Rotta verso il Tempio

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  1. Silian
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    Sono saltata alla sera, non sapevo che accidenti scrivere sulla partenza/sistemazione nelle cabine. Almeno ho spazio per esprimere le turbe psichiche di Lannie^^


    Mese 10, giorno 7, post 24, notte fonda.

    [EXP: 20.060 exp (30r100) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme completa Guardia Reale] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco lungo/stiletti (8)]

    Era meno di una giornata che stava su quella bagnarola. Aveva ancora negli occhi le immagini di quella mattina, mentre la nave usciva dal Porto. La maggior parte delle persone a bordo si era assiepata contro il parapetto di poppa, per osservare la linea della costa allontanarsi e svanire lentamente all’orizzonte, salutare parenti ed altre romanticherie simili. Lei no. Si era piazzata a prua, più in alto possibile, per poter contemplare meglio l’immensità del mare che si spalancava davanti alla grande nave nera. Adorava la sensazione del vento che si infilava tra i capelli (tanto che aveva dovuto rifarsi due volte il chignon, che si scioglieva in continuazione) e voleva assolutamente vedere i Cancelli di Azulon. Si, perché quando erano partiti per il Nord aveva ricevuto ordine di non mettere piede fuori dalla Coperta, per non intralciare il viavai di messaggeri, ufficiali e tirapiedi assortiti che infestavano il ponte. Respirò a pieni polmoni l’aria salmastra che le si avventava addosso. Sapeva perfettamente che si sarebbe cominciata ad annoiare di quell’andazzo dopo poco…tanto valeva godersi i primi attimi di euforia per la partenza. E la visuale aveva ripagato ampiamente le sue aspettative…le statue colossali che si ergevano a guardia della baia erano uno spettacolo impressionante. Chissà cosa poteva essere, assistere alla chiusura dell’accesso…le avevano raccontato che saliva dal mare un immenso reticolato, a cui veniva appiccato il fuoco. Dei meccanismi all’interno dei due mostruosi draghi tiravano la rete in alto, sempre più in alto…difendendo la Capitale da ogni attacco navale. Chissà se dall’epoca dell’Avatar Aang avevano escogitato qualche trucco per bloccare anche i sottomarini…Comunque, era durato tutto solo pochi minuti: doveva tornare subito al proprio lavoro, non si poteva lasciare il Signore del Fuoco senza scorta, tanto meno se sei tu il capo delle guardie. Si era infilata l’elmo ed era tornata subito nelle vicinanze di Iris, prima che a qualcuno venisse in mente di accorgersi della sua momentanea assenza. La sua sovrana era circondata da generali, ufficiali ed attendenti di ogni grado sin da quando aveva messo piede sul molo, tanto che risultava difficile anche per la scorta restarle ad una distanza congrua. Nonostante indossassero l’elmo, si poteva percepire l’irritazione dei due ragazzi di Ozun per essere stati messi, come dire, da parte a causa di quella folla indesiderata. Se ne stavano dietro al loro ex comandante, ormai rassegnati ma comunque senza la minima intenzione di mollare l’osso. Gli altri se ne stavano invece assiepati tra Iris ed Ozun, in attesa di ordini che tardavano ad arrivare. Poi il resto della giornata era stato un caos totale, almeno per lei: tra Ozun che impartiva lezioni ai ragazzi, corse da prua a poppa per consegnare messaggi, slalom per schivare marinai che si affaccendavano febbrilmente dalla plancia alla sala macchine…e tornare in continuazione dal Signore del Fuoco, a controllare che tutto filasse liscio, che i suoi stessero facendo un buon lavoro e che non servisse nulla. Se anche avesse sofferto il mal di mare, non avrebbe semplicemente avuto il tempo per vomitare fuori dal parapetto dell’imbarcazione. Adesso, per fortuna, erano tutti a nanna nelle loro cabine…due guardie piantonavano la porta della stanza di Iris e lei finalmente poteva prendere un po’ d’aria fresca ed a riordinare i pensieri. C’era qualcosa che le sfuggiva da quadro della faccenda, ma si era resa conto di cosa fosse soltanto quando aveva cercato di chiudere occhio. Poi quel flash…ed il sonno se n’era andato come di volata. Si era riscossa di soprassalto dal suo dormiveglia ed era scattata a sedere sul letto. Non era vero che non conosceva monaci al Tempio del Sud, maledizione…come aveva potuto scordarsi di lui? E, ironia della sorte, era proprio grazie al suo aiuto se il Signore del Fuoco si era ristabilito e poteva muovere guerra ai pirati. E non solo a loro…
     
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    MESE 10, GIORNO 7, POST 16 (ago), notte fonda

    [(#FF007F) EXP 151.790 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 650, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Iris sgranocchiò un non meglio precisabile pezzo di verdura fritta mentre la nave ondeggiava lentamente, facendola andare su e poi giù e poi di nuovo su... quel movimento conciliava il sonno, ma non aiutava particolarmente chi soffriva il mal di mare, come Iris in quel momento: non le era mai successo prima, doveva essere colpa dell'incidente di tre giorni prima, evidentemente non si era ancora ripresa del tutto. Lasciò ricadere la strisciolina di verdura nel piatto. Le era completamente passata la fame. Aveva deciso di cenare da sola, nella sua cabina. Non aveva molto di cui discutere, in ogni caso. Ozun si trovava ora a bordo della sua nave, avrebbe seguito una rotta differente come qualsiasi manuale di tattica militare suggeriva: nel caso in cui una delle due navi fosse stata attaccata ci sarebbe stato comunque qualcuno in grado di portare a termine la missione. Era più una tradizione che altro in realtà. Iris dubitava seriamente che qualcuno avesse potuto prevedere il loro arrivo, né tantomeno che esistesse qualcuno abbastanza folle da attaccarli.

    Huizhong probabilmente se ne stava rinchiuso nella sua cabina, studiando antiche mappe e piani di attacco: se c'era una cosa sorprendente di quell'uomo era il modo in cui non si rilassava un solo istante, sempre concentrato su qualcosa, su qualche dettaglio dei suoi piani. Quanto a Elanor probabilmente era già a dormire, godendosi il riposo meritato dopo una giornata di duro lavoro. Ecco, adesso cominciava davvero a sentirsi male, nonostante la sua cabina fosse stata messa di proposito al centro della nave, dove il continuo rollio si percepiva meno.

    Iris aprì la maniglia della porta che chiudeva la sua cabina, per poi richiuderla alle proprie spalle. Luci rosse illuminavano a intervalli regolari tutto il corridoio. Le due guardie ai lati della porta scattarono sull'attenti, ma la ragazza non le degnò nemmeno di uno sguardo. Aveva bisogno di un po' d'aria. Percorse svogliatamente il corridoio: in giro non c'era nessuno oltre agli uomini di guardia. Sbucò sul ponte. La falce di luna era alta in cielo e la notte scura... avrebbe preferito essere anche lei nella sua cabina a dormire. Si appoggiò al parapetto, scrutando l'acqua sotto di lei e una ventata d'aria fredda le sferzò il volto. "Vai dal medico... digli di prepararmi qualcosa per dormire" disse in direzione di una delle guardie "e portami un mantello, ho freddo" aggiunse, tornando ad osservare le onde infrangersi contro lo scafo. Stava per vomitare l'anima, se lo sentiva... e infatti successe. Riuscì appena ad afferrarsi al parapetto prima che il ponte accogliesse i resti della sua cena. Probabilmente ci sarebbe anche finita in mezzo se la sua guardia del corpo non l'avesse sorretta, allontanandola da quel macello.

