Rotta verso il Tempio

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    [EXP: 25.370 exp (15r50) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 1000 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    MESE 10, GIORNO 9, POST 10 (ott), sera

    “No. Non deve succedere. Non permetterò che venga fatto del male a persone innocenti: ce ne occuperemo noi!” Elanor alzò la testa di scatto dal piatto in cui teneva lo sguardo fisso da qualche minuto, ed un pallido sorriso le si disegnò sulle labbra. Da sovrana bellicosa si era trasformata in una paladina della giustizia. C’era del buono sotto quella scorza, peccato che fosse stata educata a non farlo vedere…sarebbe stato come mostrare il fianco a tutti quei pescicani a Corte. Le lanciò un’occhiata interdetta, ma senza ribattere. Non le piaceva affatto l’idea di lasciarla da sola con tutti quei pelatoni, soprattutto dopo che l’aveva messa in guardia dalla loro doppia faccia, ma era altrettanto sicura delle sue capacità di usare il dominio. Se fosse successo qualcosa, avrebbe fatto tranquillamente in tempo a raggiungerla seguendo le urla e la puzza di bruciato.

    Doveva già iniziare a pensare a qualcosa per portare via i bambini. Non era facile…lei non amava i mocciosi, tanto per cominciare. Niente affatto. Poi era indubbio che al loro arrivo, i più piccoli sarebbero stati oggetto di una sorveglianza speciale. Sicuramente avrebbero temuto azioni violente da parte loro. “Dovrà essere una scusa particolarmente ingegnosa per indurli a lasciare i bambini con noi…mi sa che non si fidano così tanto” ridacchiò, torturando un pezzo di carne fredda con le posate per poi decidersi a metterlo in bocca. Era buona anche adesso. Un po’ della tensione iniziava a scendere…non voleva abituarsi a parlare di stragi come se fossero le corse di Cavallistruzzo di Omashu. Prese un paio di bocconi, per non svegliarsi in piena notte con un buco nello stomaco. “Speriamo che non ci prendano a torte in faccia. Ho sentito che è lo sport nazionale al Tempio”. Rincorrere u branco di mocciosi nomadi ricoperti di torta alla frutta non era una prospettiva lusinghiera.
     
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    MESE 10, GIORNO 9, POST 13 (ott), sera

    [(#FF007F) EXP 155.790 (15r50)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    "Mi sa che non si fidano così tanto" ribatté Elanor, ridacchiando. Iris non trovava il tutto altrettanto divertente: fece una smorfia annoiata e piantò un gomito sul tavolo per poi posare la testa sulla mano. Elanor aveva ragione. Dovevano pensare a qualcosa... e di certo non poteva chiedere l'aiuto di Huizhong: non avrebbe approvato. Lo conosceva bene, ormai, e sapeva come era protettivo nei suoi confronti. Avrebbe considerato quella mossa una cosa troppo rischiosa. Sospirò. "Ho due bambini, ma sembra che io non ci capisca molto di come funzionano" ammise. Era successo tutto così in fretta, era tutto così strano... dopo la morte di Rozul e di sua moglie aveva deciso di prendersi cura dei due figli della coppia, ma non era stato facile. Erano diligenti, le ubbidivano senza fiatare, soprattutto da quando aveva mostrato loro cosa era in grado di fare con il dominio... ma appena potevano scappavano lontano da lei: ogni volta che li incontrava se ne stavano muti, con lo sguardo basso, rimuginando su chissà cosa: quel loro modo di fare schivo le dava dvvero sui nervi. Erano una famiglia, più o meno! Perché non si comportavano come dei figli di nobili, come avrebbero dovuto?

    La situazione si era fatta sempre più tesa tra loro, finché era arrivato Kuro... e con lui i mocciosi erano cambiati da un giorno all'altro. Si erano fatti più vivaci, ridevano tra loro, come dei bambini normali... per poi tornare come prima, ogni volta che c'era lei. Lo odiava... e invidiava Kuro, qualsiasi cosa ci fosse in lui in grado di cambiare le persone a quel modo. Non aveva mai visto nessuno arrabbiarsi con lui e non si sforzava nemmeno di comportarsi in modo dignitoso! Non era affatto giusto. Strinse i denti. Kuro l'aveva abbandonata. Doveva dimenticarsi di lui e andare avanti. Tornò con la mente a quando era piccola, cercando di ricordare cosa avrebbe potuto catturare la sua attenzione. Le lezioni di dominio le piacevano. E anche quelle di strategia militare. Le sfuggì un sorriso: le piaceva troppo giocare con le miniature, muovendole sul grande tavolo sul quale era raffigurato il mondo intero... sembrava passata una vita intera da allora.

