Rotta verso il Tempio

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  1. @Les
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    MESE 10, GIORNO 7, POST 2 (sett), notte fonda

    [(#FF007F) EXP 151.990 (30r100)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 650, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Iris cercò di non barcollare, ma non era facile, riusciva a sentire solo il suo stomaco che protestava e quella fastidiosa sensazione di nausea che non accennava a voler diminuire. Entrò sottocoperta e di colpo le venne a mancare quel piacevole refrigerio dell'aria notturna, mentre un pesante odore di chiuso le invase le narici. Deglutì, rallentando il passo, e subito il medico le fu addosso... eppure sembrava indeciso sul da farsi. "Stammi lontano!" protestò Iris, spingendolo via da sé. L'ometto, che per la verità era piuttosto robusto, fu colto alla sprovvista e barcollò all'indietro: "scusatemi" si affrettò a rispondere, piegandosi in un inchino dietro l'altro.

    Forse il peggio era passato. Iris raddrizzò la testa e continuò a camminare in direzione della sua cabina, dove avrebbe potuto rilassarsi, lontana da occhi indiscreti. Mancava poco: ancora qualche metro. Iris si infilò all'interno della sua cabina, portò una mano allo stomaco e si mise a sedere su un lussuoso divanetto. Quella cabina era molto diversa dal resto della nave, appositamente preparata per lei e non era difficile immaginare che il valore degli arredi, delle pregiati arazzi che ricoprivano le pareti metalliche, fosse pari, se non superiore, a quello dell'intera nave... ma a Iris, in quel momento, non importava affatto. Si sarebbe seduta su qualunque cosa avesse l'apparenza di essere saldamente ancorato a terra.

    Il medico chiuse la porta e si avvicinò a un mobile basso, in legno scuro. Vi poggiò sopra la sua borsa e cominciò a frugare all'interno, finché ne estrasse due o tre fiale, poi prese una coppa e vi rovesciò all'interno dell'acqua, infine, una dopo l'altra, vi versò il contenuto delle varie fiale. "Bevete questo, calmerà lo stomaco" disse offrendo la coppa a Iris, con un leggero inchino. Il Signore del Fuoco allungò la mano per prendere la coppa, ma subito dissimulò il gesto, per tornare a stringere lo stomaco: "prima tu" ordinò con sguardo deciso in direzione del medico. L'uomo guardò perplesso in direzione della coppa, fece per replicare qualcosa, ma notando il sospetto nello sguardo della sua sovrana decise che era meglio non rischiare e prese un sorso. Era un liquido amaro e storse il naso disgustato, poi tornò ad osservare la sua sovrana, temendo che potesse aver male interpretato il suo gesto, ma in realtà, in quel momento, non le importava nemmeno di questo. Iris avrebbe preso anche del veleno pur di far finire rapidamente quella tortura, ma quel condizionamento, appreso in anni di vita a corte, era difficile da ignorare.

    Rapida la ragazza allungò il braccio, prese la coppa e ne assaggià il contenuto con la punta della lingua. Il suo gusto era alterato, non era facile riconoscere... sentì uno strano sapore amarognolo in fondo alla lingua, un sapore che conosceva, anche se al momento le sfuggiva... allontanò rapidamente il calice dalla bocca, senza riuscire ad allontanare una fastidiosa sensazione di pericolo. "Che c'è dentro?" chiese, preoccupata. L'uomo si appoggiò al mobiletto su cui aveva posato la borsa: "è papavero di Laogai, Altezza. Poche gocce per rilassare lo stomaco e conciliare il sonno" si giustificò, nervoso "una dose minima, poche gocce dell'estratto. Avete visto mentre lo preparavo... e anche in dosi massicce non è letale" spiegò con fare ansioso in direzione di Elanor. Non aveva la minima intenzione di essere accusato di aver avvelenato il Signore del Fuoco, anche perché conosceva la pena...

    Iris deglutì, cercando di trattenere un conato di vomito. Non sarebbe resistita a lungo con quella nave che continuava ad andare su e giù e poi ancora su e giù e su... strinse la coppa e con mano tremante ne bevve il contenuto, fino all'ultimo sorso. "Spero per te che funzioni" disse raggomitolandosi sul suo divanetto di broccato.
     
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