nomadi in fuga

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    NOTA:
    questa ruolata è aperta ad ogni utente che abbia un PG nomade non impegnato in alcuna ruolata tra il mese 2 giorno 10 e il mese 2, giorno 20

    TIMELINE:
    mese 1 giorno 25: i soldati della Nazione del Fuoco accompagnano la FireLord Iris al tempio del nord, per discutere con i monaci anziani riguardo a potenziali infiltrati della Gilda tra i monaci e dello scioglimento dell'esercito dei nomadi
    mese 1 giorno 26: tutti i monaci anziani si trovano al tempio del nord, per discutere dello scoglimento dell'esercito dei nomadi, fondato per volere dell'Anziano Elrohir. Hangin, che in seguito all'istituzione dell'esercito aveva lasciato i templi con le sue allieve partecipa alla riunione.
    mese 1 giorno 28: Iris chiede l'esecuzione sommaria di tutti i nomadi accusati di fare parte della Gilda o di aver avuto contatti con essa
    mese 1 giorno 29: insoddisfatta dal tentativo di dialogo Iris ordina la distruzione del tempio del nord
    mese 2 giorno 1: attaccato il tempio dell'ovest, quasi tutte le monache riescono a fuggire grazie a un'inaspettata eclissi di sole
    mese 2 giorno 2: attacco al tempio dell'aria del sud e dell'est, i superstiti si contno sulle dita di una mano


    SITUAZIONE:
    I templi dell'aria sono stati attaccati dalla Nazione del Fuoco, i nomadi superstiti sono dispersi per le quattro nazioni mentre i soldati del Signore del Fuoco danno loro la caccia. I Monaci Anziani stanno cercando di mettersi in contatto con tutti i dispersi e raggrupparli in piccoli gruppi, pronti a muoversi al primo segno della presenza dei soldati. Questa è la storia di uno di quei gruppi: ci troviamo a breve distanza dal tempio dell'Ovest, attualmente presidiato dai nemici. Il tempio sorge tra le pareti di un canyon e giù nella gola i nostri hanno trovato riparo tra alcune grotte, incuranti dei dirigibili che presidiano l'area sopra alle loro teste. Certo nessuno penserebbe di trovarli proprio lì, pronti a riappropriarsi delle loro stanza non appena l'esercito si allontanerà.


    MESE 2, GIORNO 10, POST 1, pomeriggio

    [(violet) EXP 8.810 (15r50x2)][DENARO: 500 mo + ABBIGLIAMENTO: tunica corta giallo chiaro, fermata in vita da una fascia arancione][EV: 600, ABILITA': / ARMATURA: /, ARMI: aliante (on)]



    Erano passati otto giorni da quella notte infernale, quando il tempio dell'Est era stato attaccato: Vimala non si era fermata un solo istante, era corsa verso le stalle con quanto fiato aveva in corpo e, considerando che era una nomade, ne aveva un bel po'. Aveva sentito le grida delle sue compagne, il calore delle fiammate lambire i suoi vestiti e aveva qualche piccola bruciatura a testimoniarlo. La monaca si guardò intorno... era strano come tutto quello che la circondava sembrasse normale: qualche sacco a pelo gettato in fondo alla grotta, provviste ammonticchiate, pronte ad essere caricate sui bisonti per una rapida fuga... un lemure squittì, arrampicandosi sulla testa della monaca e lei sorrise, accarezzandolo divertita. "Ciao... e tu da dove vieni? La conosci la mia Poppie? Lei è un bisonte volante, però credo che potresti esserle simpatico... per la verità è un tipo un po' timido, ma una volta che ha fatto amicizia con qualcuno è difficile separarla... anche dalle angurie è difficile separarla, a dirla tutta" borbottò, cercando di seguire con lo sguardo il piccolo mammifero. Il lemure sembrò stancarsi rapidamente di giocare con i suoi capelli e con un balzò tornò a terra, correndo rapido verso l'imboccatura della caverna. Vimala lo seguì per un po' con lo sguardo, poi si tirò in piedi. Sembrava un po' di essere in campeggio, tutti insieme, come se quello che era successo non fosse stato altro che un brutto sogno. Vimala si grattò le bende che coprivano una leggera bruciatura al braccio... niente che non avesse già affrontato nel corso dei suoi viaggi. Una ragazza, che doveva avere qualche anno meno di lei, visto che non aveva ancora ricevuto i suoi tatuaggi, le passò davanti con un grosso cesto di frutta, che andò ad aggiungersi alle altre provviste. "Chi ci sta a andare a vedere cosa combinano gli acciarini al piano di sopra?" propose, stufa di stare ferma senza far niente.

    Edited by @Les - 19/5/2011, 19:37
     
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  2. Silian
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    [1300 DÉSEFA #0082C3 (25r80)] [DENARO: 200 Mo RdT DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: tunica lunga gialla, cintura arancione] [EV: 770 EV, ABILITA': // ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    MESE 2, GIORNO 10, POST 1, pomeriggio

    --------------------------------------------------------------------------------

    Guardò a testa in giù la pancia dell’ennesimo dirigibile che attraversava il cielo sopra al tempio. Sbuffò annoiata, mentre una brezza leggera faceva dondolare il ramo a cui si era appesa.
    Ma CHE NOIA! I
    l nonno se l’era letteralmente svignata, lasciandola in mezzo a quel branco di spostate sempielate. Da quando era finita in mezzo a loro si sentiva ancora più maledettamente fuori posto.
    Si doveva guardare le spalle ancora più di prima, anzi, la testa, perché lo sapeva, era solo questione di giorni, quelle stavano sicuramente complottando per RASARLA A ZERO!!
    In fondo, mooooolto in fondo, doveva ringraziare la sua sorellona, se aveva ancora tutti i capelli sulla zucca. IRIS.
    Lo sapevano, quelle, che erano parenti? Beh, ora quelle pazzoidi avevano altro a cui pensare! Si nascondevano tutte come ratti nelle fogne di Ba Sing Se. Beh, non era stata mai un ratto, ma Désefa era certa che i ratti si divertissero molto più di loro in quel preciso frangente. Fece una capriola e sedette sul ramo, si lisciava svogliatamente i capelli cespugliosi: tolse un rametto dalla chioma corvina e lo scrutò con aria distratta, poi se lo ficcò in bocca ed iniziò a mordicchiarlo. PUAH!! Che schifo…con uno sputacchio qua ed una là saltellò da un ramo all’altro, intercettò una monaca con un cesto di frutta ed acchiappò una mela al volo mentre quella passava sotto di lei. Affondò i denti nella polpa del frutto. Anche quello era privo di sapore. Masticò il boccone più che per testardaggine che per fame. Non c’era neanche gusto neanche a rubare, con queste qua. Non si mettevano neanche a rincorrerla. Veramente, non si accorgevano mai di niente. Più tonte anche di Kratos. Le mancavano, le mancavano da matti gli inseguimenti a Ba Sing Se. Rosicchiò per bene il frutto, si pulì le labbra con una manica e lanciò il torsolo addosso ad un lemure che saltellava all’ingresso della grotta. Centro perfetto! Si concesse un sogghigno diabolico mentre il primate berciava infuriato. Durò poco. Adesso era annoiata ancora peggio di prima. Sbadigliò rumorosamente.
    E si sentiva come se…come se le mancasse qualcosa di davvero importante. dI ESSENZIALE.
    Ma cosa? Si grattò la testa cespugliosa in preda al dubbio.
    GIUSTO! Come aveva potuto dimenticarsela!
    Se c’era una cosa, UNA SOLA cosa di cui non poteva PROPRIO fare a meno…e bene, questa cosa di cui non poteva fare a meno non la vedeva da almeno tre settimane…BIRRA! Maledizione!
    Dolce, dolcissimo nettare inebriante…al solo pensiero la sua gola sembrò seccarsi ancora di più. Saltò via stizzita dal suo albero e si appollaiò come un avvoltoio capelluto sulla pietra sovrastante l’ingresso della caverna. Dall’interno provenivano le voci di un paio di monache. Con un sospiro si lasciò precipitare in avanti nel vuoto e penzolò davanti all’ingresso della caverna, come un grosso pipistrello giallo.
    “Le vostre signorie avrebbero per caso della birra nel loro ricovero?” chiese con tono piatto ed annoiato. Domanda retorica. Il taglio di capelli non era la sola cosa per cui avevano un pessimo gusto. Lasciò la presa delle gambe e fluttuò come una foglia morta fino a terra, stravaccandosi a quattro di spade sull’ingresso del rifugio. “No ovviamente…” grugnì guardandole con sufficienza “Dite che gli quelli ce l’hanno un goccetto a bordo?” chiese con tono lugubre fissando un altro dirigibile che si librava nell’aria sopra le loro teste.
     