    "I palloni" decise. "Potete portarli a vedere i palloni. A tutti i bambini piacciono le macchine da guerra" decise. Sicuramente meglio che tirare torte in faccia: "i nomadi sono dei barbari. Rimarranno ammirati nel vedere fino a che livelli sono arrivate le nostre tecnologie".
     
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    [EXP: 25.420 exp (15r50x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 1000 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    MESE 10, GIORNO 9, POST 11 (ott), sera

    Elanor fissò assorta Iris, poi annuì lentamente. “Si, è un’idea ottima…” rispose, stropicciandosi il mento tra le dita. “Quella roba piacerà ai marmocchi di sicuro. Spero solo che non li abbiano addestrati troppo a dovere, o ci daranno del filo da torcere. I bambini sono selle calamità naturali, quando vogliono…” brontolò, infilzando con stizza un pezzo di carne e masticandolo con una certa ostinazione. Si immaginava già la scena: loro dieci che lottavano contro un branco di nomadi alti mezzo metro, tutti impegnati a far volare oggetti per le cabine, rincorsi inutilmente dall’equipaggio esasperato. “Avete un bel coraggio, a prendervi cura di due bambini…” le disse, scuotendo la testa, come se parlasse di un incarico al di sopra delle umane capacità. “Preferirei mille volte andare a spasso di notte lungo un fiume, con la luna piena, circondata dall’intera tribù dell’acqua del Nord che avere a che fare per un tempo imprecisabile con uno di loro” brontolò. Poi si rese conto che fare certe considerazioni non era il massimo dell’eleganza…”Chiedo scusa, a volte mi faccio prendere troppo la mano…” disse di nuovo con un sorrisetto imbarazzato, alzando le sopracciglia. Finì di aggredire – con la dovuta calma, si intende – quello che rimaneva della carne, poi decise di fermarsi. Aveva praticamente mangiato a forza. Si pulì le labbra col fazzoletto poggiato vicino al piatto e lasciò le posate, poggiando le mani sulle ginocchia, immersa in non si sa quali pensieri.
     
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    [(#FF007F) EXP 155.890 (30r100)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Iris ridacchiò, cercando di nascondersi dietro a una mano. Elanor aveva un modo di fare davvero strano... nessun nobile avrebbe mai osato parlare in quel modo, ma... era divertente. Liquidò rapidamente le scuse del soldato con un cenno della mano, poi sorrise: "Non è così terribile come sembra. Non li conosco ancora bene, ma sembrano dei bravi bambini, anche se..." iniziò, interrompendosi un istante. Non capiva quel loro atteggiamento nei suoi confronti: si era assicurata che avessero quanto di meglio il Palazzo Reale poteva offrire. Li aveva lasciati liberi di girare quasi dappertutto, aveva incaricato i suoi sottoposti di trovare loro dei buoni maestri affinché fossero educati come si conveniva a gente del loro rango eppure, ancora, la evitavano. Iris si lisciò distrattamente la frangia che le era scivolata davanti agli occhi, forse Elanor non era la persona migliore con cui discutere di una cosa del genere. Scosse la testa.

    "Ad ogni modo non ho avuto scelta"
    disse, ripensando a quanto era accaduto. Solo allora si ricordò di come aveva conosciuto Elanor e di non averle raccontato... "ti ringrazio ancora per essere riuscita a trovarmi la ricetta di quella medicina. Senza il tuo aiuto non sarei qui, adesso. Sai... stavo cominciando a pensare che non avrei mai più recuperato il mio dominio, credevo che avrei dovuto passare tutta la vita a nascondermi" disse, prendendo un profondo respiro: "quella medicina mi ha dato il coraggio per uscire allo scoperto. Sapevo che se qualcuno avesse messo in dubbio le mie capacità avrei potuto prenderla e tenere al sicuro il mio segreto. Rozul ha fatto il resto. Ha finto di volermi aiutare a tornare ai vertici della politica, ma in realtà voleva solo farmi fuori. Mi ha attirata in una trappola, le mie guardie del corpo hanno iniziato ad attaccarmi e per un istante ho creduto davvero che fosse la fine... ma avevo ragione. Dovevo solo trovarmi in una situazione senza via d'uscita... e il mio dominio è tornato da solo, più forte di prima. Alla fine della storia sembra che anche gli esercizi del sifu Kuro abbiano fatto il loro dovere. Non mi sono mai sentita tanto potente in vita mia! Potrei distruggere una montagna intera solo con il mio dominio!" esclamò entusiasta.

