, nonostante attaccassero delle navi indifese? Non lasciarti ingannare dalla loro aria innocente, calcolano ogni mossa" disse, senza grande convinzione. Era una gran bella storia. Vera. Più o meno. La aiutava a dimenticare quello che aveva fatto loro, ma la verità era che ultimamente non ci credeva più nemmeno lei. L'espressione della ragazza si indurì: "sono tutti dei traditori" disse, più a se stessa che a Elanor, mentre con la mente andava a quel nonno che l'aveva ingannata.
     
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    Diverse cose che il mondo non sa? A sentire lei, sembravano un branco di ipocriti…naaah, impossibile. Non Hade, non Liang. Hade, poi…quel monaco era stato capace di portarla a spasso tranquillamente, come se fossero vecchi amici, quando l’unica volta che si erano incontrati per poco non finiva coinvolto in uno scontro con i suoi commilitoni. Non ce lo vedeva assolutamente a fare la doppia faccia. Ma c’era dell’altro…non amava sentire parlare male di persone per cui nutriva stima, era come se le accoltellassero davanti ai suoi occhi. Però si trovava li in quel momento, e tapparsi le orecchie era un gesto infantile. Si protese leggermente sul tavolo per ascoltare meglio il racconto di Iris. Che non le piacque affatto.

    Certo, non c’era nulla in quel discorso che potesse sembrare forzato o frutto di una esagerazione. Erano esseri umani, ed in quanto tali era inverosimile pensare che non ce ne fosse neanche uno su mille, di monaco disonesto. Però faceva male lo stesso…non facevano meglio ad andarsene dai Templi, quando sentivano che la loro strada non era diretta davvero all’Illuminazione? Non potevano evitare di mettere a repentaglio la vita e l’integrità morale dei ragazzi che avevano in custodia? Sospirò, scoraggiata per quanto fosse difficile resistere in quel mondo così spesso ingiusto.

    "sono tutti dei traditori" sibilò a bassa voce. Elanor rabbrividì. Non le piaceva quel tono, per niente. Sembrava quello di una persona che ha intenzione di fare piazza pulita, considerando i trascorsi. Sarebbe cambiato qualcosa, se avesse provato a dire la sua? Probabilmente no, anzi, era opportuno non insistere troppo per non farla innervosire ancora di più. Però due paroline bisognava che le dicesse. “In tutta sincerità, non l’avrei mai detto…ne ho incontrati solo un paio, e tutto avrei potuto dire tranne che si trattasse di due canaglie” spiegò, con l’aria più limpida che riuscisse a trovare. Male che andasse, sarebbe passata di nuovo per sempliciotta, niente di irreparabile. “Sembravano due bravi ragazzi, dopotutto. Ma non mi stupisce che ci siano delle mele marce nel cesto: se ce ne sono a Corte, figuriamoci in un tempio…solamente, mi turba abbastanza il pensiero che in un eventuale attacco ci vadano di mezzo dei bambini innocenti. Ma mi rendo conto che si tratta del prezzo della guerra…” aggiunse, senza lasciare che il proprio tono acquistasse la gravità dei pensieri che la tormentavano da giorni. Cercò di farle sembrare delle osservazioni casuali, senza calcare troppo sull’argomento. Che situazione sgradevole…
     
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    Iris alzò lo sguardo interdetta. Come poteva essere tanto ingenua? Davvero credeva che qualcuno di loro meritasse un destino diverso dagli altri? Ah, se avesse saputo tutto quello che sapeva lei... chissà. Forse un giorno avrebbe capito. Scosse la testa bonariamente, passando a un'insalata dai colori accesi. "La cultura dei nomadi è molto diversa dalla nostra. Per esempio... per loro la famiglia non ha alcun valore, fanno crescere i bambini tutti assieme, senza che nemmeno sappiano chi è il padre o la madre e non c'è nessun segno che permetta di distinguere i nobili dai popolani" disse, più perplessa che disgustata. In realtà Iris sapeva bene che i simboli esteriori non erano necessari, perché c'era una differenza sostanziale tra loro che un vero nobile avrebbe colto anche ad occhi chiusi.

    Sui bambini, però, non aveva tutti i torti. Che colpa ne avevano, loro, se erano stati cresciuti da gente tanto indegna? Si bloccò un istante, osservando la verdura che aveva nel piatto, poi la sua espressione si fece improvvisamente seria e tornò ad alzare lo sguardo su Elanor: "No. Non deve succedere. Non permetterò che venga fatto del male a persone innocenti: ce ne occuperemo noi!" decise, squadrando il soldato con attenzione. Aveva un'idea. "Ascolta... appena arriveremo dai nomadi io andrò a parlare con i Monaci Anziani. Voi, nel frattempo, sarete liberi di girare per il tempio. Cercate di essere più discreti possibile, trovate tutti i bambini e radunateli con qualche scusa. Se saremo costretti ad attaccare, il vostro compito sarà assicuravi che non si facciano male" disse zittndo Elanor con un cenno, prima ancora che avesse tempo di aprir bocca "non preoccupatevi per me, so guardarmi le spalle da sola... e un manipolo di nomadi non rappresenta certo una minaccia" disse con un sorriso soddisfatto. Quel piano le piaceva proprio... poi avrebbe portato i piccoli nomadi nella Nazione del Fuoco, dove avrebbe potuto farli istruire come delle persone civili.
     
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