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  3. Hachiky"myfairytales
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 1, pomeriggio

    (#0000FB) EXP 6810 (39r100x2)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 800, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    Essere tanto vicina a casa sua e non poterci entrare era per Liang una situazione talmente penosa che più volte era stata tentata di prendere Kombo e tornare a nascondersi nei boschi; a trattenerla era stato il suo buon senso: quelle grotte, con ingressi tanto angusti da passare inosservati anche alle vedette più attente, e ad ogni modo difficilissime da raggiungere erano molto più sicure di qualsiasi selva. Chi mai sarebbe andato a cercare dei Nomadi superstiti così vicino al luogo della loro disfatta? Al contrario, monti e foreste erano un nascondiglio troppo scontato e già da alcuni giorni i soldati della Nazione li stavano setacciando tutti da cima a fondo. Per giunta non era più sola! Le altre due ragazze erano una più stramba dell'altra e la più piccola delle due, più o meno della sua età, sembrava del tutto asociale, ma erano pur sempre delle Nomadi come lei e insieme si sarebbero potute proteggere a vicenda. La ragazzina si grattò la testa come per scacciare tutti gli inutili dubbi che si stava ponendo, ritrovandosi così a toccare i suoi nuovi capelli. Già, i capelli. Fin dal suo primo giorno di latitanza aveva deciso di farseli crescere, anziché di raderli come faceva ormai da anni, per non attirare troppo l'attenzione quando si avvicinava a qualche centro abitato per procurarsi cibo o altro. E quelli, come entusiasti di non essere più falciati senza pietà ogni mattina, erano cresciuti sulla parte anteriore della testa folti e disordinati, e molto rapidamente: ora non poteva dire di avere già i capelli di una ragazzina qualsiasi (per quanto la crescita si fosse rivelata insolitamente rapida), ma certo aiutavano il camuffamento vero e proprio, costituito da abiti del tutto comuni che si era procurata il secondo giorno (anche se il termine più appropriato era probabilmente 'rubato'). Dopo un'ultima occhiata al cratere per essere sicura di non essere seguita, la ragazzina recuperò dalla sporgenza dove l'aveva poggiato il cesto di frutta ed entrò nella caverna dove lei e le altre fuggiasche si erano stabilite. All'interno trovò il bisonte Poppie intento a terminare il suo pasto (Kombo doveva aver già finito il suo da un pezzo e probabilmente stava dormendo sul fondo della caverna) e la ragazza di nome Vimala, in quel momento impegnata a studiare le scottature che probabilmente aveva riportato durante l'attacco al Tempio dell'Est. Liang non sapeva cosa fosse successo ma qualche giorno prima aveva spiato degli arcieri della Nazione e quello che aveva sentito non le era piaciuto per niente. Ora aveva paura di cosa Vimala avrebbe potuto raccontarle, sempre ammesso che se la sentisse di parlarne. Mentre posava il cesto di frutta accanto alle altre provviste la giovane le rivolse la parola. ""Chi ci sta a andare a vedere cosa combinano gli acciarini al piano di sopra?" chiese in tono vagamente impaziente. Liang capì al volo, del resto anche lei ne aveva abbastanza di rimanere ferma a macerarsi nei suoi pensieri cupi: ora che la depressione le era passata era perennemente in pena per i suoi amici. Si girò verso di lei per rispondere, ma in quel momento fece la sua comparsa l'altra ragazza, Désefa. “Le vostre signorie avrebbero per caso della birra nel loro ricovero? No ovviamente… dite che gli quelli ce l’hanno un goccetto a bordo?” Liang inarcò leggermente le sopracciglia: che un nomade, per di più donna, per di più della sua età, mostrasse attaccamento a un alcolico era quantomeno insolito. E pensare che al suo Tempio davano a lei della stramba! Alle sue maestre avrebbe fatto bene conoscere quelle due, forse avrebbero smesso di lamentarsi. Ad ogni buon conto la seconda parte del discorso di Désefa le aveva fatto venire un'idea. "Birra, eh? Sinceramente non mi era venuto proprio in mente di procurarmene e temo che i lemuri non ne abbiano. Ma per quanto riguarda i soldati... sì, loro hanno di sicuro tutti gli alcolici che vuoi. Io e Vimala stavamo giusto andando a dare un'occhiata su, se non ci faremo notare potrai prendere un po' di birra." Prese dalla parete dove l'aveva appoggiato il suo aliante e spinse da parte Désefa per dare un'occhiata fuori. "Ora non passa nessuno, se vogliamo lanciarci è il momento giusto. Potremmo volare rasenti alla parete del canyon dal lato in ombra, oggi l'hanno già perlustrato, non penso che torneranno ancora."

    Edited by Hachiky"myfairytales - 23/5/2011, 17:04
     
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    secondo me è un po' strano che Liang abbia già la frangetta: sono passati 10 giorni scarsi dall'attacco

    MESE 2, GIORNO 10, POST 2, pomeriggio

    [(violet) EXP 9.010 (30r100x2)][DENARO: 500 mo + ABBIGLIAMENTO: tunica corta giallo chiaro, fermata in vita da una fascia arancione][EV: 600, ABILITA': / ARMATURA: /, ARMI: aliante (on)]



    All'improvviso una sagoma scura si stagliò contro la macchia di luce che costituiva l'ingresso della caverna. Vimala si lasciò cadere di lato, posando la spalla sinistra contro la parete rocciosa "Le vostre signorie avrebbero per caso della birra nel loro ricovero?" chiese una voce annoiata. Aprì la bocca per rispondere, ma mentre lo faceva si rese conto che non ne aveva la minima idea... era arrivata lì poche ore prima, il tempo sufficiente per procurarsi qualcosa da mangiare, far riposare Poppie... e rendersi conto che lì non c'era niente da fare: non c'era un campo da palla-aria, non c'era una cucina, non c'erano nemmeno stalle da pulire, a dirla tutta! In realtà avrebbe potuto sedersi a meditare su quello che era successo ma... era troppo presto, perfino per lei. Storse la bocca, cercando di allontanare il senso di colpa che stava scompigliando il suo stomaco. Che voleva da lei? Non poteva fare altro! Se fosse rimasta a combattere sarebbe morta come tutte le altre... era quello il ringraziamento per essersi salvata? Gliel'avrebbe fatta vedere lei al suo maledetto stomaco.

    Raggiunse il cesto di frutta che la monaca aveva posato insieme alle altre provviste, in un angolo della caverna, e cominciò ad addentare una mela: era farinosa, dolciastra, la stagione delle mele doveva essere passata da un po' e quella era probabilmente una delle ultime che sarebbe avrebbero trovato "...se non ci faremo notare potrai prendere un po' di birra" concluse Liang, raccontandole di come stavano per andare a dare un'occhiata al piano di sopra. Vimala lasciò cadere la mela che stringeva tra le mani, afferrandola in perfetto equilibrio su un piede "Poppie!" esclamò, attirando l'attenzione del suo bisonte. Il grosso animale aprì le fauci in un muggito e Vimala colse l'occasione per far rimbalzare il frutto sul piede e poi calcarglielo dritto in bocca. In realtà la mira della nomade non fu particolarmente precisa, ma il bisonte allungò la lingua con la rapidità di un rettile, afferrando il frutto al volo. "Punto per Mala!!!" esultò la nomade, sbracciandosi in segno di vittoria, mentre si avvicinava all'ingresso della caverna, in direzione di Désefa. "Anche tu sei qui dell'Ovest? Perché non ti ho vista quando sono arrivata... e non ci hanno nemmeno presentate, anche se immagino che non è un buon momento per fare amicizia... insomma, con tutti i soldati di sopra, che ci danno la caccia. Non solo di sopra, comunque... venendo qui mi sono accorta che sono in giro un po' dappertutto, per l'intero Regno della Terra... forse è proprio per questo che le maestre ci hanno fatte venire nella Nazione del Fuoco, ci sono meno soldati qui che nel resto del mondo. Comunque non è una brutta cosa... avevo deciso che un giorno venivo qui nella Nazione, ma poi non ho mai trovato il tempo, perché a dire la verità mi sono fermata parecchio nelle Tribù..." disse, iniziando involontariamente con un altro dei suoi interminabili monologhi.