    Iris si allontanò stancamente di qualche metro, poi si sedette sul pavimento metallico: "Altezza, permettete?" chiese il soldato, offrendole il mantello che ricopriva la sua uniforme. Iris non rispose, ma allungò un braccio, aspettò che l'altro le consegnasse il mantello e poi se lo mise addosso. "Me la pageranno anche per questa" gracchiò, poggiando la schiena contro il parapetto. E la parte peggiore era che non si sentiva affatto meglio... doveva lavarsi la bocca da quello schifo. Tentò di tirarsi in piedi, ma la stanchezza e i continui movimenti della nave non aiutavano per niente, così la guardia le offrì una mano. Iris lanciò un'occhiata assassina in direzione del ragazzo: se c'era qualcosa che non sopportava era essere compatita.
     
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  3. Silian
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    Senti un po’, ho notato che tu e Sdef mettevate sotto spoiler scene che ritenevate cruente anche se, sinceramente, a me non sembravano così terribili…visto che ogni tanto mi piace indugiare su particolari truculenti mi avvisi se me ne passo così metto tutto sotto spoiler?


    Mese 10, giorno 7, post 1, notte fonda.

    [EXP: 20.460 exp (r) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme guardie reali] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco lungo/stiletti (8)]

    [cruento]
    Il pensiero di rischiare di dover fare del male al suo vecchio amico l’aveva fatta raggelare: si era stretta ancora di più nel mantello, anche se non faceva davvero freddo, e si era aggrappata al parapetto della nave tanto forte da far sbiancare le nocche delle mani. L’acqua dell’oceano turbinava e schiumava violentemente intorno alla chiglia dell’imbarcazione, un po’ come i pensieri e le ipotesi che si andavano agitando nella mente della guardia. Fissava i gorghi scuri con la fronte aggrottata, perdendosi in pensieri che avrebbe preferito non dover toccare mai. In fondo era sempre stata abbastanza fortunata, non era in servizio da molto tempo e non le era mai toccato di dover scendere in prima linea ed uccidere altre persone. Le avevano detto che le prime volte te le sogni di notte, per anni, poi ci fai il callo e non è più un problema quanti ne uccidi, basta che non li guardi negli occhi quando lo fai. Il solo pensiero le provocava una profonda repulsione, anzi…sapeva che avrebbe dovuto essere disgustata ma in quel momento non sentiva nulla, solo un grande freddo e un grande vuoto. Avrebbe dovuto sentirsi un mostro per questa sua apatia? Forse…erano cose che non avrebbe osato confessare neanche alla persona più fidata della terra, per paura di essere considerata…un mostro, appunto. Ed all’improvviso le balenò nella mente l’immagine di Hade steso in un lago di sangue, trafitto a morte da una freccia e con le mani strette convulsamente intorno al legno del dardo, mentre esalava il suo ultimo rantolo…Scosse con violenza la testa fino a farsi venire il capogiro, per togliersi dagli occhi quell’orrore! Aggrappata ancora più saldamente al parapetto strizzò gli occhi più volte, per assicurarsi che se ne fosse andato davvero, e che quello che aveva davanti fosse soltanto il mare nero di notte. Ci volle qualche minuto prima che i battiti del cuore rallentassero, lei nel frattempo fissava un punto imprecisato davanti a sé, senza mettere a fuoco nulla, senza pensare a nulla. Si sforzò di non permettere ai suoi pensieri di andare alla deriva, sapeva dove sarebbero tornati e non poteva tollerarlo.
    Un rumore improvviso alle sue spalle la fece sobbalzare in modo esagerato, non si era accorta di quanto fosse tesa. Si voltò di scatto: qualcuno era venuto sul ponte e la pesante porta di metallo si era richiusa con un certo fragore. Le figure furono visibili solo per poco contro la luce rossastra che proveniva da sottocoperta, poi restarono solo le loro ombre in movimento davanti alla parete esterna di metallo. Due erano più alte ed accompagnavano una figura più piccola, che andò ad afflosciarsi dopo pochi istanti contro il parapetto di metallo: si sentiva evidentemente male, uno dei due spilungoni rientrò frettolosamente sottocoperta ed alla luce improvvisa proveniente dall’interno si rivelarono alcuni tratti degli altri occupanti del ponte. Occavolo…

    Elanor si avviò a passo sempre più rapido verso i due, i tonfi sordi dei suoi piedi sul ponte di metallo erano l’unico suono nitido là fuori, dove il vento si portava via ogni rumore o voce. Era meglio per quello là se avesse fatto al meglio il suo lavoro o l’avrebbe sentita! La stanchezza, ora che cominciava ad avere una certa ansia per le condizioni del Signore del Fuoco (e non tanto di quelle fisiche quanto di quelle del suo umore), si faceva sentire almeno il triplo e sicuramente non la aiutava a mantenere la sua solita aria impassibile. Schivò all’ultimo secondo una chiazza di qualcosa sulla cui natura preferì non indagare ed apostrofò il suo sottoposto (ormai aveva riconosciuto l’uniforme) senza troppe cerimonie. Qualcuno è andato a chiamare il medico? chiese con tono secco e senza aspettare la risposta Vai subito a prendere dell’acqua, controlla che il medico arrivi all’istante…e chiama anche qualche mozzo… per sistemare questo schifo…pensò, senza terminare la frase ad alta voce. Altezza, desiderate essere riaccompagnata nella sua cabina? chiese con tono decisamente meno brusco ad Iris.

    Edited by Silian - 4/9/2011, 23:48
     
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    anche se, sinceramente, a me non sembravano così terribili…

    da quello che mi ricordo sono ricorsa alla censura solo un paio di volte: durante la strage al fronte sud e con le aspirazioni suicide di Ris, so che nei cartoni nippi si vede di peggio, ma cavoli! Se non censuriamo questo lasciamo correre tutto!


    MESE 10, GIORNO 7, POST 1 (sett), notte fonda

    [(#FF007F) EXP 151.890 (15r50x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 650, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Iris sentì un rumore di passi sul ponte metallico e alzò lo sguardo. Era solo Elanor e non era in vena di fare conversazione, così tornò a fissare i propri piedi, nascosti dalla lunga tunica, lasciando che il soldato prendesse il controllo della situazione, come ci si aspettava da lei: "Altezza, desiderate essere riaccompagnata nella sua cabina?" chiese poi l'ufficiale. "Se desiderassi andare nella mia cabina ci andrei. Non sono una povera invalida e sto bene!" sbottò irritata, anche se nessuno le aveva chiesto niente del genere. Se c'era qualcosa che non sopportava era la gente che si prendeva cura di lei, soprattutto quando stava male davvero: la faceva sentire debole, vulnerabile, due cose che un Signore del Fuoco non può permettersi, pena la sua vita... e Iris era un buon Signore del Fuoco o, almeno, così lei credeva.