    "Comunque... non potevo permettere che Rozul la passasse liscia dopo che aveva tentato di uccidermi in modo tanto subdolo. Sono tornata nella Capitale con l'aiuto di alcuni sostenitori e a quel punto è stato costretto ad accettare il mio Agni Kai. Alcuni mi hanno criticata perché l'ho ucciso... ma lui ha tentato due volte di uccidere me a tradimento! Io ho seguito le regole. Perché di questo non ne tengono conto?" sbuffò il Signore del Fuoco, scuotendo la testa amareggiata. "Avrei esiliato la sua famiglia, ma non ho avuto nemmeno il tempo di dirlo a sua moglie che quella ha tentato di pugnalarmi alle spalle! Pugnalare... me!" ringhiò la ragazza. Scosse la testa, cercando di calmarsi, ma dovette alzarsi in piedi e passeggiare nervosamente avanti e indietro per la stanza prima di riuscirci. Si fermò all'improvviso, come se solo in quel momento si fosse resa conto di aver interrotto qualcosa. "Hanno degli zii che abitano dell'arcipelago... ma non potevo permettere che crescessero in una famiglia del genere... vero Riku?" chiese in tono affettuoso al proprio falco, porgendogli un braccio perché il rapace vi si accomodasse.
     
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    MESE 10, GIORNO 9, POST 12 (ott), sera

    Iris sembrò ridacchiare, dietro quella mano. Le fece piacere, almeno si sarebbe distesa un po’. Non capì immediatamente dove volesse andare a parare, riesumando la storia della medicina e di Kuro: il nesso con i due marmocchi proprio non lo vedeva. Con i marmocchi e col dominio…ma stava venendo a galla un altro pezzo della storia di Iris: guardie del corpo che la tradivano. Ecco perché tanti sospetti verso la scelta di Ozun, per non parlare delle continue previsioni nefaste riguardo alla condotta della sua squadra. Ci aveva quasi lasciato la pelle già una volta, con le sue guardie. Ed aveva ragione a diffidare di Rozul, quando se ne stava rintanata ad Ember, non era una delle sue paranoie, una volta tanto. Beh, almeno poteva consolarsi con la consapevolezza di non essere stata minacciata senza motivo.

    Iris si alzò in piedi, raccontare quella storia la rendeva nervosa. Elanor pure scattò su dal cuscino, seguendo i suoi movimenti bruschi nella stanza. Ecco che c’entravano i mocciosi. Erano i figli di Rozul…ora, poteva capire che i loro genitori erano stati uccisi secondo il protocollo ed anche giustamente, però pretendere che le si affezionassero forse era un po’ troppo…mentre l’uccello si accomodava sull’avambraccio di Iris provò a spiegarle il suo punto di vista “Si, una famiglia del genere li avrebbe di sicuro sobillati contro di voi, meglio tenerli a distanza…però non mi stupisce che con voi si comportino in modo strano. Forse è un ragionamento da popolano…ma penso che sia per il fatto che avete ucciso i loro genitori. Ovvio, era un gesto pienamente giustificato…” spiegò, cercando di far tacere le proteste assortite che si agitavano nella sua coscienza “Però se qualcuno facesse lo stesso ai miei, avrei qualche problema a comportarmi in modo normale nei suoi confronti. Avrei paura, probabilmente. Forse è quello. E saranno sicuramente tristi, su quello non ho dubbi…anche se li trattate così bene”. Si spostò poi dalla traiettoria che portava all’ingresso della cabina, per consentire ad Iris di uscire a portare Riku a passeggio, quando lo avesse desiderato.
     