    "Ora non passa nessuno, se vogliamo lanciarci è il momento giusto" la interruppe Liang. Vimala si riscosse e si voltò annuendo verso la nomade che aveva parlato "Lily, mi passi il mio aliante?" le chiese indicando un bastone abbandonato contro la parete alle sue spalle, e contemporaneamente allungando un braccio verso di lei per afferrarlo al volo. "Cooomunque!" riprese in direzione di Désefa "Non ci hanno ancora presentate, credo. Vimala... ma gli amici mi chiamano Mala... cioè... non proprio tutti. Sai che, pensandoci bene, alcuni non mi chiamano affatto? Non ti sembra una cosa strana? Insomma... c'è un motivo se uno ha un nome, no!? Però se vuoi conoscere della gente davvero strana devi andare nel Regno della Terra... sai che vanno dei tornei tipo quelli di palla-aria... solo che non hanno una palla, e non devono nemmeno centrare un bersaglio! Si devono colpire a vicenda con il loro dominio e vince chi riesce a buttare più gente fuori dall'arena..." riprese, capace di continuare finché qualcuno non l'avesse fermata.
     
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  5. Silian
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    [exp 1600 DÉSEFA #0082C3 (30r100x2)] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: tunica lunga gialla, cintura arancione] [EV: 770, ABILITA': // ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Alle parole di…Liung? Leung? Boh chisseneimporta, Désefa tirò su la testa degnando di attenzione le due colleghe.
    ADESSO cominciamo a ragionare.
    Sbadigliò tirandosi su. Le altre si stavano armando di aliante. Strano.
    Avrebbe dovuto avere l’adrenalina a mille. Invece no. Sbuffò contrariata.

    All’improvviso una autentica scarica di sillabe riecheggiò contro la volta della grotta. Sembravano non finire mai. Dés cercò esterrefatta la fonte di tale baccano. Era la bocca aperta dell’altra nomade. …Ma quanto parla…continuò a fissarla con un sopracciglio sempre più sollevato. "Non ci hanno ancora presentate, credo. Vimala... ma gli amici mi chiamano Mala... cioè... non proprio tutti. Sai che, pensandoci bene, alcuni non mi chiamano affatto? Non ti sembra una cosa strana? Insomma...
    Dopo un po’ sentì una fitta acuta alla fronte. Un crampo. Al sopracciglio. E quella. Non. La. Smetteva. Di. blaterare. Ecco come avevano trovato i templi. Avevano seguito la scia delle sue chiacchiere. Indubbiamente. Altrettanto indubbio era che quella lì doveva essere più fuori di un balcone panoramico. Troppo freddo alla testa fa male. Beh, comunque quel crampo era una rottura. Bisognava eliminare il problema alla radice. Si piazzò davanti a lei con i pugni poggiati sui fianchi, sovrastando la voce della nomade con la propria ”SONO DESEFA. Mio nonno mi ha appena scaricato qui...Giusto in tempo per i fuochi di artificio.” ridacchiò con un ghigno sottile.

    I templi. Se li era sempre immaginati come…come…beh, erano diversi da come li aveva pensati prima di arrivare. E non poteva dire che le fossero ESATTAMENTE piaciuti. Cioè, un conto era stare là col nonno e con gli altri bacucchi. Loro avevano un’aura del tutto particolare. Li rispettava. Anche Chady, a suo modo. Ma Chady ora non c’era. E si annoiava a morte. Almeno la sorellona aveva movimentato un po’ la situazione. Era chiaro come il sole che era stata lei ad ordinare gli attacchi. Dopotutto, era lei il capo. Che l’avesse fatto per togliersela dai piedi? Il dubbio le fece corrugare la fronte. Era capace anche di questo? Forse si. Forse no, non glie ne importava abbastanza. Ma il problema urgente era un altro. LA SETE.

    Si stiracchiò, recuperò il suo bastone dalla parete della grotta e lo picchiò forte a terra per attivare il meccanismo nascosto. Subito le due membrane di stoffa scattarono fuori dai lati dello strumento. Che rumore dolce…quante volte aveva volato sopra Ba Sing Se con quel vecchio affare. Quel senso di libertà era impagabile. O forse lo si poteva anche pagare…con un’adeguata scorta di birra si intende…Corse di getto all’imbocco della grotta, incapace di bloccare quella frenesia che le era salita nel petto all’idea del volo! ”Allora fanciulline…ce la facciamo a partire prima di diventare vecchie? Vi crescerà la barba e dovrete rasare a zero anche quella!!” cantilenò impaziente sgranando gli occhi e mimando con la mano il gesto di accarezzarsi un’immaginaria barba fluente.

    Pensò a sua sorella. Doveva essere lì nei paraggi, armata fino ai denti, con mille soldati a farle la guardia. Che faccia avrebbe fatto, vedendola svolazzare fuori dall’oblò del suo regale dirigibile? Avrebbe fatto fuoco e fiamme, LETTERALMENTE! Al pensiero un enorme ghigno le attraversò il viso. Se solo avesse saputo QUALE dirigibile era quello giusto…mah, maledizione…non poteva permettersi del sano divertimento! La gola secca protestò di nuovo ricordandole lo scopo di quella escursione. Iris avrebbe dovuto aspettare. Ora c’era altro di cui preoccuparsi. Si leccò le labbra pregustando già il dolce nettare, protesa in avanti come un uccello rapace alla ricerca della preda.
     
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  6. Hachiky"myfairytales
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    secondo me è un po' strano che Liang abbia già la frangetta: sono passati 10 giorni scarsi dall'attacco

    Ti stupirà sapere che ho fatto confusione tra le date :D


    MESE 2, GIORNO 10, POST 2, pomeriggio

    (#0000FB) EXP 7350 (32r100x2)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 800, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    "Lily? Mi ha già dato un soprannome?" non sapendo bene se considerarlo un segno di stranezza o un gesto d'affetto si limitò a porgere a Vimala l'aliante come richiesto, aggiungendovi un bel sorriso: qualunque fosse il significato di quei modi affabili, di sicuro da parte sua c'erano buone intenzioni. L'altra però non le badò: era tornata a sommergere di chiacchiere Désefa, che non parve gradire particolarmente, tanto che a un certo punto, dopo aver assunto la più vasta gamma di espressioni sconvolte e disgustate, la interruppe bruscamente per dichiarare ad alta voce: "”SONO DESEFA. Mio nonno mi ha appena scaricato qui...Giusto in tempo per i fuochi di artificio.” Liang non capì bene di cosa diavolo stesse parlando, ma non gradì molto il ghigno che accompagnava quelle parole né l'allusione ai 'fuochi d'artificio'. Comunque non avrebbe potuto chiedere spiegazioni neppure volendo: dopo quella frase enigmatica la coetanea voltò loro le spalle per recuperare l'aliante e aprirlo; subito dopo si tuffò all'imboccatura della grotta impaziente: ”Allora fanciulline…ce la facciamo a partire prima di diventare vecchie? Vi crescerà la barba e dovrete rasare a zero anche quella!!” le prese in giro la ragazza. Liang aprì la bocca e la richiuse: di sicuro nella sua vita le avevano fatto notare in molti la sua totale anormalità e se questo non le aveva fatto alcun effetto in tanti anni dubitava che le sue parole potessero sortire effetto. Scrollando le spalle si avvicinò all'imboccatura della grotta e si affacciò ancora una volta, più cautamente che mai: nulla, nessun movimento né rumore allarmante. Scrollò il suo aliante perché si aprisse e si girò verso le altre due ragazze. "Via libera, andiamo." disse, e si lanciò nel vuoto.
    Le correnti del canyon le conosceva come le sue tasche: non c'era bambina al Tempio dell'Ovest che, una volta imparato ad usare l'aliante, non desiderasse provare il brivido di lanciarsi in quella gola così paurosamente profonda; lei più di tutte, dal giorno in cui gliel'avevano proibito. "Vado a provare il giro della morte con Kombo." diceva alle grandi, ma alla fine il gioco era uno spericolato inseguimento su e giù per il canyon, e poco importava se la scoprivano ogni volta. Quella però non era giornata per giochi acrobatici. Sfruttò la corrente laterale proveniente dalle grotte per abbordare quella che, a cinque metri dalla parete rocciosa, portava dritti verso l'alto. Se si faceva attenzione a non accostarsi troppo alla parete, a contatto con la quale la corrente era discendente, si saliva senza problemi. A parte ovviamente gli imprevisti causati da sporgenze e rientranze varie nella roccia, che spesso creavano correnti impreviste ma del tutto abbordabili per un buon dominatore. La salita fu rapida e tranquilla, senza alcun evento degno di nota a parte un litigio aereo tra lemuri. Liang nel vederli proseguì il volo senza fermarsi ma si rabbuiò: non erano i primi che incontrava laggiù, a quanto pareva vi si erano rifugiati dopo l'arrivo dei soldati. "Chissà cos'avranno combinato là sopra." Finalmente raggiunse il punto d'atterraggio previsto, alla punta (quindi al livello più basso) di uno dei complessi laterali. Si trattava di una vecchia stalla per bisonti malridotta a causa dell'umidità che in quel punto filtrava abbondante e per questo in disuso da molto tempo: la monaca l'aveva scelto perché sapeva che difficilmente avrebbero trovato qualcuno, non era buono come alloggio né tantomeno per il deposito armi. Una parete era crollata, forse era stata colpita da un proiettile vagante, così la dominatrice non dovette darsi la pena di entrare dalla finestra: saltò all'interno, chiuse l'aliante e rimase in attesa delle compagne.
     