    Se solo la nave fosse stata ferma per qualche momento, se solo il suo stomaco la avesse risparmiata per qualche minuto... dei mozzi, richiamati da Elanor, vennero per pulire e subito dopo fu la volta delle sue ancelle, che le portarono dell'acqua. Infine arrivò il medico: l'ometto aveva quell'aria confusa di chi è stato svegliato di soprassalto e non ha ancora avuto il tempo di capire cosa sta succedendo. Non gli ci volle molto a capire cosa era successo e lo sguardo assassino di Iris ebbe l'effetto di svegliarlo del tutto. "Cosa posso fare per voi?" chiese l'uomo, inchinandosi in direzione di Iris. La ragazza grugnì, tirandosi in piedi. "Dammi qualcosa per lo stomaco: voglio dormire" ordinò lei. L'ometto si tirò su gli occhiali che gli erano scivolati fin sulla punta del naso, poi si avvicinò a Iris con quel suo fare goffo e impacciato: "Permettete, Altezza?" chiese, avvicinandosi a lei con la chiara intenzione di accertarsi delle sue condizioni di salute. Iris si ritrasse, infastidita "non qui" disse con fare deciso e subito si tirò in piedi: la nausea era forte, ma questa volta riuscì a controllarsi: "nella mia cabina" ordinò, decisa a non informare l'intero equipaggio delle sue condizioni di salute. Sapeva che avrebbero parlato tra di loro, ma non aveva la minima intenzione di dare prove a sostegno dei loro pettegolezzi. Ci mancava solo che iniziassero a pensare che stava male!
     
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  5. Silian
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    Mese 10, giorno 7, post 4, notte fonda.

    [EXP: 20.840 exp (15r50x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco lungo/stiletti (8)]

    Se avesse avuto l’elmo avrebbe alzato volentieri gli occhi al cielo, ma visto che era a capo scoperto era comunque meglio non far innervosire ulteriormente Vostro Mal di Mare, anche se era notte e non si vedeva un accidente là fuori. Si inchinò rispettosamente e fece un paio di passi indietro: se fosse svenuta l’avrebbe raccattata comunque, era vicina a sufficienza per farlo e comunque non abbastanza da farla innervosire ancora di più. Il solito caratterino…Per fortuna almeno i mozzi erano efficienti su quella bagnarola, loro erano arrivati subito, non come quel morto di sonno del medico: lo aveva chiamato ancora prima di loro ed ancora non si faceva vivo. Chissà se i dominatori del Fuoco riuscivano ad usare il dominio quando stavano male…respirare era fondamentale, il problema è che quando stai per vomitare anche quello riesce piuttosto difficile. Finalmente anche il medico fece la sua comparsa, ricevendo la sua dose di saluti affettuosi dalla sua paziente preferita. Non aveva ancora minacciato di morte nessuno…strano, doveva essere di buon umore allora…nascose dietro la mano un leggero ghigno, che fece in modo di far sparire nel giro di due secondi, grattandosi il mento con aria assorta. Aveva sonno adesso. Avrebbe riaccompagnato medico e paziente nella cabina della seconda, poi se ne sarebbe andata a dormire: non c’era bisogno di lei per curare la nausea. Si preparò a seguire i due verso le cabine: ormai aveva dimenticato Hade, la sua visione ed ogni pensiero ad essa collegato. Doveva riposare, l’ indomani sarebbe stato un altro giorno pesante.
     
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    MESE 10, GIORNO 7, POST 2 (sett), notte fonda

    [(#FF007F) EXP 151.990 (30r100)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 650, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Iris cercò di non barcollare, ma non era facile, riusciva a sentire solo il suo stomaco che protestava e quella fastidiosa sensazione di nausea che non accennava a voler diminuire. Entrò sottocoperta e di colpo le venne a mancare quel piacevole refrigerio dell'aria notturna, mentre un pesante odore di chiuso le invase le narici. Deglutì, rallentando il passo, e subito il medico le fu addosso... eppure sembrava indeciso sul da farsi. "Stammi lontano!" protestò Iris, spingendolo via da sé. L'ometto, che per la verità era piuttosto robusto, fu colto alla sprovvista e barcollò all'indietro: "scusatemi" si affrettò a rispondere, piegandosi in un inchino dietro l'altro.

    Forse il peggio era passato. Iris raddrizzò la testa e continuò a camminare in direzione della sua cabina, dove avrebbe potuto rilassarsi, lontana da occhi indiscreti. Mancava poco: ancora qualche metro. Iris si infilò all'interno della sua cabina, portò una mano allo stomaco e si mise a sedere su un lussuoso divanetto. Quella cabina era molto diversa dal resto della nave, appositamente preparata per lei e non era difficile immaginare che il valore degli arredi, delle pregiati arazzi che ricoprivano le pareti metalliche, fosse pari, se non superiore, a quello dell'intera nave... ma a Iris, in quel momento, non importava affatto. Si sarebbe seduta su qualunque cosa avesse l'apparenza di essere saldamente ancorato a terra.

    Il medico chiuse la porta e si avvicinò a un mobile basso, in legno scuro. Vi poggiò sopra la sua borsa e cominciò a frugare all'interno, finché ne estrasse due o tre fiale, poi prese una coppa e vi rovesciò all'interno dell'acqua, infine, una dopo l'altra, vi versò il contenuto delle varie fiale. "Bevete questo, calmerà lo stomaco" disse offrendo la coppa a Iris, con un leggero inchino. Il Signore del Fuoco allungò la mano per prendere la coppa, ma subito dissimulò il gesto, per tornare a stringere lo stomaco: "prima tu" ordinò con sguardo deciso in direzione del medico. L'uomo guardò perplesso in direzione della coppa, fece per replicare qualcosa, ma notando il sospetto nello sguardo della sua sovrana decise che era meglio non rischiare e prese un sorso. Era un liquido amaro e storse il naso disgustato, poi tornò ad osservare la sua sovrana, temendo che potesse aver male interpretato il suo gesto, ma in realtà, in quel momento, non le importava nemmeno di questo. Iris avrebbe preso anche del veleno pur di far finire rapidamente quella tortura, ma quel condizionamento, appreso in anni di vita a corte, era difficile da ignorare.

    Rapida la ragazza allungò il braccio, prese la coppa e ne assaggià il contenuto con la punta della lingua. Il suo gusto era alterato, non era facile riconoscere... sentì uno strano sapore amarognolo in fondo alla lingua, un sapore che conosceva, anche se al momento le sfuggiva... allontanò rapidamente il calice dalla bocca, senza riuscire ad allontanare una fastidiosa sensazione di pericolo. "Che c'è dentro?" chiese, preoccupata. L'uomo si appoggiò al mobiletto su cui aveva posato la borsa: "è papavero di Laogai, Altezza. Poche gocce per rilassare lo stomaco e conciliare il sonno" si giustificò, nervoso "una dose minima, poche gocce dell'estratto. Avete visto mentre lo preparavo... e anche in dosi massicce non è letale" spiegò con fare ansioso in direzione di Elanor. Non aveva la minima intenzione di essere accusato di aver avvelenato il Signore del Fuoco, anche perché conosceva la pena...

    Iris deglutì, cercando di trattenere un conato di vomito. Non sarebbe resistita a lungo con quella nave che continuava ad andare su e giù e poi ancora su e giù e su... strinse la coppa e con mano tremante ne bevve il contenuto, fino all'ultimo sorso. "Spero per te che funzioni" disse raggomitolandosi sul suo divanetto di broccato.
     
