Rotta verso il Tempio

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  1. @Les
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    MESE 10, GIORNO 8, POST 4 (sett), primo mattino

    [(#FF007F) EXP 152.390 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Appena il medico e il soldato misero piede fuori dalla sua cabina Iris si rilassò. "Liberatemi di questa roba" disse in direzione delle ancelle, lasciando la presa sulla tunica perché potessero vestirla adeguatamente per la notte. Forse per l'effetto della pozione, forse perché la nausea era improvvisamente diminuita, ma una forte stanchezza si stava impossessando di lei a tal punto che avrebbe potuto benissimo addormentarsi lì in piedi... ma non era da lei, non era degno di un soldato e lei non solo era un soldato, ma il Signore del Fuoco in persona. Doveva essere un esempio per il suo popolo e non poteva lasciarsi andare a simili debolezze.

    Lasciò che le ragazze la spogliassero, ma appena ebbe addosso la vestaglia fu lei a richiuderla, congedando le servitrici con un gesto imperioso: aveva perso anche troppo tempo, la dovuta scena era stata fatta e ora poteva finamente concedersi un po' di meritato riposo... mai un letto le era sembrato tanto invitante! Appena il tempo di posarvisi sopra e cadde in un sonno profondo, ma tormentato. Erano successe un sacco di cose in quei giorni, cose che l'avevano scossa: il ritorno di suo padre prima di tutti e i suoi sogni erano popolati di spiriti maligni con il suo volto, che cercavano di ucciderla... e lei scappava, ma non riusciva a correre. Aveva bisogno di aiuto, ma non poteva gridare e c'era Antk, che la osservava dall'alto, ridendo di lei. Poi uno degli spiriti la trafisse con le sue zanne.

    Iris si svegliò di soprassalto, con il cuscino piantato contro uno dei lividi sul fianco. Sbuffò, voltandosi dall'altra parte, ma sapeva già che non sarebbe riuscita a dormire ancora. Non senza uno di quegli intrugli del medico. Attivò l'interfono, chiedendo la colazione, e pochi istanti dopo le sue ancelle furono lì, pronte ad aiutarla, sebbene fosse appena l'alba: si fece vestire, assaggiando svogliatamente un po' di questo e un po' di quello finché fu più stufa che sazia; allora si infilò fuori dalla propria cabina, subito seguita dai due uomini che erano di guardia alla sua porta.

    Difficilmente lo avrebbe ammesso, ma i sogni di quella notte l'avevano turbata; raggiunse il ponte, con la mente persa nei propri pensieri. Chissà che fine aveva fatto Antk... erano settimane che non aveva sue notizie. Che, per una volta, avesse deciso di ascoltarla e starle lontano? Sospirò. Con tutte le volte in cui non l'aveva ascoltata aveva scelto il momento peggiore per darle retta. Se solo fosse stato lì, in quel momento, si sarebbe sentita meno incerta per il futuro... ma, in fondo, era meglio così, per tutti. La sua vita era troppo rischiosa per un ragazzino dell'arcipelago. Probabilmente l'aveva già dimenticata... Iris ricordava ancora fin troppo bene le ragazze che gli ronzavano attorno a Ember, prima che la loro relazione fosse ufficiale... e una fitta di gelosia le strinse il cuore. Allontanò quel pensiero. Aveva cose più importanti di quelle sciocchezze adolescenziali cui occuparsi... quello che avrebbe fatto appena arrivata al tempio, per esempio.

    Continuò a camminare e arrivata sul ponte di poppa si accorse con disappunto di non essere l'unica sveglia a quell'ora: due dei soldati della sua scorta erano lì ad allenarsi; si fermò. Quanto avrebbe voluto unirsi a loro! Odiava doversene stare ferma come un'invalida, tradita dal suo stesso corpo. Immersa nei suoi pensieri si fermò ad osservarli combattere... anche se la sua mente era impegnata a pensare a suo padre notò che c'era qualcosa di fuori posto in quel modo di muoversi... il peso di uno dei due era fortemente sbilanciato in avanti e l'altro ne approfittò per spingerlo a terra con una fiammata. Era Shibao. Iris sorrise: attento, astuto; aveva fatto una buona scelta.
     
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