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    *facepalm* anche tu!? Prima Sil, poi Nano... adesso inizierò a far confusione perfino io =.='

    MESE 2, GIORNO 10, POST 3, pomeriggio

    [(violet) EXP 9.210 (30r100x2)][DENARO: 500 mo + ABBIGLIAMENTO: tunica corta giallo chiaro, fermata in vita da una fascia arancione][EV: 600, ABILITA': / ARMATURA: /, ARMI: aliante (on)]



    "SONO DESEFA" si presentò la nuova arrivata, sghignazzando con aria tutt'altro che amichevole. C'era qualcosa di strano in lei, tanto che per un momento riuscì a zittire Vimala... i "fuochi d'artificio" a cui aveva fatto riferimento l'avevano portata indietro di una decina di giorni e a quel pensiero si sentì rabbrividire. Le fiamme, i soldati... per un istante la bruciatura al braccio sembrò pulsare con più insistenza. ”Allora fanciulline…ce la facciamo a partire prima di diventare vecchie? Vi crescerà la barba e dovrete rasare a zero anche quella!!” esclamò Désefa e subito Vimala si riscosse, tornando ad osservare la strana ragazzina che aveva di fronte.

    "Sai Seffa, in realtà mi sono sempre chiesta una cosa, a proposito... voglio dire... noi per tradizione ci rasiamo i capelli... sì, beh, non tutti" disse, dando un colpetto vezzoso a una delle corte ciocche che si erano salvate dall'operazione "però, tra i monaci, tanti si lasciano crescere la barba. Invece nelle altre nazioni fanno tutto il contrario! Tengono i capelli e tagliano via la barba. Secondo me è una cosa che fa riflettere perché, vedi... noi viviamo tutti divisi in quattro templi, mentre gli altri hanno un sacco di spazio, solo che a loro non basta e allora sono sempre lì a cercare di avere ancora più spazio... ma il fatto è, appunto, che loro si rasano la barba! Non è forse una dimostrazione del fatto che ragionano al contrario?" chiese, ma ben presto si accorse che non c'era più nessuno ad ascoltarla: Liang stava scrutando all'esterno, sporgendosi oltre l'imboccatura della grotta "Via libera, andiamo." esclamò, una frazione di secondo prima di gettarsi nel vuoto.

    Vimala fece ruotare tra le dita il bastone del suo aliante e non appena la parte posteriore fu in basso lo lasciò toccare a terra, facendo scattare il meccanismo che controllava l'apertura delle ali... una breve rincorsa e si tuffò fuori, afferrandosi saldamente a quei pochi metri di legno e stoffa che le impedivano di sfracellarsi di sotto... e considerando la profondità del canyon non sembrava un'emozione piacevole da provare. Si spinse verso l'esterno, temendo di andare a sbattere contro le rocce, ma ben presto si rese conto che lì la corrente la spingeva sempre più lontano, verso la parete opposta. Liang invece proseguiva sicura, verso l'alto. Una coppia di lemuri stava giocando vicino alla parete, segno che lì non c'era pericolo e Vimala puntò verso di loro, mettendosi nella scia di Liang.

    Ora le cose andavano molto meglio: poteva sentire una corrente che spingeva verso l'alto e la sfruttò. Sopra di loro delle strane strutture scendevano come stalattiti lungo la parete del canyon. Ne aveva sentito parlare, ma era la prima volta che lo vedeva dal vero: quello era il tempio dell'Ovest... certo, se lo era immaginata un po' più grande... e Liang? Dov'era finita? Si guardò intorno e scorse una sporgenza sulla parte inferiore della struttura. Una parete era collassata e ora rimaneva poco più che una piattaforma, sul fondo della quale si poteva scorgere una scalinata scavata nella roccia. Vimala puntò verso di essa e fece impennare il suo aliante, atterrando delicatamente al suolo. Un colpetto a terra e il suo aliante si richiuse. "Questo è il vostro tempio? Sai che io sono nata qui? Però in realtà non mi ricordo molto, credo di essere stata mandata all'est quando avevo uno o due anni e dicono che non è possibile, ma io mi ricordo perfettamente il viaggio con il bisonte..." raccontò, fermandosi ad annusare le pietre del tempio a pieni polmoni "aaah! Profumo di casa!" sospirò, accarezzando i resti del muro crollato... ma forse non era esattamente profumo di casa, era più... arricciò il naso... odore di bisonti.
     
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  8. Silian
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    [exp 1800 DÉSEFA #0082C3 (30r100)] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: tunica lunga gialla, cintura arancione] [EV: 770, ABILITA': // ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    “Sai Seffa, in realtà mi sono sempre chiesta una cosa, a proposito... voglio dire... noi per tradizione ci rasiamo i capelli... sì, beh, non tutti..." A quelle parole Désefa ebbe un sussulto.
    “LO SAPEVO”.
    Sorvolò letteralmente sul suo nuovo nomignolo…lanciandosi nel vuoto ancora prima che l’altra finisse di parlare. MAI. Mai l’avrebbero costretta a radersi in quel modo ridicolo! Neanche si era curata di pensare alle correnti ascensionali.
    E se ne pentì subito.
    Cento metri di caduta libera con avvitamento. Lo stomaco le arrivò in bocca. Non riusciva neanche a pensare.
    Poi uno schiocco ed un cigolio pauroso delle giunture dell’aliante, una corrente calda frenava lo stallo e la trascinava con impeto verso l’alto. Farfalle nello stomaco. La ragazza si sentì sopraffatta dalla violenza del vento, mentre l’emozione della caduta e dell’ascensione si riversava con un grido selvaggio dalla sua bocca spalancata! Al diavolo la Nazione del Fuoco! Si sentiva così viva, così libera…Già aveva dimenticato di essere stata sul punto di sfracellarsi, si avvitò elegantemente come una foca leone nell’acqua assecondando la corrente d’aria.
    All’improvviso si rivelò la sagoma del tempio da dietro un costone di roccia. Hum…Ma dove erano andate a finire?
    Le aveva perse completamente di vista. Inclinò l’aliante per farlo virare mentre la membrana di stoffa vibrava forte contro il vento che la forzava in un’altra direzione. “Ma dove diavolo si sono cacciate…” borbottò la ragazza. Che l’avessero lasciata da sola? Era per la questione dei capelli? Bah…mentre completava il primo giro di ricognizione della parte inferiore del tempio Désefa si spremeva le meningi. L’astinenza da birra non l’aiutava di certo a pensare.
    Forse…si, l’ipotesi dei capelli restava la più plausibile, si, ma…boh…stupida coscienza! Si sorprese ad essere dispiaciuta all’idea di averle offese. Che cosa assurda. Ma era vera. Anche se non le era chiaro COSA con esattezza non andasse bene aveva percepito chiaramente qualcosa di negativo nell’aria. Si, perché a fare la strafottente sei brava ma poi rimani sola. Perché c’è chi non se la prende, chi se la prende e non dice niente e chi se la prende e cerca di ammazzarti. E alla fine, insomma, quelle due non è che avessero qualcosa di male, no. Sbuffò leggermente contrita. Meglio mettere le cose in chiaro. Sempre che le avesse trovate. Secondo giro di perlustrazione.
    Diamine. Cominciava a perdere la pazienza.