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  7. Silian
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    Mese 10, giorno 7, post 5, notte fonda.

    [EXP: 20.940 exp (30r100) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme completa Guardie Reali] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco lungo/stiletti (8)]

    Il piccolo gruppo si avviò verso l’interno della nave, con Iris barcollante in testa. Elanor attese che i due si trovassero un paio di metri davanti a sé prima di accodarsi: non aveva ricevuto ordini espliciti al riguardo, né Huizong le aveva ancora dato istruzioni riguardo a situazioni del genere, comunque non le sembrava una buona idea lasciare da solo il Signore del Fuoco ridotto in quelle condizioni. Al limite si sarebbe beccata un’altra rispostaccia, mentre se fosse accaduto qualcosa, beh…meglio non pensarci. Non faceva avvicinare neanche il medico…la guardia si ritrovò di nuovo a stupirsi per la caparbietà di quella ragazzina. Sembrava che stesse per vomitare di nuovo da un momento all’altro…ma non accadde nulla, raggiunsero la stanza privata di Iris dopo pochi minuti ed Elanor si infilò dietro al medico, silenziosa. Richiuse la pesante porta di metallo dietro di sé e prese posto alla sua destra, dove poteva avere una buona visuale della intera stanza. L’omiciattolo si era già messo a trafficare con la sua borsa, estraendo alcune fiale ed un boccale, senza che gli fossero tolti gli occhi di dosso per un singolo istante. Non aveva versato nulla nel recipiente, se non il contenuto delle boccette di vetro, o almeno così sembrava. Non rifiutò neanche di bere un sorso del liquido torbido: la guardia che lo fissava non si rilassò finché non vide il pomo d’Adamo sollevarsi ed abbassarsi quando deglutì l’impiastro, poi seguì il tragitto della coppa fino alle mani di Iris. D’altra parte, non era una cosa molto saggia mettersi ad avvelenare un capo di Stato in una nave, non saresti durato molto con decine di soldati nei paraggi!

    L’espressione della ragazza però non le piacque affatto. Sembrava preoccupata e non voleva ancora prendere la medicina…Elanor fece un paio di passi in avanti, rivolgendo al dottore la migliore espressione minacciosa del suo repertorio. Espressione che venne immediatamente recepita nel modo desiderato: l’ometto diventò nervosissimo e le gettò un paio di occhiate ansiose, non sapendo dove guardare mentre parlava, se il capo delle guardie per giustificarsi o il Signore del Fuoco per rassicurarla. Non sembrava esserci pericolo…un assassino non si sarebbe mai lasciato prendere così dal panico, a meno che non fosse un esperto attore non c’era da temere da lui. Le venne da sorridere, constatando l’effetto che gli faceva la sua espressione truce. Doveva ringraziare l’uniforme…nel frattempo la medicina era stata bevuta, soltanto con un’ultima minaccia: il dottore allora fece per riporre tutto nella borsa e andarsene di nuovo a dormire, con un’aria sollevata, quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Prego, resti pure qui finché la medicina non farà effetto, disse una voce dal tono indecifrabile alle sue spalle. Poveretto, forse già pregustava il contatto col materasso della sua cabina…invece venne praticamente agguantato per la collottola e guidato senza troppe cerimonie sullo sgabello più vicino. Sedette come un sacco di patate, osservando Iris raggomitolata sul divano che aveva scelto. La guardia trattenne uno sbadiglio…ti capisco, capo, ho sonno anche io, ma se ti faccio andare via subito potrebbero pensare che non faccio le cose come si deve…anche tu potresti farlo. Anzi, visto che ci sei, spargi la voce in giro, così se passa qualche aspirante avvelenatore ci pensa due volte prima di venire a rompere le scatole…
     
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    Passarono diversi minuti in cui Iris rimase in silenzio, senza muovere un muscolo, con tutte le sue energie concentrate nel tentativo di non vomitare di nuovo. Quel silenzio incoraggiò il medico, che riuscì nuovamente ad alzare lo sguardo sulla sua sovrana. La stanza era scarsamente illuminata, erano state accese solo un paio di lampade, ma erano sufficienti per rendersi conto che Iris era più pallida del solito: forse era colpa del mal di mare... ma dopo quello che le era successo... l'ometto rimase incerto per alcuni istanti. Forse non era niente, doveva solo riposare e per quando si fosse svegliata era meglio che anche lui avesse qualche ora di sonno alle spalle, tuttavia... non era forse il suo lavoro assicurarsi della salute del Signore del Fuoco?

    Lanciò un'altra occhiata a Iris, poi a Elanor, poi alla porta: sarebbe stata una vista rassicurante se non fosse stato per il meccanismo di chiusura, che la sigillava dall'esterno. Deglutì, stringendo con fare nervoso la propria borsa. Iris se ne stava lì ferma, con gli occhi chiusi. Che si fosse già addormentata? "Devo... devo controllare una cosa" disse timidamente in direzione di Elanor e subito abbassò lo sguardo, avvicinandosi al Signore del Fuoco prima ancora che l'altra potesse rispondergli, preso da una frenesia nervosa. "Altezza, potreste porgermi il braccio?" sussurrò in direzione di Iris, ma lei non si mosse. Lo aveva sentito, per la verità, ma quella fastidiosa sensazione allo stomaco stava lentamente diminuendo e aveva il terrore che qualsiasi cenno, qualsiasi movimento avesse fatto, l'avrebbero fatta stare come pochi minuti prima, cosa che intendeva fermamente evitare.

    Il medico si accucciò accanto al divanetto, voltandosi in direzione di Elanor in cerca di qualche conferma, sperando che lei facesse qualcosa. Poi un pensiero si insinuò nella mente dell'uomo. Magari il soldato stava pensando che l'avesse avvelenata o, peggio, che non sapesse cosa fare... e lui sapeva perfettamente quanto dura a corte un medico che non sa fare il suo lavoro. Deglutì di nuovo, mentre una goccia di sudore gli scendeva a lato della fronte: gli sarebbero serviti almeno due giorni per riprendersi da quella avventura... un medico non dovrebbe essere sottoposto a certe pressioni! Lo portano a fare male il suo lavoro! "E'... ha avuto un incidente... devo controllare le ferite" balbettò verso il soldato, rifiutandosi di incrociare il suo sguardo.

    Iris grugnì. Più lo stomaco si calmava più cominciava a sentire la stanchezza per quella giornata: le braccia si erano fatte pesanti, gli occhi non volevano aprirsi e anche se fosse stata disponibile ad assecondare il medico non era sicura che sarebbe riuscita a farlo. In più si sentiva stranamente intontita e un dolore pressante le stringeva la testa... ma era il Signore del Fuoco, la migliore dominatrice della sua nazione e la debolezza non esisteva nel suo vocabolario. Aprì gli occhi e piano, piano mise a fuoco la stanza; riuscì a distinguere la figura del medico, chino su di lei. Sbuffò, allungando il braccio, ma subito la forza per sorreggerlo venne meno e lo lasciò ricadere sul divanetto. "E' tutto a posto, tutto a posto... solo l'effetto del papavero..." spiegò l'ometto con voce acuta, affrettandosi ad afferrare il braccio della giovane per misurarle il polso. A posto.