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    Riku si accomodò sul braccio della sua padrona e Iris gli sorrise, accarezzandogli affettuosamente le piume. Il rapace non parve particolarmente felice, ma si lasciò tormentare. "Però non mi stupisce che con voi si comportino in modo strano" commentò il soldato. Iris alzò lo sguardo su Elanor, lanciandole un'occhiata incuriosita... possibile che una comune popolana avesse la soluzione ai suoi problemi? La ascoltò con attenzione, ma quella cosa non la convinceva del tutto. Chiunque sarebbe stato felice se il Signore del Fuoco in persona avesse liberato la propria famiglia dal disonore che li aveva macchiati. Non solo. Lei li aveva accolti in casa propria, avrebbero dovuto esserne onorati: lì avrebbero avuto qualunque cosa desiderassero ed era certo preferibile al vivere in miseria, allontanati e scherniti dalla nobiltà.

    Però... "paura?" chiese, perplessa. "Paura... di me?" precisò, valutando la possibilità. In effetti avrebbe spiegato molte cose, il motivo per cui erano tanto ubbidienti, il fatto che cercavano di evitarla... abbassò il braccio, dimenticandosi di Riku e il rapace dovette alzarsi in volo per evitare di venir trascinato giù. Sbatté le ali con aria seccata in direzione di Iris, ma lei non ci fece caso. Per quanto la sola idea che una popolana potesse aver ragione la disgustasse... aveva la sensazione che Elanor fosse andata molto vicina alla verità. Ma come era possibile? Li aveva riempiti di regali! Aveva dato loro quelunque cosa... allontanò Riku con un cenno della mano, tornando a sedersi. Si servì da bere, fissando il bicchiere con aria abbattuta. Aveva passato anni a odiarlo e ora si stava comportando esattamente come suo padre. Senza volerlo aveva tentato di comprare la loro felicità, senza considerare tutto il resto: "non possono capire" intuì. "Devo spiegare ai bambini cosa hanno fatto i loro genitori, così capiranno che sono io quella che ha fatto di più per loro e vorranno bene a me!" decise, illuminandosi all'improvviso. Aveva avuto la soluzione ai suoi problemi a portata di mano per tutto il tempo e era servita una popolana a farglielo capire! "Grazie Elanor!" esclamò raggiante.
     
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  7. Silian
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    [EXP: 25.520 exp (15r50x2) Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 1000 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco/stiletti (8)]

    MESE 10, GIORNO 9, POST 13 (ott), sera

    Iris cambiò all’improvviso atteggiamento, passando da una curiosità quasi scettica allo sconcerto. Riku non dové esserne troppo felice, dato che perse del tutto il suo punto di appoggio. Mentre l’animale svolazzava indispettito la sua padrona si era praticamente accasciata sulla tavola. "Paura... di me?" Elanor annuì in silenzio, spiazzata da quella reazione. Probabilmente non sarebbe stata l’ultima volta in cui l’avrebbe vista così adombrata. Da quando aveva deciso di nominarla sua “amica” si lasciava andare molto più facilmente. Sembrò che la ragazza si perdesse in un pozzo di pensieri infelici, finché non le venne un lampo di genio…Elanor sorrise di rimando, sempre incerta sulle reali potenzialità di un’idea simile. Se fosse stata lei in quelle condizioni non le sarebbero bastate tutte le spiegazioni del mondo, per soffocare paura e rancore. Forse per i nobili era diverso? Forse per loro contava più l’etichetta ed il codice d’onore che i legami di sangue ed amore?

    “Spero che funzioni…” le rispose, per avvertirla con delicatezza che qualcosa sarebbe anche potuto non andare per il verso che lei desiderava. Era una ragazza incredibilmente trasparente quando non rivestiva il ruolo di Signore del Fuoco e forse tendeva un po’ troppo a semplificare i concetti. Non voleva che sperasse troppo in una soluzione così facile per il suo problema. “Forse ci vorrà un po’ più di tempo rispetto al previsto, ma mi auguro che capiscano, alla fine. Portiamo Riku a prendere un po’ d’aria?” continuò cambiando argomento all’improvviso. Avevano finito di mangiare alla fine, ed il falco probabilmente aveva bisogno di qualcosa per tirarsi su di morale dopo lo scivolone che gli aveva fatto fare la sua padrona.
     