    "Beh, se se la prendono per così poco allora se ne andassero a…TROVATE!" Fece una paurosa virata, fiondandosi a picco verso la stalla. La corrente cambiò all’ultimo secondo.
    Ops…Beh, l’apertura nel muro dove sarebbe dovuta atterrare si trovava ameno due metri a sinistra di dove andò a schiantarsi, frantumando la parete di legno marcio per finire dritta dritta in un mucchio di vecchio mangime per bisonti. Attutì il colpo al’ultimo secondo usando il dominio…nuvola di foraggio guasto e schegge di legno da tutte le parti…Puah…sputacchiò in giro la robaccia che le si era infilata in bocca e contemplò la distruzione che aveva provocato. Che disastro…
    Scoppiò in una sonora risata rotolando fuori dall’immondizia poi si alzò dandosi vigorose manate sulla tunica per ripulirsi. Si voltò verso le altre due, smettendo per un attimo di ridere e fissandole con aria dubbiosa, inclinando la testa. Abbandonò per l’occasione la sua aria strafottente, questa era una cosa importante. Si piazzò davanti a loro con i pugni chiusi piantati sui fianchi. “Beh sentite…mi sa che siamo partite col piede sbagliato. Insomma…di solito quelli a cui faccio battute cercano di uccidermi, anche mia sorella mi ha quasi bruciata viva. E voi non avete fatto niente del genere. Siete a posto, ecco tutto. Quindi, se c’è qualcosa che non va, beh… non riusciva a cavarsi le parole giuste di bocca: in quella vasca di squali che era Ba Sing Se mostrare poco meno che aver ragione era un SUICIDIO. Sbuffò incerta. Stava facendo la cosa giusta? Alla fine aveva fatto bene a fidarsi del nonno, forse sarebbe stato bene fare lo stesso con loro. Arricciò il naso. Insomma, se ho detto qualcosa di sbagliato… possiamo ricominciare da capo? chiese finalmente con un’ aria innocente dipinta sui lineamenti acerbi. Poi fece un salto, ricordandosi di un dettaglio fondamentale: ”Mettiamo le cose in chiaro però: QUESTI QUI non si toccano! Sillabò con aria imperiosa alle altre due, afferrandosi due grosse ciocche di capelli neri con i pugni. Affare fatto?
     
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  9. Hachiky"myfairytales
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    (#0000FB) EXP 7570 (34r100x2)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 800, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    Liang inclinò istintivamente la testa di lato, come per studiare meglio Dèsefa: forse non era poi così male; di sicuro quella spontaneità era una bella cosa, in altri ambienti sarebbe stata un modo come un altro di cacciarsi in grossi guai ma a lei piaceva molto. "Tranquilla, non abbiamo mai avuto intenzione di rasarti la testa a tradimento, non vedo perché dovremmo!" la rassicurò ridendo. "Da quale tempio vieni? Non ti ho mai vista qui e a quanto pare neppure Vimala ti conosceva." Ad un certo punto si girò di scatto: le era sembrato di sentire un rumore. Rimase in ascolto e ben presto quella sensazione si concretizzò: si trattava di una specie di rombo basso e cupo, ma più che un rumore vero e proprio era una specie di vibrazione, che piano piano andava trasmettendosi alle pareti. Corse verso l'apertura della parete e si sporse appena al di là. Si ritrasse immediatamente, sperando con tutta sé stessa di non essere stata notata. Ma no, a quella distanza era impossibile. "Un'aereonave." spiegò alle altre due. "Sarà meglio darci una mossa. Per i prossimi due livelli dovremmo stare tranquille, è improbabile che troveremo qualcuno, ma dal terzo livello in poi cerchiamo di mantenere il più assoluto silenzio." Poi si avviò verso la scaletta laterale. La esaminò con occhio critico: era sicura che in origine non fosse così malconcia, né così storta. Aggrottò la fronte: cosa significava? Era una conseguenza del colpo che aveva fatto crollare la parete? O lì c'era già stato qualcuno? "Basta, se mi fermo ogni due secondi a controllare tutto non ci muoveremo più." Lentamente e attentamente poggiò il piede destro sul primo gradino, che scricchiolò appena. Sembrava che reggesse ancora il suo peso, forse il danno non era ingente come sembrava, ma era meglio non rischiare. Arretrò appena e spiccò un lungo salto, atterrando lievemente in cima alla rampa. Fece cenno alle ragazze di fare lo stesso, poi avanzò versò il piano superiore. Quel livello, lo sapeva, era più basso del consueto, essendo solo un corridoio di passaggio, ma le sembrò che il soffitto fosse ancora più vicino al suolo di quanto ricordasse. Capì subito perché: la struttura portante doveva essere stata colpita e di conseguenza era collassata verso il basso, frenata a malapena dai rinforzi. Anche lì non c'era traccia di vita, niente che facesse pensare a un'intrusione esterna. Guardò triste un affresco parietale, un tempo raffigurante dei bisonti volanti, che si sfarinava pezzo dopo pezzo sul pavimento. Sembrava di stare in un posto abbandonato da anni eppure fino a pochi giorni prima era stato pieno di vita; era stato tutto così improvviso... Liang continuò a camminare, sempre col passo leggero e silenzioso che la caratterizzava, e giunta alla scala successiva la superò con un balzo come la precedente. Stava per entrare nella sala successiva (un deposito se non ricordava male) ma si bloccò imrovvisamente, una sensazione di gelo assoluto lungo la schiena: dall'altra parte giungevano, basse a causa della distanza e dello spessore dei muri, ma perfettamente udibili, delle voci. "Questo posto è troppo umido per tenere la gelatina esplosiva, te lo dico io!" "Se le monache tenevano qui le loro cose non vedo perché non possiamo farlo noi!" Tremando, il cuore in gola, arretrò rapidamente e si tuffò ai piedi delle scale per raggiungere le compagne. Le ci volle molto impegno per non cominciare a balbettare. "Soldati... ci sono dei soldati là dentro!" sussurrò concitata. "Calma, mantieni un contegno. Sei venuta qui, sapevi che potevano esserci dei soldati. Anzi, sarebbe stato strano non trovarne." "Cosa facciamo ora? Non mi sembra il caso di uscire dall'edificio, ci sono delle aereonavi di pattuglia." stavolta la voce le uscì quasi normale, sebbene un po' più roca del solito. "Comincio a fare progressi, finalmente. Brava Liang, sei appena stata promossa da coniglio a leprotto."
     
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    [(violet) EXP 9.410 (30r100x2)][DENARO: 500 mo + ABBIGLIAMENTO: tunica corta giallo chiaro, fermata in vita da una fascia arancione][EV: 600, ABILITA': / ARMATURA: /, ARMI: aliante (on)]



    Vimala scorse una macchia gialla piombare verso di lei: si aggrappò istintivamente al pezzo di muro vicino al quale si trovava temendo quasi di poter precipitare di sotto. Poi ci fu un rumore di legno che andava in frantumi e grossi pezzi della parete rimbombarono sul pavimento di pietra. Fortunatamente lì in giro non sembrava esserci nessuno, o avrebbero attirato l'attenzione dell'intero esercito con quel fracasso. Désefa, intanto, cercava di riemergere da un cumulo di paglia bagnata e semi maleodoranti. "Tutta intera?" si premurò, allungandole una mano per aiutarla a tirarsi in piedi "sai, credo che dovresti lavorare un po' sul tuo atterraggio" aggiunse preoccupata... ma la giovane sembrava avere altri pensieri per la testa. "Mi sa che siamo partite col piede sbagliato" disse lei. Vimala non fece caso al fatto che avesse cambiato argomento: le succedeva talmente spesso di essere interrotta che ormai lo considerava parte di una normale conversazione e, anzi, tendeva a preoccuparsi se questo non succedeva.