    Una delle ancelle della ragazza aveva allungato il collo con fare curioso e il medico si affrettò ad attirare la sua attenzione "potrebbe scoprirle la schiena?" chiese, facendosi da parte per permettere alla giovane di esaudire la sua richiesta. Iris sbuffò di nuovo, tirandosi a sedere per permettere alla ragazza di fare il suo lavoro e non si lamentò nemmeno quando nello slegare la fascia che stringeva la tunica sfiorò uno dei tanti lividi causati dalla brutta caduta nel sotterraneo. Quando però il medico cominciò a tastare le ferite per assicurarsi delle sue condizioni gli rifilò una gomitata dritta nello stomaco "fa male più o meno così" protestò, ricoprendosi. "Ora vorrei dormire" annunciò e discutere sarebbe stato inutile: la sua pazienza era ormai esaurita.

    Il medico era ancora a terra, ma si rialzò dolorante. Aveva qualcosa di rotto, se lo sentiva. Forse sarebbe morto quella notte stessa, su una nave a centinaia di miglia da casa sua e probabilmente avrebbero dato il suo corpo in pasto ai pesci... fatto in mille pezzettini da quella che avrebbe dovuto essere la sua cena... "Altezza, dovreste riposare per tutta la durata di questo viaggio. Per la verità, non avreste dovuto mettervi in viaggio affatto, se non curate adeguatamente quelle ferite rischiate gravi complicazioni..." insistette preoccupato. Ma Iris non lo ascoltava più. "Riposerei volentieri" rispose, indicandogli la porta, mentre con l'altra mano reggeva la tunica perché non le scivolasse di dosso.
     
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    [EXP: 21.040 exp (30r100x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme completa Guardie Reali ] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco lungo/stiletti (8)]

    Era un bel pezzo che se ne stava sdraiata, senza muoversi di un millimetro, tanto che sembrava davvero addormentata. Non si distingueva il movimento del suo respiro, la semioscurità che invadeva la stanza rendeva difficile distinguere i movimenti più lievi. Elanor spalancò di colpo la bocca in uno sbadiglio…poi si coprì immediatamente con la mano e chiuse di scatto la mandibola. Due minuscole lacrime le scesero lungo gli zigomi. Era terribilmente fastidioso quando ti si incastravano gli sbadigli nella gola, in quella maniera, ma non voleva farsi vedere mentre abbassava la guardia. Moriva di sonno…e l’illuminazione non faceva che peggiorare le cose! Le si chiudevano gli occhi da soli, e quando li riapriva ci vedeva praticamente doppio: non le capitava da quando seguiva le lezioni di storia nazionale a scuola. Nessuno sembrava intenzionato a fare nulla: le ancelle se ne stavano ferme e zitte, il medico non sembrava avere abbastanza coraggio da prendere qualche decisione e non si capiva cosa passasse per la testa ad Iris. La guardia si poggiò stancamente con la schiena contro una delle pareti di metallo, ben attenta a non fare troppo rumore colpendo la superficie cava. Fu anche questo uno sforzo quasi eccessivo…quando si fu sistemata aveva ancora più sonno di prima.

    Stava quasi per cedere quando una vocetta esitante si rivolse a lei: era il medico. Lo fissò con aria resa torva dal sonno, ma il suo viso restava in ombra, il poveretto poteva solo intuire cosa avesse stampato in faccia. Si avvicinò di nuovo alla sua sovrana, voleva controllare chissà cosa…uffa…Elanor scosse la testa per liberarsi da quella cappa che la annebbiava e mosse un paio di passi per la stanza, avvicinandosi al dottore ed alla sua paziente, la quale continuava a non dare segno di essere sveglia. Beh, se si era addormentata era una gran cosa, ma se poco poco veniva svegliata sul più bello…insomma, non sarebbe stata esattamente entusiasta. Un momento, non dormiva ancora…il medico continuava a volersi scusare e giustificare le sue azioni, peccato che non le importava un fico secco dei suoi balbettamenti. Sospirò ed attese che le bende fossero rimosse dalle ancelle. Non che fosse suo interesse morboso sbirciare, ma quella schiena era davvero un brutto spettacolo. Abbassò subito lo sguardo, evitando di soffermarsi sulle macchie violacee e le ferite semi cicatrizzate che correvano sulla pelle diafana della ragazzina. Poco dopo l’ometto cadde sul sedere con un tonfo sordo. La visita era finita. Era ora…aprì la porta al dottore, permettendogli di uscire, una volta che si fosse ricomposto. Lui sgattaiolò frettolosamente fuori, inciampando sulla sua stessa veste e lanciando occhiate di sbieco al soldato che gli aveva aperto la porta. Capo, è solo un’impressione, non sono così terribile come pensi tu…però mi fa comodo che tu mi ritenga un mastino ringhioso, in fondo. Buona notte…e con un inchino salutò il Signore del Fuoco, ritirandosi senza rumore fuori dalla porta.

    Non ne poteva davvero più...coprì strascicando i piedi i pochi metri che la separavano dalla sua cabina e si trovò sulla branda senza neanche ricordarsi di come avesse fatto ad arrivarci. Si sarebbe anche addormentata così, ma in un ultimo barlume di coscienza si tolse almeno la parte superiore dell'uniforme e la cintura, insieme agli stivali, e lanciò l'elmo a terra...o si sarebbe svegliata totalmente indolenzita. Il copricapo lanciò dei rintocchi cuoi rotolando sul pavimento, ma lei già non ci sentiva più...
     
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    [(#FF007F) EXP 152.390 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Appena il medico e il soldato misero piede fuori dalla sua cabina Iris si rilassò. "Liberatemi di questa roba" disse in direzione delle ancelle, lasciando la presa sulla tunica perché potessero vestirla adeguatamente per la notte. Forse per l'effetto della pozione, forse perché la nausea era improvvisamente diminuita, ma una forte stanchezza si stava impossessando di lei a tal punto che avrebbe potuto benissimo addormentarsi lì in piedi... ma non era da lei, non era degno di un soldato e lei non solo era un soldato, ma il Signore del Fuoco in persona. Doveva essere un esempio per il suo popolo e non poteva lasciarsi andare a simili debolezze.

    Lasciò che le ragazze la spogliassero, ma appena ebbe addosso la vestaglia fu lei a richiuderla, congedando le servitrici con un gesto imperioso: aveva perso anche troppo tempo, la dovuta scena era stata fatta e ora poteva finamente concedersi un po' di meritato riposo... mai un letto le era sembrato tanto invitante! Appena il tempo di posarvisi sopra e cadde in un sonno profondo, ma tormentato. Erano successe un sacco di cose in quei giorni, cose che l'avevano scossa: il ritorno di suo padre prima di tutti e i suoi sogni erano popolati di spiriti maligni con il suo volto, che cercavano di ucciderla... e lei scappava, ma non riusciva a correre. Aveva bisogno di aiuto, ma non poteva gridare e c'era Antk, che la osservava dall'alto, ridendo di lei. Poi uno degli spiriti la trafisse con le sue zanne.

    Iris si svegliò di soprassalto, con il cuscino piantato contro uno dei lividi sul fianco. Sbuffò, voltandosi dall'altra parte, ma sapeva già che non sarebbe riuscita a dormire ancora. Non senza uno di quegli intrugli del medico. Attivò l'interfono, chiedendo la colazione, e pochi istanti dopo le sue ancelle furono lì, pronte ad aiutarla, sebbene fosse appena l'alba: si fece vestire, assaggiando svogliatamente un po' di questo e un po' di quello finché fu più stufa che sazia; allora si infilò fuori dalla propria cabina, subito seguita dai due uomini che erano di guardia alla sua porta.