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    “Spero che funzioni…” fu la risposta sibillina di Elanor. Come poteva dubitare? Ma certo che avrebbe funzionato! "Fidati, sono il Signore del Fuoco, so quello che faccio" disse Iris, tirandosi in piedi. Si stava quasi dimenticando che era ormai ora, per Riku, di farsi il suo giro notturno. La sola idea di uscire, ora che si stavano avvicinando al Polo, la faceva rabbrividire... e dire che aveva passato un anno in quelle terre ghiacciate! Solo a ripensarci si chiedeva come aveva fatto a resistere tanto a lungo... ma la risposta era scontata: era giovane e piena di energie allora. Sospirò: "sì, andiamo".

    Su una sedia poco lontano era deposto con cura un ricco mantello di pesante velluto rosso scuro e Iris se lo legò al collo, sopra agli abiti tradizionali. Le ferite alla schiena andavano un po' meglio, ma non era ancora certa che il giorno seguente sarebbe riuscita ad indossare la sua armatura. "Spero di riuscire a infilare l'armatura, domani. Mi sento a pezzi" confessò, avvicinandosi a Riku per porgergli il braccio. Questa volta, tuttavia, il rapace non vi si posò ubbidiente come al suo solito, ma rapido si piegò in avanti, becchettando delicatamente la mano della sua padrona. Iris si allontanò di scatto: "ahio!" protestò, guardando la mano con aria offesa. Squadrò il proprio falco, sentendosi tradita: "come osi?" sibilò, accendendo una palla di fuoco tra le dita. L'avrebbe scagliata e il falco sembrò capirlo perché si alzò in volo, per poi infilarsi attraverso l'unica porta socchiusa, quella che dava sulla camera da letto della ragazza. Iris dovette abbassarsi di colpo per schivarlo, lanciò un'occhiata infuriata in direzione di Elanor: non aveva la minima intenzione di permettere che qualcuno la trattasse così! Specialmente un animale! Specialmente un SUO animale.

    Iris aprì di scatto la porta della propria stanza e si infilò all'interno, cercando il falco con lo sguardo: "Riku! Vieni fuori! Immediatamente!" strillò, pestando un piede a terra.
     
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    MESE 10, GIORNO 9, POST 14 (ott), sera

    Sembrava di nuovo arciconvinta di farcela. Faceva un po’ tenerezza, quando si comportava in quel modo. Finché non iniziava ad accendere palle di fuoco…il povero falco spiccò il volo sbatacchiando le grandi ali ed andò a nascondersi nell’antro più buio che riuscì a trovare. Non sembrava una beccata così forte…stava esagerando, come al solito. Quando la guardò Elanor sollevò le sopracciglia con aria perplessa, seguendola cautamente fino alla porta della cabina. “Forse sarebbe meglio se spegneste quella palla di fuoco, prima…o dubito che deciderà di venire fuori” le suggerì, cercando di non avvicinarsi troppo. “In fondo è un animale, ha un cervello molto piccolo, è normale che non si comporti sempre in modo congruo”. Doveva essere ancora offeso per lo scherzetto del braccio. Nonostante ciò che aveva appena detto, era abbastanza incuriosita dalla complessità delle reazioni di quel rapace. Testa piccola, si…ma la sapeva usare.

    “Magari se lasciamo le porte aperte sarà lui a venire fuori, in fondo non vede l’ora di uscire…e non credo che scapperà, vi è troppo affezionato: basta che si calmi un attimo” continuò, avviandosi verso la porta della cabina e socchiudendola. La luce rossastra delle lampade di sicurezza filtrò dalla fessura. Attese la reazione di Iris prima di aprirla del tutto: se Riku fosse scappato davvero, arrosto ci sarebbe finita lei…
     
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    "Forse sarebbe meglio se spegneste quella palla di fuoco" suggerì una voce alle sue spalle. A Iris servì qualche secondo per realizzare che si trattava di Elanor, si voltò verso di lei, contrariata: non aveva alcun diritto di dirle come trattare il suo falco e, più precisamente, il falco che l'aveva appena aggredita senza motivo. Quell'animale meritava una punizione. "E' normale che non si comporti sempre in modo congruo" suggerì il soldato. Iris sbuffò: "è un falco addestrato, non dovrebbe permettersi certe cose, soprattutto nei miei confronti!" rispose, spostando lo sguardo da Elanor alla palla di fuoco che teneva in mano. Non lo avrebbe mai ammesso ma forse, in fondo, Elanor non aveva tutti i torti. Inoltre, se lo avesse colpito, il falco non sarebbe certamente sopravvissuto e era di Riku che si parlava. Per quanto non avesse un cervello sopraffino era pur sempre un suo amico e le sarebbe mancato parecchio. Tornò per l'ennesima volta a pensare al periodo che aveva passato al Polo Nord, con lui sempre al suo fianco... no. Non poteva fargli una cosa del genere... ma questo non significava che gliel'avrebbe fatta passare liscia!