    "Affare fatto?" concluse Désefa, indicando la paglia che aveva tra i capelli. Vimala le lanciò un'occhiata perplessa: "in effetti non è male come acconciatura, forse un po' maleodorante, ma ho visto di peggio quando sono stata nel Regno della Terra, c'era un tipo con i capelli talmente pieni di sporcizia che stavano su dritti così" disse, portando una mano alla testa, dritta e aperta come fosse la cresta di un serpente marino. "Tranquilla, non abbiamo mai avuto intenzione di rasarti la testa a tradimento" si intromise Liang.

    In effetti c'era qualcosa di strano in Désefa... a cominciare dal fatto che nessuna delle due l'avesse mai vista. Eppure era vestita come una nomade "sei una delle seguaci della guru Hangin, vero? In realtà la sua filosofia mi ha sempre incuriosita, ma non ho mai conosciuto nessuna delle sue monache. Voglio dire... il suo principio non è sbagliato: ammettiamolo, non ha senso un esercito dei nomadi, non riusciremo mai a competere con le milizie delle altre nazioni, la nostra forza sta nella rapidità del nostro dominio e l'aria stessa ci insegna che è inutile intestardirsi, che la soluzione migliore è sempre schivare gli ostacoli... però il modo in cui la guru ha abbandonato i templi è stato un po' radicale, non trovate? In fondo c'è spazio per tutti, anche se non la pensiamo allo stesso modo..." disse, ma non arrivò a terminare il discorso perché un rombo cupo, lontano, cominciò a farsi sempre più forte e vicino, finché i semi sparsi sul pavimento di pietra cominciarono a rotolare in giro. Vide Liang correre verso l'apertura, ma Vimala non ne aveva bisogno per sapere di cosa si trattava. Ricordava quel rumore alla perfezione e, prima ancora che l'altra avesse capito di cosa si trattava, aveva già guadagnato la scala.

    Vimala salì rapidamente e in religioso silenzio per uno, due livelli, seguendo Liang. Da una porta aperta arrivavano della voci, probabilmente soldati della Nazione del Fuoco... non fece in tempo a capire bene perché Liang si tuffò nuovamente verso la scala, tornando sui propri passi veloce come un fulmine. Vimala le corse dietro, l'altra era evidentemente terrorizzata: "Lily, tutto bene?" chiese cercando il suo sguardo, avvicinandosi a lei nel tentativo di abbracciarla e di infonderle un po' di coraggio. "Sono solo due soldati. Non preoccuparti... quelle loro uniformi sono scomodissime, si muovono come tartalumache. L'unica cosa è che devi stare attenta alle palle di fuoco... e poi magari non ce l'hanno con noi. Li hai sentiti? Avevano bisogno di aiuto: perché non andiamo a vedere se possiamo dar loro una mano? Poi magari per ringraziarci ci offriranno un po' di birra e qualche provvista. Hai visto di sotto? Con quello che mangiano i bisonti quello che abbiamo racimolato non durerà più di due giorni!"
     
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  11. Silian
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    [exp 1900 DÉSEFA #0082C3 (30r100)] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: tunica lunga gialla, cintura arancione] [EV: 770, ABILITA': // ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    in effetti non è male come acconciatura, forse un po' maleodorante, ma ho visto di peggio Désefa squadrò l’altra, poi si mise una ciocca di capelli davanti agli occhi…per poi iniziare freneticamente a sfregarsi la testa per togliere di mezzo quelle schifezze. Risultato…una specie di covone di paglia. Pulita però. Abbastanza…Tranquilla, non abbiamo mai avuto intenzione di rasarti la testa a tradimento
    Proprio quello che voleva sentire! Concesse un sorrisetto soddisfatto alle due colleghe. Poi spiegò Io vengo da Ba Sing Se, non da un tempio. Mi ha portato qui mio nonno, è un monaco anche lui…penso che non si aspettasse visite da parte di quelli là indicò il soffitto alludendo ai dirigibili. E che sarebbe questa Hangin? Il nonno mi ha presentato solo Chady… Non che avesse intenzione di raccontare tutta la sua vita, ma si interruppe lo stesso a causa dello stesso rombo che aveva fatto bloccare le altre due.
    Liang era subito scattata in avanti a controllare.
    Aeronavi. Chissà se a bordo di quel coso c’è LEI…
    vide Liang e Vimala avviarsi verso una scaletta malconcia ma lei indugiò qualche secondo in più. Una forza misteriosa le chiedeva a gran voce di aspettare, si, doveva assolutamente vedere chi c’era a bordo del pallone…se si fosse fatta vedere l’avrebbero catturata di sicuro. Sarebbe stato perfetto. L’avrebbero portata dritta dritta dal capo. Poi vide le altre allontanarsi. Una stretta allo stomaco. Non si era mai preoccupata particolarmente di altre persone fuorché di sé stessa. A parte Kratos, ma era stata un’eccezione. Qualcosa le diceva che alle altre, invece, essere prese prigioniere non avrebbe fatto molto piacere. E non era neanche detto che li facessero, i prigionieri.
    Se Iris aveva cercato di colpirla così, a sangue freddo, non c’era motivo per cui i suoi scagnozzi non potessero fare altrettanto. Meglio non rischiare. Per ora.

    Così vicina…sbuffò e seguì riluttante le altre due ma senza toccare con un solo dito la scala: si accucciò come un camaleopardo spiccando un gran salto, aiutata dal dominio. Passò a volo radente sopra gli scalini fradici ed atterrò silenziosamente al livello superiore.
    L’odore di umidità era fortissimo di sopra, non le piaceva affatto quel posto, stava per venire giù tutto. E non sarebbe stato bello stare là dentro, quando fosse accaduto. Seguiva le altre camminando su mani e piedi. I capelli le strusciavano a terra, raccogliendo di nuovo della polvere di intonaco franata dalle pareti. Si appiattiva contro il pavimento umido. Quel soffitto così basso le dava l’impressione di soffocare. Non conosceva il tempio, era meglio seguire le altre a distanza. Memorizzò accuratamente il percorso: al primo segno di pericolo almeno avrebbe saputo dove scappare. Altra rampa di scale, le altre stavano salendo. Lei si fermò in fondo, aspettando il via libera.

    Che non venne. Vide Liang bloccarsi all’ingresso della stanza, con aria preoccupata, e si acquattò rigida sul posto.
    Due voci maschili. Entrambe volarono giù dalle scale mentre Vimala abbracciava l’altra…Désefa si guardò nervosamente indietro, pronta ad individuare la via di fuga più diretta. Ricordava ALLA PERFEZIONE l’ultima palla di fuoco che aveva incassato. E non intendeva ripetere l’esperienza. Le era passata anche la voglia di birra! Li hai sentiti? Avevano bisogno di aiuto: perché non andiamo a vedere se possiamo dar loro una mano? Poi magari per ringraziarci ci offriranno un po' di birra e qualche provvista. Désefa scoccò a Vimala uno sguardo incredulo.
    No.
    Non può averlo detto.
    Si, e magari ci beviamo un tè insieme! esclamò a voce bassa con tono canzonatorio ma dentro di sé aveva davvero poco da ridere. Erano veramente in trappola? Lei ODIAVA sentirsi con le spalle al muro.

    Dentro di sé qualcosa si ribellò furiosamente: DOVEVA esserci un modo per venirne fuori.
    Se ce ne sono due qui allora di sopra è anche peggio. Ma noi siamo in vantaggio. Voi conoscete il vostro tempio, no? Loro invece sono in terra straniera. E fanno un sacco di dannatissimo rumore perché non sanno che siamo qui. Possiamo anticiparli. Bisogna di capire cosa fanno e dove vanno. E male che vada ci sono sempre le finestre. Nel bosco non ci troveranno mai! spiegò a voce bassa e concitata, tenendo nervosamente d’occhio la porta in cima alle scale ed insieme l’uscita alle sue spalle.
     