    Difficilmente lo avrebbe ammesso, ma i sogni di quella notte l'avevano turbata; raggiunse il ponte, con la mente persa nei propri pensieri. Chissà che fine aveva fatto Antk... erano settimane che non aveva sue notizie. Che, per una volta, avesse deciso di ascoltarla e starle lontano? Sospirò. Con tutte le volte in cui non l'aveva ascoltata aveva scelto il momento peggiore per darle retta. Se solo fosse stato lì, in quel momento, si sarebbe sentita meno incerta per il futuro... ma, in fondo, era meglio così, per tutti. La sua vita era troppo rischiosa per un ragazzino dell'arcipelago. Probabilmente l'aveva già dimenticata... Iris ricordava ancora fin troppo bene le ragazze che gli ronzavano attorno a Ember, prima che la loro relazione fosse ufficiale... e una fitta di gelosia le strinse il cuore. Allontanò quel pensiero. Aveva cose più importanti di quelle sciocchezze adolescenziali cui occuparsi... quello che avrebbe fatto appena arrivata al tempio, per esempio.

    Continuò a camminare e arrivata sul ponte di poppa si accorse con disappunto di non essere l'unica sveglia a quell'ora: due dei soldati della sua scorta erano lì ad allenarsi; si fermò. Quanto avrebbe voluto unirsi a loro! Odiava doversene stare ferma come un'invalida, tradita dal suo stesso corpo. Immersa nei suoi pensieri si fermò ad osservarli combattere... anche se la sua mente era impegnata a pensare a suo padre notò che c'era qualcosa di fuori posto in quel modo di muoversi... il peso di uno dei due era fortemente sbilanciato in avanti e l'altro ne approfittò per spingerlo a terra con una fiammata. Era Shibao. Iris sorrise: attento, astuto; aveva fatto una buona scelta.
     
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    [EXP: 21.340 exp (30r100x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme completa Guardia Reale] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    Emerse lentamente dal limbo senza sogni che la circondava in ogni direzione, sempre cullata dal rollio della grande nave di ferro. Le pesavano tanto le palpebre…non riusciva neanche a sbadigliare. Era stata una serie di colpi metallici a strapparla dal mondo dei sogni: la sua stanza doveva essere collocata sopra alcuni dei tubi che provenivano dalla sala macchine: qualsiasi cosa venisse sbatacchiato là sotto, lei lo sentiva perfettamente. E là sotto non si dormiva mai…insomma, lei aveva ancora sonno e di alzarsi non aveva assolutamente voglia. Si girò dall’altro lato e lasciò che il mondo le scivolasse via di dosso ancora una volta…che sensazione meravigliosa…

    SDENG! SBEMMM! DONG, BONG, GONG! MALEDETTI ROMPI…ACCC…..Elanor scattò a sedere sulla branda, lanciando improperi a voce non troppo bassa a quei…quegli…insomma, lasciamo perdere. Le sembrava di essersi riappisolata solo mezzo secondo prima…Strisciò giù dal suo giaciglio, ormai non ne poteva più di quella roba che riecheggiava nella cabina. Avete presente quando uno è talmente stanco, che quando si tira in piedi gli cedono le gambe? Beh, eravamo più o meno a quei livelli. Ci mancò poco che non franasse per terra un paio di volte ma si riprese sempre per il rotto della cuffia. Avanzò a tentoni verso il bacile in un angolo: era un recipiente diverso dal solito: intanto era fissato alla parete invece che su un treppiede di metallo; poi era molto più fondo ed aveva un coperchio, in caso ci fossero state delle brutte tempeste era meglio non avere roba che si rovescia in giro per la cabina. Per finire, un piccolo tubo metallico poteva scaricare il contenuto del recipiente direttamente nella sentina. In una nave erano accorgimenti abbastanza semplici da realizzare: tubo più, tubo meno alla fine non cambiava poi molto. Si lavò rapidamente e si guardò nello specchio opaco che pendeva dalla parete sopra il bacile: rifletteva l’immagine color ottone di una tizia stralunata e con i capelli piuttosto disastrati. Così non poteva andare…cerco di tirarsi su e si massaggiò il viso per ridargli un po’ di vita, poi fu la volta dei capelli: ormai si erano allungati parecchio, le oltrepassavano le scapole ed erano di un bel castano scuro. Perché non lasciar loro prendere un po’ d’aria? Ma si…in fondo, chi voleva esserci a quell’ora sul ponte? Uscì di soppiatto dalla cabina, senza elmo e con i capelli sciolti, indossava solo la base dell’uniforme senza cinture e, per finire, se ne andava a piedi nudi.

    Così si stava terribilmente comodi…all’inizio la sensazione del metallo freddo sotto i piedi l’aveva fatta rabbrividire, poi ci si era abituata e, alla fine, l’aveva anche aiutata a svegliarsi. Ma si…corse senza fare il minimo rumore per i corridoi che attraversavano le viscere della nave: tutti gli altri soldati indossavano stivali, se fosse arrivato qualcuno se ne sarebbe accorta prima lei ed avrebbe fatto in tempo a nascondersi da qualche parte. Perché non stava affatto bene che un ufficiale se ne andasse a zonzo vestito peggio di una nomade in vacanza! La stradina tortuosa che seguiva passava accanto alla sala macchine: c’erano sbuffi di vapore continui e faceva un caldo piacevolissimo sotto i piedi…e lì, anche se incontrava qualche macchinista, non c’erano problemi…non erano i tipi che si formalizzavano, neanche l’avrebbero mai vista in faccia, una volta fuori da quel mostro nero. Lì i colpi ed i tonfi che l'avevano svegliata erano decisamente più forti, doveva esserci qualche riparazione iin corso. Qualche minuto di fuga dopo apriva già un portellone laterale e scivolava fuori, lungo uno stretto camminamento che cingeva la parte posteriore del ponte, a poppa: era più che altro un’uscita di servizio, per far aerare la parte interna della nave. Non c’era anima viva…e fu libera di restarsene a contemplare le strisce di schiuma dei motori che si dissolvevano tra le onde del grande mare, con i capelli al vento. I motori dell’ammiraglia facevano le fusa sotto il ponte e, lentamente, insieme al vento di mare se ne andò anche il sonno. Sarebbe rimasta lì anche tutta la giornata…


     
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    [(#FF007F) EXP 152.590 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Il dominatore caduto a terra si tirò in piedi e solo allora parve accorgersi della presenza di Iris: subitò scattò in un saluto militare e fu allora che la ragazza lo riconobbe: Len Shu, ovviamente. Shibao, vedendo lo strano comportamento del compagno, si voltò a sua volta e anche lui scattò sull'attenti. Il Signore del Fuoco portò il pugno della mano destra contro il palmo della sinistra, accennando un saluto informale; non si chinò nemmeno, ma il suo grado non imponeva niente del genere. "Continuate pure" disse muovendo un cenno in direzione dei due giovani e loro non persero tempo, si piegarono in un profondo inchino e senza aggiungere una parola si rimisero in posizione. Len Shu attaccò per primo, cogliendo il compagno di sorpresa, ma Shibao si riprese rapidamente e deviò la fiammata in basso, verso il ponte... poi compì un mezzo giro su se stesso e con un calciò scagliò una fiammata contro il viso dell'avversario che fu rapido a scansarsi e contrattaccare con una sequenza di pugni di fuoco: il combattimento era intenso, serrato, quasi che i due tentassero di togliersi il respiro a vicenda, ma i loro colpi non erano casuali. Entrambi stavano bene attenti a deflettere i colpi avversari ben lontano da Iris, con la precisione di chi sa usare a dovere il proprio dominio.