    "Magari se lasciamo le porte aperte sarà lui a venire fuori" propose Elanor. Iris si drizzò, squadrandola come avesse appena detto un'eresia... lasciare che uscisse, che schivasse la giusta punizione? E se si fosse abituato a un trattamento del genere? Non poteva certo permettersi un falco che consegnava i suoi messaggi solo quando e se ne aveva voglia! Che figura ci avrebbe fatto? Era il Signore del Fuoco, se nemmeno il suo falco le ubbidiva sarebbe diventata lo zimbello dell'intero esercito... o forse lo era già. A quel pensiero abbassò la palla di fuoco, non aveva più nemmeno una reputazione da difendere, che senso aveva tutto quello che stava facendo? Riku era stato il suo amico più fedele... e se ora si era stufato di lei... beh, si era guadagnato la sua libertà. Lasciò che le fiamme si estinguessero tra le sue dita e si fece da parte, permettendo a Elanor di aprire la porta, di spalancare le finestre, facesse pure quello che le pareva. "Non mi importa niente! Se vuoi andartene, vattene! Tanto posso prendermi tutti i falchi che voglio!" strillò in direzione dell'oscurità nella quale si nascondeva il rapace. Appena avesse intravisto una sicura via di fuga, Riku sarebbe volato fuori dalla cabina, verso il mare, il più lontano possibile dalla sua padrona: aveva imparato a starle alla larga quando cominciava a strepitare a quel modo.
     
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    Aveva davvero i nervi a fior di pelle…peccato che si arrabbiasse sempre per così poco. Elanor spalancò il portello con un certo magone: anche lei si era affezionata al falco e le sarebbe dispiaciuto enormemente vederlo scappare via. Si scostò dall’ingresso, per consentire all’animale di poter volare via senza sentirsi in trappola. Dove sarebbe potuto andare, vicini al Polo com’erano? Sarebbe morto di fame prima di raggiungere una terra adatta? Davvero sarebbe scappato? Non era di sicuro la prima volta che Iris aveva i cinque minuti, magari sarebbe sparito per un po’ e si sarebbe rifatto vivo a tempesta passata. “Vedrete che si rifarà vivo, basterà aspettare che si calmi” iniziò, nell’attesa cauta che il rapace facesse la sua mossa.
     
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    MESE 10, GIORNO 9, POST 1 (nov), sera

    [(#FF007F) EXP 156.160 (3r20)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]



    Appena la porta si aprì abbastanza, e il falco fu sicuro che nessun ostacolo si frapponesse tra lui e la libertà, dispiegò le grandi ali e sbattendole con forza uscì dal suo rifugio tra le pieghe del baldacchino, fiondandosi verso l'esterno, nel corridoio e poi fuori. Non appena se lo vide sfrecciare davanti Iris fu presa dalla tentazione di colpirlo con una delle sue palle di fuoco, ma resistette. “Vedrete che si rifarà vivo, basterà aspettare che si calmi” disse Elanor. Iris scosse la testa, ricomponendosi "non sono preoccupata... è che non può permettersi certe cose, ne va della mia immagine... e la mia immagine è l'unica cosa che tiene insieme la nostra nazione" ammise, pentendosi all'istante di ciò che aveva detto.

    "Lascia stare, non capiresti" si affrettò ad aggiungere, raddrizzandosi in una postura più consona al suo rango. "E' meglio se andiamo entrambe a riposare, domani sarà una giornata impegnativa. Chiama le mie ancelle e mandami due guardie... non Shibao e Len-Shu, li voglio in forma per domani, mi accompagneranno durante i negoziati" disse e senza nemmeno attendere che l'altra uscisse si infilò nella parte della cabina adibita a camera da letto e con il dominio accese alcune candele. Si avvicinò all'oblò, scrutando all'esterno, ma era ormai tardi e il riflesso delle candele sul vetro impediva di vedere alcunché.

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    Edited by @Les - 1/11/2011, 11:26
     
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  13. Silian
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