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  12. Hachiky"myfairytales
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    (#0000FB) EXP 7890 (33r100x2)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 800, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    Liang non riuscì a non mostrarsi del tutto sconvolta alle parole di Vimala: d'accordo essere svampiti ma come poteva essere tanto ingenua? Quella gente era lì per uccidere tutte loro, cosa c'era da capire in questo? Le bruciature che ancora si portava dietro avrebbe dovuto fare da ponte con la realtà e invece... Désefa si comportò in modo più normale: reagì nervosamente, anche lei doveva avere paura, e sembrò farsi forza per rimanere calma. Per questo inizialmente la sua proposta lasciò Liang spiazzata: "Noi siamo in vantaggio. Voi conoscete il vostro tempio, no? Loro invece sono in terra straniera. E fanno un sacco di dannatissimo rumore perché non sanno che siamo qui. Possiamo anticiparli. Bisogna di capire cosa fanno e dove vanno. E male che vada ci sono sempre le finestre. Nel bosco non ci troveranno mai!" Però a pensarci bene non era un'idea tanto folle, anzi: era audace, ma ragionevole. La giovane monaca si fermò a riflettere: sì, forse avevano davvero qualche possibilità. Per sicurezza si allontanò dalla scala prima di parlare, sempre in un soffio, alle due compagne. "Vima, io ho paura che tu ti sbagli. Credo che questa gente sia qui per ucciderci e che se faremo un passo falso per noi sarà finita. Désefa, credo che tu abbia ragione. Vimala non è di questo Tempio, ma io sì, conosco benissimo ogni angolo e so come muovermi: se saremo rapide e silenziose potremo anche attraversarlo tutto senza farci notare." si fermò un attimo a riflettere. "Basterà evitare il cortile principale, la Sala dell'Assemblea e la scacchiera di pai sho: sono gli unici posti abbastanza grandi per un accampamento. Gli ufficiali, se non dormono sulle aereonavi, si saranno di sicuro messi nella Sala del Consiglio o nella Stanza delle Cerimonie." ebbe una specie di crampo allo stomaco, che le strappò una smorfia come di dolore, al pensiero dei soldati che brindavano alla morte della sua gente nel luogo sacro in cui si svolgevano le cerimonie di inizio e fine apprendistato. "Quindi in quei posti ci sarà sempre qualcuno. Per le provviste direi che gli unici posti dove li terrebbero sarebbero le dispense, ma sono in un altro edificio." Quello era un problema serio: se avevano fatto crollare i ponti tra una struttura e l'altra avrebbero dovuto attraversare il vuoto con gli alianti e in quel modo sarebbero state facilmente visibili da chiunque. Però potevano fermarsi nelle stanze al piano di sopra fino a che non fosse calata la notte: di sicuro erano già state ispezionate ed essendo stanze singole non erano abbastanza spaziose per contenere alcunché ed era abbastanza improbabile che vi si fossero stabiliti i soldati. "Io dico che se riusciamo ad arrivare alle stanze ai livelli superiori possiamo farcela." Sorrise fiduciosa alle altre due, si stava mostrando esitante ma le parole di Désefa l'avevano davvero convinta di avere qualche possibilità e voleva convincerle di questo. "Ho una mezza idea su come superare quei soldati: dobbiamo far crollare il soffitto nella stanza in cui si trovano ora senza farci notare, sarà facile, a giudicare dallo stato dei muri è già pericolante. Quindi dovremo sollevare abbastanza polvere e calcinacci da nasconderci completamente fino a che avremo attraversato la stanza. Una volta uscite ci troveremo su una scala come questa, ma ai lati ci saranno due finestre: se sopra c'è qualcuno verrà giù a vedere e noi dovremo essere velocissime ad uscire, per poi rientrare non appena saranno passati e salire ancora, sempre molto velocemente." Sospirò, non era proprio quel che si dice un piano perfetto, c'erano un sacco di cose che potevano andare storte, ma era il meglio che le venisse in mente. "Che ne dite, pensate di potercela fare?"
     
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  13. Silian
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    SPOILER (click to view)
    Allora vada per Vima PNG, spero di averla ruolata decentemente

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    [exp 2180 DÉSEFA #0082C3 (30r100x2) + exp mod] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: tunica lunga gialla, cintura arancione] [EV: 770, ABILITA': // ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Vima, io ho paura che tu ti sbagli. Credo che questa gente sia qui per ucciderci e che se faremo un passo falso per noi sarà finita. Vimala si sciolse dall’abbraccio prendendo Liang per le guance e fissandola sgranando gli occhi, sconvolta dalla rivelazione della ragazza Sul serio Lily? Ma sei proprio proprio sicura? chiese, crollando seduta a gambe incrociate sul pavimento. Ricordava perfettamente l’ultima volta in cui aveva visto piovere polvere e calcinacci e non le era piaciuto molto. Uffa che sfortuna, hanno anche la testa di tartalumaca, questi soldati…e dire che potremmo risparmiargli un bel po’ di lavoro se fossero meno permalosi e soprattutto poi non dovremmo ripulire tutto quando avremo finito…pensate un po’, un’intera stanza piena di polvere, ci vorrà almeno una settimana prima di finire a sistemare tutto quanto, poi ci riempiremo di polvere pure noi e la porteremo a spasso in giro per tutto il tempio, impronte impolverate dap-per-tut-to, e poi chi le sente le monache anziane quando tornano? chiese poggiando la testa sulle mani ed i gomiti sulle gambe incrociate, sospirando incerta Però Poppie quando avrà finito di mangiare le provviste mangerà la cesta della frutta, l’aliante, la mia sciarpa e poi mi sa che mangerà pure me…poverina, a lei la carne non piace e veramente neanche a me piace, non l’ho mai mangiata, neanche quando ero al Polo sud la mangiavo e lì c’erano solo alghe e carne di foca e le alghe hanno un saporaccio…bleah ebbe un brivido al solo ricordo E nella foresta non ci sono neanche le alghe… concluse con tono sconsolato e non possiamo andare neanche al Polo, Poppie è talmente cicciotta che la vedrebbero subito dai dirigibili, però non ditele che l’ho detto, si offenderebbe a morte…Lily…mi sa che dobbiamo fare come dici tu… e si rimise in piedi sollevandosi con una piccola folata d’aria, guardando circospetta la cima delle scale che rimaneva ancora apparentemente deserta.

    Désefa ascoltò la proposta di Liang guardando in aria con espressione pensierosa, si grattò la testa, togliendo altre due o tre pagliuzze marce che le erano rimaste incastrate tra i capelli. Se le portò davanti agli occhi fissandole intensamente poi le gettò via.
    Non era esattamente questo che intendeva…
    Avrebbe preferito di gran lunga svignarsela, sfruttando la conoscenza del luogo. Non andarsela a cercare.
    Però…Liang sembrava sicura di sé. Non male. E neanche la birra era male. Anzi, era la cosa migliore che avessero inventato sulla faccia della terra. Alla fine poteva anche valerne la pena. Ma si, ne valeva decisamente la pena! Ripensandoci aveva ancora un conticino in sospeso con i gorilla di Iris. Era giunta l’ora di saldarlo.
    E poi l’atteggiamento di Liang era quello giusto. Aveva fatto bene, forse, a dare fiducia a quelle due. Un ghigno si allargò lentamente sul viso acerbo della nomade al pensiero del caos imminente.
    Che ne dite, pensate di potercela fare? Mmmh… grugnì la ragazza, intrecciando le dita delle mani ed allungando le braccia in avanti per far scrocchiare le nocche Direi…che ti seguiamo tesoro! esclamò saltando in piedi anche lei.
    Si stiracchiò poi raccolse il suo bastone e gli fece fare due rotazioni per riscaldarsi. Rimanere a pancia vuota non è un granché ma restare senza niente da bere è ancora peggio…e poi…scommetto che quelli lassù sono si sentono soli, un po’ di compagnia non dovrebbe dispiacergli… ghignò, mentre le sue iridi si tingevano di un feroce color acciaio.
     