    Il Signore del Fuoco sorrise leggermente, mentre il suo sguardo indugiava involontariamente sui muscoli scolpiti dei due contendenti... poi un rumore di passi sul pavimento metallico la riportò alla realtà, voltò lo sguardo verso il portellone che dava accesso al ponte sottocoperta e ne vide uscire l'attendente di Huizhong. Stava decisamente puntando verso di lei. "Problemi?" si informò, scrutando il giovane con aria preoccupata. Sapeva che Huizhong non avrebbe mai osato disturbarla... se aveva mandato il suo tirapiedi a cercarla a quell'ora del mattino significava che c'erano notizie gravi in vista. Il ragazzo si inchinò, allungando un messaggio in direzione della sua sovrana: "è appena arrivato, il generale fa sapere che sta già prendendo provvedimenti. Al momento si trova a lavorare nella sua cabina, ma accetterà qualunque punizione deciderete giusta per la sua mancanza" spiegò con voce atona... difficile capire se realmente non fosse interessato alla questione o se non ne avesse colto la gravità. Quelle parole, a Iris, non piacquero affatto: strappò il messaggio di mano al giovane e lo srotolò con un gesto secco. Scorse le poche righe di testo trattenendo il fiato e arrivata alla fine scosse la testa, stringendo i denti. Ci mancava solo questa.

    Il suo primo pensiero andò a Huizhong: come aveva potuto permettere una cosa del genere!? Poi ripensò a suo padre e alle sue parole. Forse, in fondo, era meglio così: la toglieva dall'imbarazzo di dover decidere cosa fare di lui. Per quanto fosse duro da ammettere l'idea che su suo ordine fosse rinchiuso a Boling Rock per il resto della sua vita la metteva a disagio. Sì... quello che le aveva fatto era stato ingiusto e lo odiava per il modo in cui l'aveva trattata... ma c'erano stati momenti, in un lontano passato, in cui gli aveva voluto bene davvero. Iris abbassò lo sguardo sull'attendente. "Torna da Huizhong, ricordagli che avrò bisogno di lui in questa missione e che mi aspetto mi dia il massimo. Deciderò al ritorno cosa fare per questa faccenda" decretò, tornando ad arrotolare il messaggio con gesti lenti e studiati.
     
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    [EXP: 21.540 exp (30r100x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    Le vibrazioni degli immensi motori immersi sott’acqua si propagavano lungo il metallo spesso della poppa della nave, e risalivano lungo le mani, i polsi e le braccia della guardia che si appoggiava al parapetto. Se non avesse tenuta ben salda la mandibola le avrebbero fatto letteralmente battere i denti. Elanor respirò a fondo l’aria salmastra e fredda del mattino. Il sole era sorto da un po’ di tempo, uno di quei giorni le sarebbe piaciuto vederlo fare capolino dalle onde perlacee del mare. Quando sorgeva era davvero luminosissimo, anche se si riusciva a fissarlo lo stesso, all’inizio, senza farsi male agli occhi. Tornò a contemplare le scie di schiuma bianca che la nave si lasciava alle spalle, quasi sperando che sbucasse uno di quegli strani animali marini che a volte accompagnavano le navi in viaggio: erano davvero grossi e somigliavano a delle foche, li usavano per trascinare i traghetti verso l’isola di Ember una volta addomesticati. Peccato che non ricordasse come si chiamavano. Avrebbe chiesto a Shizuka o ad uno degli altri, più tardi…era giunta lì’ora di andare: il cielo, da un colore grigiazzurro stava rapidamente passando al celeste, attraverso impercettibili gradazioni perlacee. Con un’ultima occhiata nostalgica al cielo il tenente si voltò e rientrò nelle viscere di metallo del suo mostro marino.

    Il corridoio stavolta era invaso dal vapore e si sentiva un forte odore di olio surriscaldato. Non era un granché, come segno…neanche il viavai di operai a torso nudo lo era, in effetti. Erano tutti a torso nudo, ricoperti di sudore e lubrificante per motori, e si affaccendavano con aria tesa e preoccupata su e giù per le scalette a pioli che portavano alla sala macchine. Il loro vociare si mischiava ai cupi rintocchi dei martelli contro il metallo. Davvero un brutto giorno per un guasto…sulla nave del Signore del Fuoco, poi! Magari era una perdita di vapore minore, la nave non sembrava aver perso potenza però, se trascurate, queste cosucce potevano sempre creare problemi nei momenti meno adatti…La ragazza attese in un angolo che la via si liberasse poi filò a tutta birra lungo lo stretto camminamento che condivideva con gli uomini al lavoro: non voleva certo creare intralcio, si levò dai piedi il più in fretta possibile. E per poco non andò a finire per terra quando, uno o due minuti dopo, inciampò malamente in qualcosa (o meglio, qualcuno) che le aveva tagliato la strada. Stupido vapore…non si vede un accidente! Brontolò tra i denti Elanor, mentre una voce stizzita sibilava improperi alla sua sinistra. Kazuya…? chiese esitante, quasi certa di aver riconosciuto la proprietaria della voce in questione. Che ci faceva lì? Si era persa sicuro…in effetti, bastava girare a sinistra nel punto sbagliato e potevi anche andare a finire nella sentina, se non stavi attento. Capo?! Oh, miseriaccia….scusa capo!! Non mi ero accorta che eri tu…rispose quella, iniziando a balbettare una serie di scuse smozzicate; venne acciuffata per la collottola e diretta nel corridoio che portava al refettorio. Era qui che volevi andare, vero? le chiese ridacchiando, mentre il viso della guardia si illuminava. Ma si! Ecco, mi sembrava che c’era qualcosa di strano…che fai capo, vieni a fare colazione pure tu? Mi sa che gli altri stanno già a mangiare…

    Sedettero al tavolo insieme ad altre sei guardie: due erano sicuramente a fare il turno di guardia ad Iris, ma ne mancavano altre due…non servì molto ad Elanor per rendersi conto di chi mancasse. Li aveva seguito il suo sguardo (come gli altri, del resto) e rispose con un’alzata di spalle alla sua occhiata eloquente. Non le piaceva affatto quella storia, non c’era verso di far amalgamare quei due al gruppo. Era ovvio, dei nobili non volevano mischiarsi alla vile plebaglia…ma che sarebbe successo se, un giorno, ci fosse stato bisogno di gioco di squadra? Non riusciva a togliersi dalla mente il timore che, in un’occasione del genere, sarebbe andato tutto terribilmente a rotoli…
     
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    Iris guardò il giovane allontanarsi rapidamente e scosse gravemente la testa. Se da un lato la liberazione di suo padre la sollevava dall'onere di decidere... dall'altro non poteva fare a meno di pensare che, in fondo, poteva costituire un pericolo. Lo aveva fatto arrestare... lo aveva trattato meglio di qualunque altro carcerato alla Torre Prigione, gli aveva salvato la vita quando lui era stato ferito... ma era pur sempre suo padre... e lo aveva umiliato. Possibile che quello che le aveva detto fosse vero? Che si sarebbe limitato a chinare il capo, ed accettare la sua nuova condizione? Accettare che sua figlia non voleva più saperne di lui? Che era lei, adesso, ad avere il potere?