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  14. Hachiky"myfairytales
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 5, pomeriggio

    (#0000FB) EXP 7990 (35r100)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: giacchetta a maniche corte marrone e nera, pantaloni marroni al ginocchio, stivaletti marroni ][EV: 800, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: aliante (on)]


    A quanto pareva aveva trovato delle nomadi irresponsabili almeno quanto lei. “Siamo d’accordo, allora: al mio tre corriamo sulla soglia della stanza e senza farci notare colpiamo la zona centrale del soffitto tutte e tre insieme. Poi faremo tutto come ho detto prima”. guardò Vimala, intenta a canticchiare qualcosa a bassa voce e, presagendo un grosso pericolo, le posò una mano su un braccio e, con il tono più affettuoso che riuscì a trovare, le disse: “Vima, tu starai vicino a me, vuoi?” L’altra la guardò sorpresa ma poi sorrise contenta. ”Certo Lily, non c’è problema, staremo benissimo insieme. Chiedendosi cosa volesse dire esattamente con ‘stare benissimo’ si infilò l’aliante nella staffa di cuoio che aveva appeso alla schiena, prese per mano la ragazza e salì piano le scale, avvicinandosi con cautela alla porta; come sospettava, i due erano ancora all’interno e a giudicare dai loro discorsi ne avrebbero avuto ancora per molto. ”Uno…” uno dei due soldati aveva appena trascinato giù dalle scale degli altri barili di gelatina. Liang, con sgomento, si rese conto che in quel deposito improvvisato potevano esserci anche delle vere e proprie bombe, nel qual caso far crollare il soffitto poteva essere molto più che dannoso… Ma di sicuro anche loro avevano pensato a un simile rischio, non potevano essere così stupidi. “Due…” Non avevano scelta, dovevano rischiare. “Guarda un po’ qua, non ti sembra che questa gelatina abbia qualcosa che non va? Dev’essersi rovinata, è troppo liquida…” “Dove?” non poteva vederli, ma probabilmente erano chini sul barile in questione: era il momento giusto. “Tre!” sibilò concitata, e subito scattò appena dentro la stanza, dietro delle casse impialte, tirandosi dietro Vimala, la mano destra già alzata in direzione del soffitto, la grossa sfera d’aria da usare come proiettile in equilibrio nel palmo. La scagliò contro il punto centrale del soffitto, dove la struttura era maggiormente danneggiata, e Vimala la imitò con una grossa colonna d’aria. I due soldati non ebbero il tempo di accorgersi di nulla: quasi metà del soffitto crollò loro addosso all’improvviso, sollevando una nube di polvere che li sommerse completamente. Liang soffiò ancora polvere nella loro direzione mentre saltava oltre le casse e correva sulle scale, saltando agilmente le macerie insieme a Vimala e percorrendo di volata i gradini. Le sue nomadi si fermarono accanto alla grande finestra laterale, come stabilito e rimasero in ascolto, Vimala con l’aria più svagata del mondo, Liang con il cuore in gola. Aspettarono quasi due minuti lì in piedi, mentre dabbasso si sentivano i lamenti dei due soldati, forse feriti o intrappolati tra le macerie. “Lily, credo che si siano fatti male. Non dovremmo andare a vedere come stanno?” chiese preoccupata Vimala, quasi in risposta ai suoi pensieri. “Se ci prendono ci faremo molto più male noi, te lo assicuro.” le rispose la giovane monaca in tono stanco, chiedendosi come avesse fatto quella tizia a scampare all’attacco al Tempio dell’Est. Tese ancora l’orecchio, ma dal piano superiore non si sentiva nessun rumore, di nessun tipo. “Se ci fosse stato qualcuno sarebbe venuto giù. Non ci sono soldati qui, e se ci sono non sono vicini.” tirò un mezzo sospiro di sollievo e avanzò con cautela lungo le scale e poi dentro la stanza al piano superiore. Anche quella, più luminosa della precedente per via delle grandi finestre, era stata usata come deposito (provvisorio a giudicare dal disordine), ma fortunatamente era deserta. “E ora dove si va?” chiese Vimala. Infatti nella stanza c’erano due uscite: una portava ad altre scale come le precedenti (del resto gli edifici di quel Tempio erano strutturati proprio così, a livelli) che portavano ad una sorta di pianerottolo da cui di dipartivano due corridoi in salita; l’altra, chiusa da una porta, conduceva ad un corridoio aereo coperto di solito inutilizzato perché molto stretto, tanto che quando Liang e le sue amiche si trovavano a passare di là potevano attraversarlo solo una per volta, nonostante fossero delle bambine. Perché qualcuno avesse sentito il bisogno di costruire qualcosa del genere era un mistero, ma lei e le altre giovani dominatrici dell’aria lo trovavano molto divertente. Liang indicò la porta. “Prendiamo questa.” in un corridoio del genere non avrebbero avuto scampo se attaccate ma di sicuro era già stato controllato dopo l’invasione del Tempio ed era improbabile che qualcuno lo stesse controllando. Si avvicinò fiduciosa alla porta e la tirò verso di sé ma quella non si mosse di un centimetro. Provò più volte ma ottenne il risultato. Vimala si avvicinò e diede un’occhiata alla serratura. “Si direbbe che qualcuno abbia fatto fondere la serratura!” Liang si lasciò sfuggire un’imprecazione.
     
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  15. Silian
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    MESE 2, GIORNO 10, POST 5, pomeriggio

    [exp 2480 DÉSEFA #0082C3 (25r80x2) + exp mod] [DENARO: 200 Mo RdT; DEPOSITATO: 800 Mo RdT ABBIGLIAMENTO: tunica lunga gialla, cintura arancione] [EV: 770, ABILITA': // ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Dés si accodò alle altre mentre sgattaiolavano su per le scale. Meraviglioso…aveva dimenticato completamente quella sensazione.
    Adrenalina.
    Purissima adrenalina.
    Il cuore batteva veloce, si divertiva a controllare il respiro per non fare il minimo rumore, poggiava mani e piedi con cautela al suolo per non far sfuggire neanche uno scricchiolio. Era come essere tornate a casa. Come quando al mercato si avvicinava ad una delle bancarelle per…servirsi…indisturbata, senza avere alle calcagna il negoziante inferocito. La stessa sensazione che provavano gli animali da preda nell’appropinquarsi alla vittima ignara…

    Uno… Dés si immobilizzò, ascoltando i battiti del suo cuore rimbombarle nelle orecchie…era l’unico suono che percepiva oltre la voce di Liang Due… non aveva più la benché minima traccia di paura, si accucciò pronta a balzare in avanti, i muscoli flessi, carica come una molla Tre! Dés non aspettava altro…abbatté l’aliante con un movimento semicircolare dall’alto in basso, generando un’onda d’urto mai potente come quelle delle sue colleghe ma pur sempre efficace…BA BUM!!!

    Il soffitto crollò di schianto. Nuvola di polvere. Dappertutto. Represse un grido di vittoria, scattando alle calcagna delle due, fece una piroetta a mezz’aria, aprì l’aliante e lo sventolò a mo’ di ventaglio. La polvere aumentò vertiginosamente. Sghignazzava e tossicchiava per la polvere, svolazzò dietro le sue compagne, zigzagò tra i detriti e si infilò accanto alle altre visino alla finestra. Aspettava che il cuore rallentasse la sua corsa selvaggia. L’antico ghigno si disegnò sulla sua faccia, mentre ascoltava, non eccessivamente preoccupata per la loro sorte, i lamenti dei soldati là sotto.
    Se l’erano andata a cercare.
    Di brutto.
    Osservò Liang, era tesa in ascolto ma non si sentiva niente. Via libera? Cosa stavano aspettando, che chiamassero i rinforzi delle aeronavi? No, era ora, Liang si avviò decisa verso una porta. Che non aveva intenzione di farle passare. MALEDIZIONE. Désefa fissò con un leggero astio quella stupida asse di legno. Resisteva a tutti i tentativi di essere aperta. Anche questa ci mancava…si avvicinò con aria truce alla porta, fissandola biecamente…se era fusa la serratura era inutile cercare di forzarla…peccato. Lei era sempre stata brava a…convincere… le porte chiuse ad aprirsi…Passò le dita sui vecchi cardini che la tenevano in piedi. L’angolo sinistro della sua bocca si arricciò verso l’alto. Vecchi cardini. Vecchi. Eh Si.

    Agguantò il suo bastone, lo puntò in basso contro il cardine superiore e con tutte le sue forze diede uno spintone verso l’alto. Niente. Imprecò tra i denti. Vecchi e stupidi cardini. Prese ancora fiato, di nuovo provò con un altro strattone. Niente. Digrignò i denti. Iniziò a sudare. Stupida porta!!! Di nuovo…Scricchiolio…non mollò la presa…si voltò col viso arrossato dallo sforzo Zuccherini…me la date una mano si o no?!
     
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40 replies since 19/5/2011, 18:08   650 views
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