    Chiuse gli occhi per un istante. No. Nemmeno in un milione di anni. Avrebbe tentato di giocarle qualche altro brutto tiro, solo per compiacere il suo orgoglio e toccava a lei fare sì che la nazione non sapesse, che conservasse di lui quella memoria che si era premurata di accordargli. "Tu" ordinò ad una delle guardie che la seguivano "vai a svegliare Elanor, dille di presentarsi tra mezz'ora nella sala tattica" ordinò. Non c'era una reale urgenza di discutere di quella cosa, anche perché pur volendo da lì, in mezzo al mare, avrebbero potuto fare ben poco... ma tenere la mente impegnata sulla questione le faceva sentire la coscienza a posto, in fondo stava facendo qualcosa per risolvere il problema...

    Sospirò, poi si rivolse al secondo soldato "tu vai da Huizhong, digli che aspetto anche lui" aggiunse: il soldato scattò sull'attenti e si affrettò ad eseguire l'ordine. Anche loro non erano male, in fondo... avevano dei modi un po' discutibili, ma imparavano in fretta e nel giro di un paio di mesi, forse, sarebbe riuscita a trasformarli in guardie del corpo dignitose. Nel frattempo Len Shu e Shibao avevano smesso di combattere e si erano fermati a chiacchierare tra loro. Iris si avvicinò ai due giovani. "Ho bisogno di voi" annunciò "prendete la vostra roba e seguitemi", disse, muovendo un cenno verso le tuniche che i due avevano lasciato a terra. Len Shu prese rapidamente la sua gettandosela sulle spalle, mentre con un gesto infilava gli stivali. Shibao, al contrario, aveva ordinatamente ripiegato la sua e perse qualche secondo a infilarla, tanto che poi dovette rincorrere Iris e il suo compare, che nel frattempo si erano allontanati.

    Il Signore del Fuoco fece strada verso la sala tattica, per poi fermarsi sulla soglia, in attesa che qualcuno le aprisse la porta. Shibao impiegò qualche secondo di troppo a capire cosa volesse la ragazza e Len Shu si affrettò ad anticiparlo, spingendo la porta per poi farsi di lato e permettere alla sua sovrana di entrare... non prima di aver gettato una rapida occhiata alla stanza ed essersi assicurato che non vi fosse minaccia alcuna.

    Iris prese posto al grande tavolo e invitò i due soldati a fare altrettanto "Riku è fuggito" annunciò a bruciapelo, concedendo loro a malapena il tempo di prendere posto. Lo sguardo della ragazza era determinato, la sua voce ferma: "Ho bisogno di sapere su chi posso contare e su chi no. Se quel traditore chiedesse la mia corona, quanti credete che sarebbero disposti a seguirlo?" chiese senza tanti giri di parole.
     
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  15. Silian
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 10 (sett), primo mattino

    [EXP: 21.640 exp (30r100) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    Alzarsi un po’ prima del dovuto era sempre una buona cosa. Potevi prepararti con calma, uscire a fare una passeggiata e fare colazione senza strozzarti col cibo. E magari ci scappavano due chiacchiere con i commilitoni: visto da quella prospettiva non invidiava affatto i due ragazzi di Ozun. Erano talmente impegnati a dimostrare di essere superiori che si perdevano un mucchio di cose interessanti. Come popolana, Elanor non si faceva nessunissimo problema a mischiarsi ai suoi sottoposti, non faceva altro che accrescere la loro lealtà, in fondo…ma quello non era il motivo per cui lo faceva: in fondo quel branco di matti che si era portata dietro erano suoi amici, tra i pochi esseri umani sopportabili in quella caserma, ed avevano la fortuna di sapersela anche cavare bene col dominio. Non poteva chiedere di meglio per la sua squadra!

    Il vapore si alzava pigramente in lente spirali dalla tazza di tè che il capo delle guardie teneva tra le mani; tutt’intorno si levava il chiacchiericcio dei soldati che facevano colazione poco prima di iniziare il loro turno di lavoro. Era quasi rilassante. Sgranocchiò un biscotto mentre ascoltava Ty Lo raccontare di un’epica lotta contro un Rinoceronte di Komodo imbizzarrito ed un sorrisetto le increspò le labbra. Ogni volta che lo raccontava, quell’aneddoto si arricchiva misteriosamente di nuovi particolari…e doveva essersene accorta anche Shizuka, visto il modo in cui se la sghignazzava sotto i baffi, spruzzando briciole a metri di distanza. Masticò lentamente un altro biscotto, quando la porta della mensa si aprì di colpo, lasciando entrare una forte corrente di aria fredda. Si voltò lanciando un’occhiata irritata al soldato che aveva appena fatto irruzione, che almeno chiudesse subito quell’affare, o avrebbe fatto prendere un accidente a mezza guarnigione! Ma quello continuava a restare nel vano d’ingresso, cercando con gli occhi qualcuno in mezzo alla soldataglia radunata. Ma…quello non è Zhao Jing? Chiese Kazuya, facendogli un cenno di saluto con la mano. Perché te ne stai lì come un salame, vieni a sederti! Il soldato la udì e subito mise a fuoco Elanor, seduta al suo fianco. Gli lanciò un’occhiata interrogativa: non era il suo turno di guardia, quello? Che ci faceva lì?

    Elanor, il Signore del Fuoco ti vuole in sala tattica tra…anzi, ti voleva in sala tattica tra mezz’ora, ma in cabina non c’eri e ci ho messo un secolo a trovarti…spiegò agitato il soldato, mentre al suo capo andava per traverso il biscotto. Iniziò a tossire con le lacrime agli occhi, mentre l’ansia tipica di chi è in ritardo ad un appuntamento importante si impadroniva dei suoi pensieri. Miseriaccia…stupida tosse…proprio ora che sono di fretta…qualcuno dei suoi le mise tra le mani il tè, per aiutarla a calmare la tosse, peccato che le andò di traverso anche quello e fu un miracolo se non si rovesciò l’intera tazza sull’uniforme. Scattò in piedi ancora mezzo soffocata: se la sarebbe fatta passare strada facendo. Fece un cenno a Zhao Jing, che le facesse strada verso la sala tattica, lei non aveva ancora capito dove fosse esattamente. Per fortuna riuscì a ricomporsi in tempo, anche se aveva svegliato mezzo equipaggio durante il tragitto. Capita…non poteva farci nulla: si asciugò le lacrime dagli zigomi e diede qualche colpetto alla divisa per far cadere le ultime briciole di biscotto. Il suo soldato aprì la porta di metallo in fondo all’ennesimo corridoio, salutò i presenti con rispetto ed annunciò il suo arrivo, poi fu il suo turno: entrò nella sala e salutò anche lei con l’inchino tradizionale Altezza, ai vostri comandi.
     
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72 replies since 28/8/2011, 14:23   705 views
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